Don Giacomo Panizza, fondatore della Comunità Progetto Sud, ha ricevuto il Premio Don Giovanni Iantorno 2025, un riconoscimento che dal 2012 celebra chi si dedica con impegno civile al miglioramento sociale nel Mezzogiorno. La cerimonia si è svolta a Sapri, nel Salernitano, un evento parte della rassegna Frontiere Mediterranee, dove Panizza è stato premiato per il suo lavoro a favore delle fasce più vulnerabili della Calabria e per la sua lotta diretta contro la criminalità organizzata.
Cerimonia di premiazione e rilievo istituzionale a Sapri
La consegna del Premio Don Giovanni Iantorno si è tenuta nell’aula consiliare del Comune di Sapri, rinomata come luogo di attenzione verso temi sociali e culturali regionali. La manifestazione ha contato sul sostegno del Comune stesso insieme alla Camera di Commercio di Salerno, alla Fenailp e all’Associazione Terre del Bussento. Questa collaborazione riflette il valore riconosciuto al premio, che onora figure di rilievo nella difesa dei diritti civili e nel contrasto alle ingiustizie, particolarmente lungo le coste del Mediterraneo. La presenza delle istituzioni locali ha sottolineato l’importanza di riconoscere chi si impegna per il territorio e le persone meno tutelate.
Il sindaco di Sapri, Antonio Gentile, ha posto l’accento sul valore simbolico del premio. Secondo Gentile, premiare personaggi come Don Panizza e richiamare la memoria di Don Giovanni Iantorno aiuta a consolidare l’identità collettiva delle nuove generazioni, raccontando storie di resistenza civile e spirito di servizio radicate nel territorio del Sud Italia.
Biografia e impegno sociale di Don Giacomo Panizza in Calabria
Don Giacomo Panizza è originario di Brescia, ma ha speso gran parte della vita in Calabria, dedicandosi all’assistenza degli ultimi. Nel 1976 ha fondato la Comunità Progetto Sud, struttura che accoglie persone con disabilità, minori in difficoltà, migranti e soggetti con problemi di dipendenza. La comunità si distingue per offrire supporto concreto e occasioni di reinserimento sociale a chi spesso viene escluso o ignorato dalla società. Panizza si è impegnato in modo diretto e visibile a favore delle fasce più fragili, contribuendo a costruire una rete di solidarietà in territori caratterizzati da criticità economiche e sociali.
Uno degli atti più significativi della sua battaglia riguarda il trasferimento, nel 2002, della sede della sua opera in un immobile confiscato alla ’ndrangheta. La scelta di sistemarsi in un bene sottratto alla criminalità rappresenta un gesto di protesta e di affermazione della legalità. Questo passaggio ha assunto valore simbolico e pratico poiché ha permesso di trasformare un bene che prima alimentava il potere mafioso in uno strumento di aiuto comunitario. Don Panizza, con questa decisione, ha sfidato apertamente la presenza della criminalità organizzata radicata nel Sud.
Il Premio Don Giovanni Iantorno e la sua storia nel Golfo Di Policastro
Il Premio Don Giovanni Iantorno nasce in memoria di un altro sacerdote legato al territorio, Don Giovanni Iantorno, storico parroco del Golfo di Policastro. Nel 1979, Iantorno guidò una grande mobilitazione popolare per difendere l’ospedale dell’Immacolata, lotta che testimonia un impegno concreto verso la tutela del diritto alla salute e della comunità locale. Il premio si rivolge proprio a figure che incarnano quell’eredità di attivismo civico e di sostegno alle fasce più deboli, spesso in ambienti difficili come il Mezzogiorno.
I promotori del premio includono il Comune di Sapri e diverse organizzazioni attive nel territorio, che si impegnano a mantenere vivo il ricordo di chi ha dedicato la propria vita alla giustizia sociale. Il riconoscimento vuole mettere in luce persone che affrontano sfide annose, portando avanti opere di sostegno e resistenza con concretezza e coraggio.
Affinità tra Don Giacomo Panizza e Don Giovanni Iantorno: un legame spirituale e sociale
Durante la premiazione, Don Giacomo Panizza ha sottolineato il legame profondo con la figura di Don Giovanni Iantorno. Ha ricordato come entrambi abbiano vissuto concretamente ciò che è scritto nei Vangeli, scegliendo di stare sempre vicino a chi ha bisogno. Panizza ha evidenziato che la prova tangibile di questo atteggiamento appartiene alla storia recente del Sud, in una zona segnata da povertà e dalla presenza della criminalità organizzata.
Il richiamo alla testimonianza di Iantorno serve a rinsaldare la continuità di un impegno duraturo, che si esprime nella difesa della dignità umana e nella sfida alle ingiustizie sociali. L’esempio di questi sacerdoti mostra come l’azione religiosa possa intrecciarsi con la cooperazione civile, generando cambiamenti concreti dentro comunità spesso trascurate. Il loro cammino ha aiutato a costruire un patrimonio di valori che oggi viene riconosciuto e celebrato con questo premio.
Ultimo aggiornamento il 29 Luglio 2025 da Andrea Ricci