Due ragazzi napoletani di 25 anni sono finiti ai domiciliari. Sono accusati di almeno sedici furti su auto avvenuti in diverse zone della Campania. L’ordinanza arriva al termine di indagini coordinate dal tribunale di Benevento e portate avanti dai carabinieri locali.
Arresti domiciliari dopo una serie di furti in auto in Campania
Il gip di Benevento ha firmato l’ordinanza su richiesta della Procura. I due giovani, residenti a Napoli, sono ritenuti gli autori di diversi colpi in auto messi a segno in varie città della regione. I carabinieri di Benevento, grazie a segnalazioni, testimonianze e accertamenti tecnici, sono riusciti a ricostruire la vicenda e a collegare i furti ai due sospettati.
L’inchiesta ha messo in luce un modus operandi ripetuto, permettendo di attribuire con chiarezza le responsabilità. Sono almeno sedici gli episodi contestati, avvenuti in un arco di tempo recente, anche se non è stato reso noto con precisione.
Come agivano i ladri: il metodo usato per i furti
I colpi sono stati registrati in diverse località: Benevento, Airola, Montesarchio, Solofra, Nocera Inferiore, Eboli, Capua, Battipaglia, Castellammare di Stabia, Avellino e Santa Maria a Vico. In tutti questi paesi i due avrebbero usato lo stesso sistema per mettere a segno i furti.
Il loro metodo prevedeva di forzare il deflettore anteriore sinistro dell’auto per entrare all’interno del veicolo. Da lì rimuovevano gruppi ottici anteriori e posteriori, il computer di bordo e altri pezzi elettronici o meccanici. Tutto veniva portato via senza lasciare tracce evidenti sul posto. La precisione con cui agivano ha aiutato gli investigatori a collegare i vari episodi.
La scelta di concentrarsi su luci e sistemi elettronici mostra che miravano a rivendere parti facilmente commercializzabili.
La refurtiva finiva sui social: vendite online sotto la lente
I pezzi rubati venivano poi messi in vendita su piattaforme online e social network. Proprio grazie agli annunci digitali gli investigatori hanno trovato i legami con i sospetti.
Gli annunci erano rivolti a potenziali acquirenti che spesso non sapevano la provenienza illecita dei ricambi. Il mercato nero delle parti d’auto rubate resta un problema complesso per le forze dell’ordine, sia in città che nelle zone periferiche.
Questa vicenda mette in luce quanto sia importante aumentare i controlli su internet e sui venditori che operano in questi canali. La trasparenza nelle compravendite online è fondamentale per fermare questo tipo di reati.
L’operazione rappresenta un passo avanti nella lotta ai furti d’auto, mostrando come il lavoro degli investigatori si intrecci sempre più con l’analisi del mondo virtuale in cui si muovono i criminali. Al momento, i due arrestati sono ai domiciliari in attesa di sviluppi e del processo.
Ultimo aggiornamento il 17 Luglio 2025 da Matteo Bernardi