La Guardia di Finanza ha scoperto che diversi vettori aerei non hanno versato la cosiddetta “tassa di lusso” sui voli aerotaxi ed elitaxi operati all’aeroporto di Lamezia Terme. L’attività di controllo, svolta tra il 2021 e il 2023, ha coinvolto oltre 100 compagnie aeree. L’indagine ha messo in luce mancati pagamenti di un tributo ambientale pensato per limitare l’impatto del trasporto aereo privato.
La tassa di lusso sui voli privati: come funziona e perché c’è
La tassa di lusso, introdotta con il decreto legge del 6 dicembre 2011, colpisce i voli privati effettuati da aerotaxi e elitaxi. Il calcolo è semplice: 10 euro per i voli sotto i 100 chilometri, 100 euro per tratte tra 100 e 1.500 chilometri, 200 euro per distanze oltre i 1.500 chilometri. A dover pagare sono direttamente i vettori, che poi devono versare le somme allo Stato. L’obiettivo è chiaro: ridurre l’inquinamento causato dai voli privati e finanziare progetti per la tutela dell’ambiente. La tassa serve anche a limitare l’uso non regolamentato degli aerotaxi, cercando di bilanciare l’impatto ambientale con contributi concreti.
Controlli serrati su 115 vettori e 647 voli a Lamezia Terme
Le verifiche sono state condotte dalla Guardia di Finanza del gruppo di Lamezia Terme insieme alla sezione aerea locale. Gli investigatori hanno esaminato i documenti forniti dalle società di handling presenti nello scalo. Nel mirino sono finiti 115 vettori, italiani e stranieri, impegnati in 647 voli con oltre 2.000 passeggeri. Grazie a questa attività è stato possibile ricostruire in dettaglio i pagamenti della tassa di lusso per ogni singolo volo. Il controllo ha disegnato un quadro chiaro dei flussi di denaro legati al tributo e ha verificato se le somme riscosse fossero state correttamente versate all’erario.
Mancati versamenti per quasi 300 mila euro e società nei guai
L’indagine ha scoperto irregolarità in 15 società italiane e 99 straniere. Questi vettori, pur avendo incassato la tassa dai passeggeri, non hanno versato i soldi allo Stato. Il debito accumulato supera i 299.000 euro, tra imposte evase per 230.000 euro e sanzioni per 69.000 euro. Tutte le posizioni sono state verbalizzate. Alcune aziende, dopo essere state segnalate dalla Guardia di Finanza, hanno ammesso le irregolarità e hanno regolarizzato la loro posizione pagando quanto dovuto.
L’inchiesta mette in luce una situazione problematica nel pagamento di tributi ambientali legati al trasporto aereo privato. Il coinvolgimento di molte compagnie straniere evidenzia quanto sia importante mantenere un controllo rigoroso sui voli privati internazionali che operano negli aeroporti italiani.
Ultimo aggiornamento il 28 Luglio 2025 da Luca Moretti