Home Campagna di estorsione contro il calcio foggia: arresti, daspo e amministrazione giudiziaria nel 2025

Campagna di estorsione contro il calcio foggia: arresti, daspo e amministrazione giudiziaria nel 2025

Scoperta una rete di intimidazioni legate alla criminalità organizzata contro il Calcio Foggia, con arresti e misure cautelari per garantire la trasparenza nella gestione del club sportivo.

Campagna_di_estorsione_contro_

La procura antimafia di Bari ha scoperto un piano di intimidazioni da parte di ultras legati alla criminalità organizzata per acquisire il controllo del Calcio Foggia, portando all’arresto di quattro persone, all’emissione di 52 daspo e all’amministrazione giudiziaria del club. - Unita.tv

Una serie di intimidazioni e minacce finalizzate a imporre una cessione forzata della società Calcio Foggia è stata scoperta dalla procura antimafia di Bari. Le indagini hanno evidenziato come un gruppo di ultras, legato alla criminalità organizzata locale, abbia tentato di spingere il presidente del club a cedere il controllo della società per meno del valore reale. L’operazione ha portato all’arresto di quattro persone, all’emissione di 52 daspo e all’avvio dell’amministrazione giudiziaria sul club sportivo.

La misura di prevenzione sull’intero calcio foggia e gli arresti eseguiti

Il 2025 ha visto un’importante svolta nelle indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia barese. Quattro individui sono stati arrestati per tentata estorsione nei confronti del presidente del Calcio Foggia 1920. Questi arresti si sono concretizzati attraverso un’ordinanza cautelare firmata dal gip del Tribunale di Bari. Contestualmente sono stati emessi 52 daspo, rivolti a pregiudicati legati alla criminalità organizzata e a traffici di stupefacenti, operanti nella provincia di Bari. Queste misure cautelari interessano soprattutto personalità vicine agli ambienti degli ultras violenti.

Contestualmente alla repressione nei confronti degli autori delle minacce, la procura ha disposto una misura di prevenzione a carico della società Calcio Foggia 1920. L’amministrazione giudiziaria è stata nominata per garantire la trasparenza nella gestione del club e per evitare nuove infiltrazioni criminali. La procedura impedisce qualsiasi decisione autonoma da parte dei precedenti referenti societari, affidando il controllo della società a soggetti terzi controllati dallo Stato.

Modalità della campagna di intimidazione e obiettivi degli autori

Le indagini hanno chiarito che la strategia criminale si è articolata in una serie mirata di minacce e aggressioni per terrorizzare il presidente e la dirigenza del Calcio Foggia. L’obiettivo finale era costringere il titolare della società a dimettersi e a trasferire il potere a favore dei gruppi criminali collegati agli ultras. Quelle persone pretendevano di aggiudicarsi la gestione delle sponsorizzazioni, degli accrediti per l’ingresso allo stadio e il controllo delle assunzioni interne al club. In sostanza, volevano appropriarsi delle leve economiche e decisionali per consolidare il loro dominio nell’ambiente sportivo locale.

Il primo episodio risale al 18 giugno 2023. Quella notte furono esplosi colpi di fucile contro l’automobile dell’allora capitano della squadra. La violenza è continuata, arrivando al posizionamento di un ordigno rudimentale vicino alla vettura del vicepresidente Emanuele Canonico, parcheggiata nella sede di una impresa edile a Modugno. Da lì sono partite altre minacce fisiche tra cui due attentati incendiari sventati contro le auto dei vertici societari.

Prove raccolte e collegamenti con la società foggiana

Le perquisizioni e le intercettazioni telefoniche hanno permesso di raccogliere elementi decisivi per individuare i responsabili e la struttura criminale dietro l’operazione. Durante una perquisizione è stato sequestrato un foglio manoscritto, in cui gli autori avevano annotato gli obiettivi delle loro azioni con un linguaggio criptico. Questi documenti hanno dimostrato come tutti gli episodi intimidatori partissero da una regia unitaria.

Tale regia faceva capo a una delle “batterie” del gruppo mafioso noto come Società Foggiana. Questo conferma la capacità della criminalità organizzata di infiltrarsi nelle attività sportive per ottenere profitti e influenze. Tra gli esecutori delle azioni violente era anche un minorenne individuato nella flagranza di reato, usato probabilmente per eseguire operazioni più rischiose.

Le autorità continuano a monitorare la situazione per evitare nuovi tentativi di aggressione e per ristabilire condizioni di legalità nell’ambito del calcio professionistico della città di Foggia.