L’ultimo sbarco di migranti a Roccella Ionica ha portato in porto 93 persone salvate dalla Capitaneria di porto. Sono arrivate diverse nazionalità, tra cui uomini, donne e minori, alcuni senza alcuna compagnia. Un episodio simile si è registrato a Reggio Calabria con l’arrivo di una quindicina di persone. I soccorsi sono stati condotti in mare aperto, dopo la partenza da paesi orientali.
L’intervento della motovedetta della capitaneria di porto a roccella ionica
Il salvataggio è avvenuto su una barca a vela partita dalla Turchia. Al largo, la motovedetta della Capitaneria di porto di Roccella Ionica ha localizzato e soccorso i migranti. Il gruppo era formato da 93 persone, un insieme di 72 uomini e 21 donne. Tra loro c’erano 12 minori, con un neonato, e di questi otto non erano accompagnati da adulti. La motovedetta ha quindi condotto la barca direttamente verso il porto, garantendo così lo sbarco in sicurezza.
La missione ha evidenziato la presenza di cittadini provenienti da paesi con situazioni di crisi. In particolare, molte persone hanno nazionalità pachistane, afghane, irachene e iraniane. La scelta della partenza dalla Turchia conferma una rotta migratoria significativa attraverso il Mediterraneo orientale. L’equipaggio della motovedetta ha monitorato continuamente le condizioni dei migranti durante il trasferimento, in attesa della presa in carico nelle strutture di accoglienza.
L’arrivo dei migranti a Reggio Calabria a bordo della nave Sea Eye 5
Un altro sbarco è avvenuto nel porto di Reggio Calabria, dove la nave “Sea Eye 5” ha trasportato 14 migranti dall’acqua. Tutti gli sbarcati erano uomini, e tra loro è presente anche un minore. Le operazioni si sono svolte con la stessa attenzione per la sicurezza e la salute delle persone coinvolte. La Sea Eye 5 è un’imbarcazione impegnata nel soccorso in mare aperto, spesso in acque italiane ed europee.
Anche in questo caso, le nazionalità e le condizioni dei migranti non sono state rese note nello specifico, ma rimangono parte di un flusso migratorio continuo nel Mediterraneo. L’approdo a Reggio Calabria è stato coordinato con le autorità locali tramite un sistema di emergenza per assicurare le cure immediate e l’avvio delle procedure burocratiche previste. Il minore tra i 14 ha ricevuto particolare attenzione sanitaria.
Contesti e impatti dei nuovi sbarchi nel sud Italia
Il fenomeno degli sbarchi nel sud Italia continua a essere rilevante, con migliaia di persone che tentano il passaggio via mare ogni anno. Le coste calabresi rappresentano un punto di approdo frequente per chi lascia l’Asia e il Medio Oriente, spesso partendo da diversi porti lungo la costa turca. Le operazioni di soccorso coinvolgono forze come la Capitaneria e organizzazioni non governative, coordinate su scala nazionale.
Gli sbarcati comprendono spesso minori e persone vulnerabili, tra cui neonati e ragazzi soli, che richiedono interventi specifici per tutela e orientamento. La presenza di gruppi misti di nazionalità diverse riflette i conflitti e le difficoltà nei paesi d’origine. Il sistema locale deve attivare rapidamente risorse sanitarie, di accoglienza e legali per affrontare le esigenze di queste persone.
Il contrasto a viaggi irregolari nel Mediterraneo si basa su intercettazioni in mare, soccorsi immediati e poi gestione delle procedure di asilo o rimpatrio. Le condizioni delle imbarcazioni, spesso precarie e sovraffollate, mettono a rischio vite umane durante la traversata. Per questo motivo, ogni intervento in mare diventa cruciale per evitare tragedie e garantire accesso a un porto sicuro.
Ultimo aggiornamento il 21 Luglio 2025 da Luca Moretti