Un ingente patrimonio del valore di circa cinque milioni di euro è stato bloccato dalla Polizia di Stato nei confronti di Salvatore Giordano Pacilio, imprenditore nel ramo delle onoranze funebri con numerosi precedenti penali e presunti legami con la camorra di Acerra. L’operazione segna un nuovo passo nella lotta alla criminalità organizzata nel territorio campano, colpendo direttamente le risorse economiche accumulate da soggetti ritenuti pericolosi.
Decreto di sequestro e motivazioni giudiziarie a Napoli
La sezione misure di prevenzione del Tribunale di Napoli ha disposto il sequestro a seguito di una richiesta presentata dal questore di Napoli. Questa decisione è scaturita da una serie di accertamenti effettuati dalla Divisione Polizia Anticrimine della Questura partenopea che hanno confermato la pericolosità sociale di Pacilio. L’imprenditore, classe 1969, era già stato condannato in via definitiva per reati che vanno dalla ricettazione, al possesso illegale di armi, incendi dolosi, bancarotta fraudolenta e lesioni personali. Diverse di queste accuse portano la firma del metodo mafioso e sono legate al clan Crimaldi, operante nel comune di Acerra.
Tale provvedimento rappresenta una misura di prevenzione cui si ricorre quando la magistratura ritiene che un soggetto contribuisca attivamente o sia contiguo a entità criminali, al fine di interrompere qualsiasi attività economica che possa sostenere la malavita.
Descrizione dettagliata dei beni sequestrati ad Acerra e Santa Maria Capua vetere
Gli investigatori hanno individuato un patrimonio composto da beni immobili situati ad Acerra, assieme all’intero compendio aziendale di più società operanti nel settore funerario con sedi tra Acerra e Santa Maria Capua Vetere. In aggiunta, il provvedimento ha interessato anche numerosi veicoli e diversi rapporti finanziari bancari. Questi, pur formalmente intestati a terze persone, risultano in effetti gestiti e controllati da Pacilio. Le indagini hanno confermato che tali asset sono stati impiegati come strumenti per la raccolta e il riciclaggio di capitali illeciti collegati all’attività della camorra locale.
L’azione mira a sottrarre alla disponibilità di soggetti criminali il controllo dell’economia legale, impedendo così di alimentare ulteriormente la rete di potere e influenza mafiosa.
Il contrasto alla camorra attraverso la confisca dei patrimoni
Come ha riportato la Questura in una nota, questa operazione rappresenta un tassello significativo nel contrasto alla criminalità organizzata. Nel tempo, le autorità hanno puntato non solo a smantellare le strutture criminali ma anche a colpire le risorse finanziarie che permettono ai clan di mantenere la loro presenza sul territorio. Interventi di questo tipo hanno la funzione di indebolire il radicamento della camorra nelle attività economiche, sia lecite che illecite.
Il recupero e la confisca di patrimoni accumulati illecitamente aumentano la pressione sulla criminalità, limitandone la capacità di reinvestire denaro sporco. L’indagine e il sequestro rivolti a Pacilio si inseriscono in questa strategia operativa che coinvolge più forze dell’ordine e uffici giudiziari, con l’obiettivo di interrompere il flusso di denaro proveniente da attività criminali e di fermare il consolidamento di poteri illegali sul territorio campano.
Ultimo aggiornamento il 23 Luglio 2025 da Andrea Ricci