La grave scarsità d’acqua che sta colpendo la Calabria ha spinto il Consiglio dei Ministri a prolungare lo stato di emergenza in diverse aree della regione. Il provvedimento interessa in particolare la Città metropolitana di Reggio Calabria, la provincia di Crotone e un ampio gruppo di comuni della provincia di Cosenza. La decisione arriva dopo mesi di siccità che hanno causato un deficit idrico esteso e pesanti ripercussioni sulla popolazione e le attività locali.
Estensione e ragioni della proroga dello stato di emergenza per il deficit idrico in Calabria
Il Consiglio dei Ministri ha confermato la proroga dello stato di emergenza, affrontando così la condizione critica che interessa vaste zone della Calabria nel 2025. L’emergenza riguarda la Città metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Crotone, con il coinvolgimento diretto di numerosi comuni della provincia di Cosenza. Tra questi spiccano Calopezzati, Caloveto, Cariati, Corigliano-Rossano, Cropalati, Crosia, Longobucco, Mandatoriccio, Paludi, Pietrapaola, Scala Coeli, oltre ad Acri, Bisignano, Luzzi, Rose, San Cosmo Albanese, San Demetrio Corone e altri.
La siccità prolungata ha causato una carenza significativa di risorse idriche, mettendo a dura prova le forniture d’acqua potabile in queste aree. La decisione di mantenere attivo lo stato di emergenza si basa sulla necessità di intervenire con urgenza per mitigare il problema e garantire approvvigionamenti regolari. Senza un intervento tempestivo, la mancanza d’acqua rischia di peggiorare ulteriormente e di avere impatti economici e sociali molto pesanti sia per le città, sia per le comunità rurali che dipendono dalle risorse idriche locali.
Il Governo ha stanziato circa 6,9 milioni di euro attingendo dal Fondo per le emergenze nazionali per far fronte alla crisi. Questi fondi mirano a sostenere interventi e misure urgenti per la gestione dell’emergenza, come la distribuzione di acqua potabile o la riparazione e l’adeguamento delle infrastrutture nel servizio idrico. Questa situazione rappresenta una delle crisi idriche più rilevanti della regione negli ultimi anni, inserendosi in un contesto climatico complesso.
Ruolo di Sorical e delle autorità locali nella gestione dell’emergenza idrica
Al centro del dibattito sul deficit idrico in Calabria c’è Sorical, società tecnica che gestisce il servizio idrico nell’area coinvolta. Pur essendo responsabile della gestione tecnica dei sistemi di approvvigionamento e distribuzione idrica, Sorical non ha competenze sanitarie e il suo ruolo si limita a fornire dati tecnici e supporto operativo. In materia di sicurezza dell’acqua potabile, infatti, è il sindaco – in quanto autorità sanitaria locale – che deve informare i cittadini sui rischi legati al consumo.
Negli ultimi mesi Sorical ha comunicato che, nonostante la presenza di torbidità nelle forniture idriche, non sussistono rischi di contaminazione microbiologica o chimica dell’acqua distribuita agli utenti. Queste dichiarazioni hanno cercato di contenere i timori della popolazione e garantire trasparenza sulle condizioni del servizio.
Nonostante ciò, il rapporto tra Sorical e gli enti locali non è sempre stato semplice. Alcuni comuni hanno richiesto interventi più rapidi e soluzioni definitive, anche in risposta alle criticità segnalate da cittadini e associazioni di tutela dei consumatori, che hanno chiesto maggiore responsabilità nella gestione dell’emergenza e monitoraggi più frequenti.
Impatti locali nei comuni della Provincia Di Cosenza e della Calabria meridionale
L’emergenza idrica fa sentire il suo peso in particolare nei comuni della provincia di Cosenza e nelle aree attorno a Reggio Calabria e Crotone. La carenza d’acqua ha colpito la vita quotidiana di decine di migliaia di persone. Le restrizioni nell’utilizzo dell’acqua sono diventate una realtà comune, con riduzioni nel flusso idrico e difficoltà di approvvigionamento. Attività economiche, soprattutto agricole e industriali, segnalano danni e rallentamenti causati dalla scarsità di risorse idriche.
Nella provincia di Cosenza, comuni come Bisignano, Luzzi, Acri, Corigliano-Rossano e San Demetrio Corone hanno affrontato disagi significativi. Milioni di litri d’acqua si sono rivelati insufficienti per rispondere alle esigenze di abitanti e imprese. Le amministrazioni locali hanno attivato procedure straordinarie per distribuire acqua tramite autobotti e cercare soluzioni temporanee.
Questa crisi ha acceso anche tensioni tra enti gestori, autorità comunali e associazioni di tutela dei consumatori come il Codacons, che ha denunciato ritardi e inefficienze nelle risposte da parte di Sorical e delle amministrazioni. Le richieste di maggior trasparenza e interventi più decisi restano al centro del dibattito pubblico.
Nel frattempo, la situazione resta sotto osservazione in attesa di ulteriori sviluppi, con la speranza di un miglioramento nei prossimi mesi che riporti equilibri normali nell’erogazione dell’acqua e condizioni di vita meno incerte per popolazioni e territori coinvolti.
Ultimo aggiornamento il 28 Agosto 2025 da Davide Galli