I Campi Flegrei, una delle aree vulcaniche più attive d’Europa, hanno recentemente aggiornato il loro sistema di allerta. Sebbene i quattro livelli di allerta rimangano invariati, l’introduzione di sottolivelli operativi rappresenta un passo significativo nella gestione della sicurezza e della prevenzione. Questo articolo esplora le nuove fasi operative e le implicazioni per la popolazione locale.
I livelli di allerta ai Campi Flegrei
Il sistema di allerta per i Campi Flegrei è strutturato in quattro livelli principali, identificati dai colori verde, giallo, arancione e rosso. Il verde indica una condizione di quiescenza, mentre il giallo segnala una fase di attenzione. L’arancione rappresenta un pre-allerta, mentre il rosso è il livello di allerta massimo, preannunciando un possibile evento eruttivo. Recentemente, durante un incontro con la Protezione Civile, il capo dipartimento Fabio Ciciliano e Eugenio Coccia, presidente della commissione Grandi Rischi, hanno annunciato che all’interno di questi livelli principali saranno introdotti sottolivelli operativi, che permetteranno una risposta più mirata e tempestiva in caso di cambiamenti nella situazione vulcanica.
Le fasi operative del livello giallo
Nel livello giallo, che attualmente descrive la situazione ai Campi Flegrei, sono state delineate due fasi operative distinte. La prima fase, definita “disequilibrio debole”, implica un’intensificazione del monitoraggio e della sorveglianza scientifica. In questa fase, le autorità competenti si concentrano sulla verifica e sull’aggiornamento delle pianificazioni di protezione civile, oltre a garantire un flusso informativo costante tra le istituzioni e la popolazione. È fondamentale che gli operatori siano formati adeguatamente per gestire eventuali emergenze.
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La seconda fase operativa del livello giallo, identificata come “disequilibrio medio”, si attiva quando si osserva un aumento della velocità di sollevamento della caldera e un incremento della frequenza e dell’intensità dei terremoti. In questa fase, il monitoraggio scientifico viene ulteriormente potenziato e si organizzano esercitazioni pratiche per preparare la popolazione a eventuali situazioni di emergenza. Coccia ha chiarito che attualmente ci troviamo in una fase di attenzione, senza necessità di pre-allerta.
Le misure previste nel livello arancione
Il livello arancione, che indica una fase di pre-allerta, è suddiviso in due fasi operative. La prima fase, “disequilibrio forte”, comporta l’attivazione di misure straordinarie, tra cui la dichiarazione dello stato di emergenza nazionale. In questa fase, vengono attivati i Centri di Accoglienza Straordinari per la popolazione evacuata e si applicano misure di sicurezza rigorose. È previsto anche l’allontanamento volontario di chi vive nelle aree più a rischio e la messa in sicurezza di strutture sensibili, come ospedali e residenze assistenziali.
La seconda fase del livello arancione, “disequilibrio molto forte”, prevede misure più drastiche, come l’allontanamento della popolazione dalle aree maggiormente esposte ai fenomeni vulcanici. In questo contesto, si attuano strategie per garantire l’evacuazione totale della zona rossa flegrea, assicurando che la popolazione sia protetta e informata riguardo ai rischi.
Il livello rosso e la preparazione alla possibile eruzione
Il livello rosso rappresenta la fase pre-eruttiva, in cui si attivano misure specifiche per garantire la sicurezza della popolazione. In questa fase, è previsto l’allontanamento di tutti gli abitanti della zona flegrea, con l’obiettivo di ridurre al minimo i rischi associati a un’eventuale eruzione. Le autorità locali e nazionali collaborano per garantire che le operazioni di evacuazione siano tempestive ed efficaci, minimizzando il panico e il disorientamento tra i residenti.
Queste nuove fasi operative ai Campi Flegrei mirano a migliorare la gestione della sicurezza e a garantire una risposta adeguata in caso di emergenze vulcaniche. La continua evoluzione del monitoraggio scientifico e la preparazione della popolazione sono elementi chiave per affrontare le sfide poste da questo territorio vulcanicamente attivo.
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