Home Cronaca Campania Circa 9 milioni di euro di scommesse illegali scoperte nel clan dei Casalesi a Napoli
Campania

Circa 9 milioni di euro di scommesse illegali scoperte nel clan dei Casalesi a Napoli

Condividi
Scommesse illegali per 9 milioni scoperte nel clan Casalesi a Napoli - Unita.tv
Condividi

Un’operazione della Guardia di Finanza di Napoli ha fatto emergere una vasta rete di scommesse clandestine gestite dal clan dei Casalesi. Il volume d’affari stimato supera i 9 milioni di euro in tre anni, suddivisi tra giocate su piattaforme web illegali e apparecchi videopoker e slot machine. Sono scattate nove misure cautelari nei confronti di esponenti di spicco della criminalità organizzata, segnando un duro colpo alle attività illecite del clan Schiavone-Russo.

Il sistema di scommesse illegali online con 14 siti web sotto controllo

L’inchiesta ha portato all’arresto di Raffaele Letizia, 56 anni, ritenuto uno dei vertici del clan dei Casalesi. Letizia aveva in gestione una rete formata da 14 siti web illegali che, in soli tre mesi, hanno registrato quasi 13mila scommesse rilevate tramite intercettazioni telematiche. Questi portali online erano un mezzo fondamentale per muovere il denaro, con giocate stimate in circa 5 milioni di euro solo nel settore del gioco d’azzardo su internet.

A differenza del gioco legale, agli agenti delle agenzie veniva riconosciuto un compenso pari al 2% del volume delle giocate illegali, mentre la parte restante, sottratta alle vincite, finiva direttamente nelle casse del clan. Il controllo di questa rete ha permesso alla Guardia di Finanza di farsi un’idea dettagliata degli schemi utilizzati per riciclare ingenti somme, confermando l’enorme portata economica dell’attività.

Videopoker E Slot Machine: un’altra fonte di guadagno illecito per il clan

Parallelamente all’attività online, la rete del clan ha puntato anche sui videopoker e le slot machine illegali, genere di gioco molto diffuso nelle aree sotto l’influenza dei Casalesi. Le giocate registrate in questo settore superano i 4 milioni di euro, un importo che dimostra la capillarità e il radicamento del gruppo criminale là dove la presenza dello Stato è più fragile.

Il controllo diretto di questi dispositivi ha permesso di tracciare flussi di denaro ingenti, frutto di interessi illeciti e usati poi per remunerare la rete di affiliati del clan. Il traffico appare ben organizzato, con presenze territoriali che assicurano una gestione continua e un monitoraggio stretto delle postazioni videoludiche illegali, spesso collocate in attività commerciali di vicinato.

Raffaele Letizia, l’uomo chiave con legami diretti ai capi detenuti

Raffaele Letizia, soprannominato “Lello”, è un uomo di fiducia della fazione Schiavone-Russo del clan dei Casalesi. Il suo ruolo è confermato dalla vicinanza a Giuseppe Russo, detto “Peppe u’ padrino”, capoclan attualmente detenuto al carcere duro 41-bis. Nonostante la sorveglianza speciale imposta ad Anzio, zona Roma, Letizia ha subito tentato di riprendere il controllo e rafforzare la propria influenza nelle attività criminali del clan.

La sua figura testimonia lo stretto legame tra i vertici detenuti e la gestione sul territorio, mostrando come le reti mafiose riescano a mantenere consistenza anche attraverso persone sottoposte a restrizioni legali. Letizia era un perno nell’organizzazione, coordinando le attività illecite e garantendo la remunerazione di varie componenti della rete criminale.

Indizi investigativi e tenore di vita sproporzionato aiutano a sgominare la rete

L’azione degli investigatori ha preso avvio dalle rivelazioni di più collaboratori di giustizia, ex membri con ruoli importanti nell’organizzazione. A rafforzare i sospetti, anche il tenore di vita della famiglia di Letizia, che appariva fuori dalla portata dei redditi dichiarati legalmente.

Un episodio emblematico riguarda la moglie di Letizia, percettrice di reddito di cittadinanza, che ha potuto permettersi un costoso intervento di chirurgia estetica in una clinica privata romana, frequentata da vip. Questo dettaglio ha messo in luce la rete di denaro clandestino nascosta dietro apparenze di legalità.

I nomi dietro le misure cautelari emesse dal gip di Napoli

Le misure cautelari ordinate dal gip Giovanni De Angelis hanno colpito nove persone legate all’organizzazione criminale. Oltre a Letizia, sono finiti in carcere Marco e Vittorio Alfiero, Pasquale Di Bona, Bruno Salzillo, questo collegato direttamente a Francesco Schiavone, detto Sandokan, e vicino al figlio Walter, e Antonio Vaccaro.

Gli arresti ai domiciliari riguardano Vincenzo Vaccaro e Marco Lo Sapio, mentre per Pierpaolo Improta è stato disposto il divieto di dimora nelle province di Napoli e Caserta. Questo insieme di provvedimenti evidenzia la portata dell’operazione e la rete di rapporti tra i vari membri del clan.

L’intervento dimostra come l’attività investigativa riesca a penetrare le diverse forme di criminalità organizzata, indebolendo le strutture mafiose attraverso un controllo capillare e misure restrittive mirate. La lotta contro il gioco clandestino rimane una priorità per arginare le risorse economiche delle varie consorterie criminali presenti nel Mezzogiorno.

Ultimo aggiornamento il 16 Luglio 2025 da Serena Fontana

Written by
Serena Fontana

Serena Fontana è una blogger e redattrice digitale specializzata in cronaca, attualità, spettacolo, politica, cultura e salute. Con uno sguardo attento e una scrittura diretta, racconta ogni giorno ciò che accade in Italia e nel mondo, offrendo contenuti informativi pensati per chi vuole capire davvero ciò che succede.

Unita.tv è un sito d’informazione generalista che offre aggiornamenti su cronaca, politica, spettacolo, gossip, sport e altri temi d’attualità, con uno stile dinamico e accessibile.

Info & Comunicati

Per info e comunicati stampa inviare email a: info@unita.tv

Questo blog non è una testata giornalistica, in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 07.03.2001.