La rassegna Mare Nostrum – Il Mediterraneo che danza porta in scena due mostre fotografiche alla Certosa di Padula e nei musei archeologici di Pontecagnano ed Eboli. Due esposizioni che raccontano, con immagini d’autore, il legame profondo tra danza, corpo e paesaggio marino. Questi eventi si affiancano a spettacoli e performance, trasformando i luoghi storici in spazi vivi di riflessione e bellezza.
Roland Petit rivive in immagini alla Certosa Di San Lorenzo A Padula
Dal primo al 3 agosto, negli ambienti della Certosa di San Lorenzo a Padula, prende forma “Hommage à Roland Petit”. Una mostra curata da Asmed che ripercorre la carriera e l’eredità del celebre coreografo francese. La selezione di fotografie, scelta da Paola Leoni e Carmela Piccione, mette in luce il ruolo di Petit nella danza del Novecento, con particolare attenzione ai suoi legami con i teatri italiani più importanti.
Gli scatti, firmati da grandi fotografi come Lelli & Masotti, Erio Piccagliani, Andrea Tamoni, Corrado Maria Falsini, Alessio Buccafusca e Luciano Romano, catturano momenti in cui la coreografia si fonde con il gesto di grandi interpreti: Carla Fracci, Luciana Savignano, Alessandra Ferri, Eleonora Abbagnato, Massimo Murru e Giuseppe Picone. La mostra racconta il rapporto tra movimento e scena, mettendo in evidenza le innovazioni stilistiche portate da Petit.
Più che una semplice raccolta di immagini, questa esposizione è un viaggio nel corpo che danza, capace di attraversare la storia e lasciare un segno profondo nella cultura. Il percorso offre un’occasione unica per scoprire da vicino una pagina importante del balletto italiano e francese, con fotografie che raccontano un’epoca di fermento e creatività. Il 3 agosto la mostra si sposta poi al Museo Archeologico Nazionale di Pontecagnano.
Danza E Mare: corpi in movimento tra Pontecagnano ed Eboli
In contemporanea, la mostra “Corpi fluidi, confini liquidi”, curata da Gianpiero Scafuri, esplora il rapporto tra danza e ambiente marino. Attraverso le fotografie di Scafuri e Claudio Malangone, il visitatore si immerge in immagini che evocano il dialogo tra il corpo che si muove e il mare, con le sue onde e i suoi ritmi.
Le foto mostrano la danza come un gioco di forme e movimenti che si intrecciano con il paesaggio liquido del Mediterraneo. Ogni gesto sembra fondersi con il flusso naturale delle acque, creando una sorta di mimesi tra carne in movimento e natura. Un racconto visivo che porta la danza nel presente, facendola diventare espressione di un territorio in continuo cambiamento.
La mostra accompagna le ultime tappe della programmazione performativa, aprendo al Museo Archeologico di Pontecagnano il 19 ottobre e poi spostandosi al museo di Eboli il 24 ottobre. Un itinerario che lega danza e fotografia, raccontando un Mediterraneo aperto, fluido, dove il corpo si confronta con l’ambiente circostante.
Mare Nostrum: danza, memoria e paesaggio in un unico racconto
Mare Nostrum – Il Mediterraneo che danza non è solo uno spettacolo. È un progetto che mette insieme diversi linguaggi artistici e fa dialogare i luoghi storici con la creatività contemporanea. Teatri, musei e monumenti si animano con eventi che coinvolgono diverse realtà culturali. Grazie al sostegno del Ministero della Cultura e dei comuni di Pontecagnano Faiano, Padula e della Comunità Montana Vallo di Diano, la rassegna punta a far riscoprire il corpo e la sua rappresentazione in modo nuovo.
Questa iniziativa dimostra come la memoria storica e il presente possano dialogare, restituendo vita a territori ricchi di storia con eventi ben organizzati. La danza e la fotografia trasformano i monumenti in luoghi di emozione e pensiero, proponendo modi diversi di vivere ciò che è tradizione ma che parla ancora al nostro tempo. Le due mostre ne sono un esempio: ciascuna racconta a modo suo il legame tra passato e presente.
Il progetto conferma che valorizzare patrimoni artistici e ambientali passa attraverso scelte culturali attente, che mettono al centro l’esperienza diretta dello spettatore. Spettacoli e mostre negli stessi spazi permettono di attraversare il Mediterraneo non solo geograficamente, ma anche nelle sue tante identità culturali e artistiche. Un modo nuovo di mettere in dialogo pubblico, arte e territorio, per riflettere sul valore del corpo che danza dentro e fuori dai suoi spazi più classici.
Ultimo aggiornamento il 28 Luglio 2025 da Luca Moretti