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Calano le parti civili nel processo per il naufragio a Steccato di Cutro con 94 morti

Il procedimento penale per il naufragio di Steccato di Cutro del 2023 vede una riduzione delle parti civili ammesse, con esclusioni significative tra associazioni e richieste da parte della Regione Calabria.

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Il tribunale di Crotone ha ammesso 88 parti civili nel processo per il naufragio di Steccato di Cutro del 2023, riducendo le 113 istanze iniziali. Sei militari sono accusati di naufragio e omicidio colposo plurimo. - Unita.tv

Il procedimento penale che riguarda il naufragio del 2023 a Steccato di Cutro, dove persero la vita 94 persone, tra cui 35 minori, vede una riduzione significativa delle parti civili ammesse. La decisione è stata formalizzata dal giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Crotone, Elisa Marchetto, che ha respinto molte delle richieste presentate. Il processo interessa quattro militari della Guardia di finanza e due della Guardia Costiera, accusati di naufragio colposo e omicidio colposo plurimo.

La riduzione delle parti civili ammesse nel procedimento per il naufragio

Al via del procedimento erano state presentate 113 istanze di costituzione di parte civile tra superstiti, famigliari delle vittime, associazioni e enti vari. Dopo l’esame del gup di Crotone la lista si è ridotta a 88. Il giudice ha respinto 25 richieste, tra cui alcune avanzate da associazioni e partiti politici, motivando alcune esclusioni con vizi formali nell’iscrizione o mancanza di prova di legami di parentela diretti con le vittime.

Eccezioni e valutazioni del gup

Il provvedimento è arrivato in seguito ad una serie di eccezioni sollevate dai legali dei militari imputati. Questi avevano contestato la validità di 27 richieste di associazioni e 67 di persone fisiche, puntando a eliminare parti civili ritenute infondate. Il gup, tuttavia, ha respinto queste contestazioni, sostenendo che i profili di legittimità attengono “al merito” e andranno approfonditi durante il processo. In questo modo sono stati ammessi tutti i superstiti e i parenti delle vittime.

La posizione delle organizzazioni non governative e le parti escluse

Tra le associazioni ammesse a partecipare come parte civile ci sono diverse Ong impegnate nel soccorso in mare. Handrbreit, Nautical Safety Solutions GmbH, Emergency, Sea Watch, Sos Mediterranee Italia, Mediterranea Saving Humans e Sos Humanity hanno ottenuto il via libero perché il giudice ha riconosciuto il loro ruolo nel salvaguardare vite umane durante le operazioni di soccorso marittimo.

Richieste respinte e ritiro della regione calabria

Al contrario sono state respinte alcune richieste importanti, come quelle presentate da Hasab Hussein e Khalid Arslan, condannati come scafisti dell’imbarcazione naufragata. Anche la Regione Calabria, che pure aveva chiesto di costituirsi parte civile, ha ritirato la richiesta. Non sono state accolte infine le domande di Rifondazione Comunista, Arci nazionale, Mem.Med , Melting Pot, Cittadinanza attiva e Sabir, quest’ultima attiva nell’assistenza ai superstiti e famiglie nel periodo successivo al disastro.

Il calendario delle prossime udienze e le prospettive del processo

Il processo proseguirà con la prossima udienza il 9 giugno 2025, quando il tribunale si pronuncerà su altre questioni procedurali. Resta aperta l’ipotesi che in quella data venga presa una decisione definitiva sulla richiesta di rinvio a giudizio per i sei militari accusati. Quel che è certo è che il procedimento avrà un impatto notevole sulle vicende legali legate al naufragio di Steccato di Cutro con una delle più grandi tragedie del Mediterraneo degli ultimi anni, che ha visto morire decine di persone in condizioni drammatiche. Gli sviluppi giudiziari saranno seguiti con attenzione dalle famiglie delle vittime, dalle associazioni e dall’opinione pubblica.