I dipendenti della Meridionale Petroli, azienda facente parte del Gruppo Ludoil, hanno lanciato un appello urgente per salvaguardare il sito industriale di Vibo Marina e proteggere i posti di lavoro legati a quella struttura. Questo stabilimento svolge un ruolo centrale per l’approvvigionamento di carburanti in Calabria, ma nelle ultime settimane è finito al centro di una discussione che mette in dubbio la sua continuità operativa. L’allarme dei lavoratori si concentra sulla possibilità che la zona venga trasformata radicalmente, in funzione di un progetto di sviluppo turistico che rischia di cancellare la vocazione industriale e le opportunità di lavoro consolidate in decenni di attività.
Tensioni sul futuro dell’area industriale di Vibo Marina e i timori dei lavoratori
Negli ultimi giorni è cresciuta la preoccupazione tra i dipendenti della Meridionale Petroli a causa di dichiarazioni pubbliche e scelte politiche che sembrano aver già stabilito un destino preciso per l’area di Vibo Marina. Secondo gli operai, “non si parla più di confronto o di pianificazione condivisa, ma di decisioni unilaterali che ignorano il valore sociale e produttivo dello stabilimento.” La retorica che spinge verso una riconversione turistica viene vista come un modo per ridurre a un retaggio da cancellare l’attività industriale, senza valutare l’impatto sull’occupazione e sulle famiglie coinvolte.
I lavoratori sottolineano che l’area non può essere considerata semplicemente uno spazio da riqualificare senza una strategia concreta che tuteli chi vive grazie a quell’infrastruttura. L’appello ribadisce come questa zona sia al centro di un sistema di traffico e distribuzione fondamentale per tutta la Calabria: da qui passa oltre il 60% dei carburanti che riforniscono la regione. La perdita o la delocalizzazione del sito significherebbe mettere a rischio non solo i posti di lavoro diretti, ma anche un indotto vasto che coinvolge numerose altre attività.
Impatto economico e sociale di una possibile chiusura o trasformazione del sito
Il nodo più urgente riguarda le conseguenze pratiche che la chiusura o il cambiamento della vocazione industriale potrebbe provocare. La Meridionale Petroli è un presidio strategico sotto controlli ambientali e di sicurezza molto severi, condizioni che assicurano l’operatività di un’infrastruttura essenziale per la logistica calabrese. Qualunque modifica, senza un’adeguata programmazione e senza garanzie occupazionali certe, potrebbe compromettere violentemente la tenuta economica locale.
I lavoratori chiedono risposte chiare sui numeri legati al futuro lavorativo della zona, e si interrogano sulla capacità di un eventuale operatore turistico di assorbire professionalità e competenze specifiche che ruotano attorno a questa filiera. Preoccupano anche i mancati introiti fiscali per il territorio, che dalla struttura industriale ricavano tasse e risorse indispensabili per gli enti locali. L’assenza di un dialogo costruttivo con i sindacati alimenta il clima di sfiducia, lasciando i lavoratori marginalizzati e privi di voce in un processo che li riguarda direttamente.
Esclusione dal confronto politico e reazioni dei lavoratori all’applicazione delle scelte
Un altro elemento che emerge dall’appello è il senso di isolamento e tradimento vissuto dai dipendenti della Meridionale Petroli. Denunciano il fatto che le decisioni siano state prese senza coinvolgere chi rappresenta il lavoro e senza mettere sul tavolo elementi concreti come studi o dati a supporto di una transizione così drastica. Si criticano le politiche locali per aver preferito una narrazione positiva e comoda invece di affrontare le difficoltà reali legate all’occupazione e allo sviluppo economico.
I lavoratori dichiarano di non voler restare in silenzio e di voler chiedere conto in tutte le sedi delle scelte fatte sopra le loro teste. Ricordano che “dietro gli impianti e i serbatoi ci sono migliaia di persone con famiglie, figli, progetti di vita e comunità che si reggono sull’occupazione garantita dallo stabilimento.” Lo spirito dell’appello è quello di ottenere un confronto vero e dati concreti, senza slogan o decisioni affrettate che rischiano di danneggiare un equilibrio fragile ma ormai consolidato.
L’attenzione resta alta tra istituzioni, sindacati e cittadini in un contesto dove il futuro del sito di Vibo Marina rappresenta un crocevia tra economia industriale, sviluppo territoriale e diritti delle persone che lavorano. La vicenda evolve in un clima di forte tensione, che continuerà a essere monitorato da vicino dalle parti coinvolte e dalla comunità calabrese.
Ultimo aggiornamento il 18 Luglio 2025 da Matteo Bernardi