La polizia ha sgominato una rete di spaccio radicata a Montebello Jonico, gestita da una famiglia del posto. Quattro persone sono finite in manette, altre quattro sono indagate. L’inchiesta ha rivelato che la droga veniva smerciata anche a Reggio Calabria.
Blitz antidroga: quattro arresti a Montebello Jonico
Dopo un’indagine partita nell’ottobre 2022, nel 2025 sono scattate le manette per quattro persone coinvolte in un giro di droga guidato da un gruppo familiare. Il gip di Reggio Calabria, Tommasina Cotroneo, su richiesta della Procura, ha disposto la custodia cautelare. Tre arrestati, Alberto Romeo , Angelo Romeo e Pasquale Romeo , sono finiti in carcere. Il quarto, Giuseppe Romeo, 34 anni, figlio di Pasquale, è ai domiciliari.
La base operativa era Montebello Jonico, dove spacciavano la droga prima di allargare il giro a Reggio Calabria, città molto più grande. Altre quattro persone sono sotto indagine per legami con l’organizzazione. L’inchiesta ha messo in luce come il legame familiare fosse la chiave per controllare e gestire lo spaccio.
Come agiva il clan: i dettagli dell’indagine
Il pool investigativo, guidato dal procuratore Giuseppe Lombardo e dagli aggiunti Stefano Musolino e Marco De Pasquale, ha raccolto prove e testimonianze per quasi due anni. Gli arrestati devono rispondere a 38 accuse legate allo spaccio e al traffico di marijuana e probabilmente di altre droghe. Secondo la Procura, il gruppo aveva una forte determinazione a rifornire piazze di spaccio importanti.
Il fatto che fosse una famiglia a gestire tutto ha permesso loro di tenere saldamente il controllo del territorio. La droga viaggiava da Montebello Jonico fino a Reggio Calabria senza intoppi. L’organizzazione era ben strutturata, con un sistema interno che assicurava la continuità e la copertura delle attività illegali.
Il punto di partenza: il sequestro di 376 grammi di marijuana
Le indagini sono partite nell’autunno del 2022, dopo il sequestro di 376 grammi di marijuana in un edificio abbandonato a Reggio Calabria. In quell’occasione la polizia ha fermato Paolo Giordano, 26 anni, sospettato di far parte della rete di spaccio. La Procura ha chiesto il suo arresto, ma il gip ha respinto la richiesta.
Il vero salto nelle indagini è arrivato con l’analisi del telefono di Giordano. La squadra mobile ha scoperto contatti diretti con il gruppo dei Romeo. Da lì è stato possibile ricostruire tutta la rete di traffico e capire come funzionava il sistema di distribuzione. Questo ha permesso di identificare i capi e i ruoli precisi dentro l’organizzazione.
Colpo duro al traffico locale: cosa cambia
L’intervento della polizia ha colpito uno dei punti più importanti del traffico di droga in Calabria. L’arresto di un nucleo familiare rappresenta un duro colpo, che può limitare la diffusione della droga tra Montebello Jonico e Reggio Calabria. Le 38 accuse riflettono l’ampiezza del commercio illegale e la precisione con cui il gruppo gestiva i rifornimenti.
Gli investigatori hanno tolto dal mercato uno dei gruppi più attivi della zona, spezzando canali che arrivavano ben oltre il piccolo comune jonico. Le indagini, supportate da intercettazioni, pedinamenti e prove sul campo, mostrano quanto sia difficile combattere lo spaccio in territori segnati da infiltrazioni criminali.
Questa vicenda è un esempio chiaro di come le forze dell’ordine riescano a scoprire strutture familiari dedite al traffico di droga. Sono dinamiche complesse, difficili da smantellare, ma fondamentali per fermare fenomeni di illegalità profondamente radicati.
Ultimo aggiornamento il 24 Luglio 2025 da Andrea Ricci