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Arresti per riciclaggio e estorsione a Caserta coinvolgono Ivanhoe Schiavone, figlio del capoclan Sandokan

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Due persone sono state arrestate dai carabinieri del nucleo investigativo di Caserta al termine di un’indagine coordinata dalla Dda di Napoli. Tra i fermati c’è anche Ivanhoe Schiavone, figlio di Francesco Schiavone, noto come “Sandokan”, storico capo del clan dei casalesi. Le accuse riguardano reati legati al riciclaggio, autoriciclaggio ed estorsione aggravati dal metodo mafioso.

Indagini e arresti a Caserta e Grazzanise: il coinvolgimento di Ivanhoe Schiavone secondo la Dda di Napoli

Le forze dell’ordine hanno notificato i provvedimenti restrittivi in due province: Latina e Caserta. Ivanhoe Schiavone è l’unico dei figli maschi ancora libero dopo l’arresto o la detenzione degli altri familiari legati al clan. L’inchiesta si concentra su attività illecite che avrebbero permesso alla famiglia Schiavone di mantenere il controllo su beni immobiliari attraverso prestanome.

Indagine Dda di Napoli su operazioni criminali e riciclaggio tra Caserta, Grazzanise e latina coinvolgendo i fratelli schiavone e Michele del Prete

Gli investigatori ipotizzano che Ivanhoe insieme a un complice abbia gestito operazioni criminali finalizzate a riciclare denaro proveniente da attività mafiose. Le accuse specifiche includono anche l’autoriciclaggio, cioè la capacità di reinvestire fondi sporchi nelle stesse attività criminali o in altre forme lecite camuffate.

La Dda ha sottolineato che le azioni contestate sono aggravate dall’uso del metodo mafioso: intimidazioni e violenze sarebbero servite a imporre decisioni economiche senza possibilità d’opposizione da parte delle vittime.

I terreni sequestrati a Caserta e Grazzanise vicino all’ aeroporto in un’ inchiesta della dda di Napoli

Il fulcro dell’indagine riguarda due appezzamenti agricoli per un’estensione complessiva intorno ai 13 ettari situati nei pressi dell’aeroporto militare Grazzanise, non lontano dall’azienda agricola appartenente alla famiglia Schiavone. Il valore stimato dei terreni supera i 500mila euro.

Uso di prestanome e pressioni criminali nella gestione degli affari illeciti tra Caserta, Grazzanise e latina

Questi beni erano stati intestati formalmente a un prestanome con lo scopo preciso d’impedire alle autorità giudiziarie il loro sequestro diretto nei confronti della cosca. Alla morte del prestanome originario, la proprietà è passata ai suoi eredi che avevano affittato le terre ad una terza persona estranea alla vicenda criminale.

Secondo gli accertamenti degli investigatori però questa persona sarebbe stata costretta con metodi intimidatori tipici della camorra a rescindere il contratto d’affitto senza esercitare nemmeno il diritto di prelazione previsto dalla legge sulla vendita immobiliare.

L’obiettivo era liberare quei terreni per venderli rapidamente ad acquirenti scelti dagli stessi indagati così da permettere a Ivanhoe Schiavone – secondo quanto emerso dalle indagini – di recuperare liquidità necessaria alle sue esigenze finanziarie personali o criminali.

Implicazioni giudiziarie e sequestri di beni legati a Francesco e Ivanhoe Schiavone in Campania e Lazio

I carabinieri hanno disposto subito il sequestro preventivo dei terreni coinvolti nell’inchiesta per evitare ulteriori trasferimenti o manomissione delle proprietà prima della conclusione delle procedure giudiziarie in corso presso la Procura antimafia napoletana guidata dal procuratore Nicola Gratteri insieme all’aggiunto Michele Del Prete.

Questo intervento mira soprattutto ad impedire che risorse economiche frutto o strumento delle attività illegali continuino a circolare nel circuito mafioso oppure vengano sottratte all’azione penale mediante compravendite fittizie tra soggetti compiacenti o terzi ignari della reale provenienza degli asset immobiliari interessati dal procedimento penale.

La notizia conferma ancora una volta come le famiglie storiche della camorra campana cerchino strategie complesse per mantenere patrimoni ingenti sotto controllo diretto od indiretto pur trovandosi sotto pressione giudiziaria severa ormai consolidata negli ultimi anni grazie agli sforzi combinati tra forze dell’ordine e magistratura antimafia specializzata nel contrasto alle organizzazioni criminali radicate sul territorio campano.

L’azione coordinata tra forze dell’ordine e magistratura antimafia

L’azione coordinata tra forze dell’ordine e magistratura antimafia rappresenta un elemento cruciale per interrompere le dinamiche di controllo e sfruttamento territoriale da parte delle organizzazioni criminali.

un elemento cruciale per la lotta alla mafia

Attraverso indagini mirate e misure preventive efficaci, si sta progressivamente ridimensionando la capacità di questi clan di utilizzare beni e risorse per perpetuare attività illecite.

sinergia e attenzione costante

È fondamentale continuare a rafforzare questa sinergia e mantenere alta l’attenzione sulle strategie adottate dalle cosche, affinché le comunità locali possano finalmente svilupparsi in un contesto di legalità e sicurezza, recuperando spazi di libertà e opportunità che troppo a lungo sono stati limitati dall’influenza mafiosa.

“La cooperazione tra istituzioni rappresenta la chiave per sconfiggere la criminalità organizzata.”

Ultimo aggiornamento il 16 Luglio 2025 da Luca Moretti

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Luca Moretti

Luca Moretti è un blogger e analista indipendente con un forte focus su politica e cronaca. Con uno stile incisivo e documentato, approfondisce temi di attualità nazionale e internazionale, offrendo ai lettori chiavi di lettura chiare e puntuali. Il suo lavoro è guidato da una costante ricerca della verità e da un impegno verso l’informazione libera e consapevole.

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