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La statua di Giacomo Mancini torna a Cosenza: posizionata a Palazzo De Matera tra memoria e storia locale

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Ritorno della statua di Giacomo Mancini a Palazzo De Matera, simbolo di memoria cosentina. - Unita.tv
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La statua dedicata a Giacomo Mancini, figura centrale della politica socialista calabrese, ha cambiato collocazione a Cosenza. Dopo essere stata per anni davanti alla sede del comune, il monumento è stato spostato sullo scalone monumentale di Palazzo De Matera. Questa dimora storica non è scelta a caso, ma rappresenta un legame diretto con la famiglia Mancini e la storia politica della città.

La ricollocazione della statua: un segno di rispetto verso la storia di Cosenza

Il trasferimento della scultura è stato ufficializzato il 25 luglio scorso, data simbolica per la comunità cittadina. Palazzo De Matera è un edificio che, oltre a ospitare la famiglia Mancini, si trova al centro di eventi storici significativi per Cosenza. La scelta di collocare la statua proprio qui sottolinea un gesto che va oltre il semplice spostamento di un monumento: si tratta di un riconoscimento pubblico e civile del ruolo di Giacomo Mancini nella storia politica e sociale locale.

La cerimonia ha dato voce a diverse istituzioni, rappresentanti e cittadini, uniti per ricordare l’importanza della figura di Mancini. Il monumento, infatti, non è solo un simbolo artistico ma un richiamo costante all’impegno politico e alla passione civile del leader socialista. Questa ricollocazione segna quindi un momento di riflessione sulla memoria collettiva di Cosenza e sulla sua identità.

Il valore della data del 25 luglio e il legame con la storia antifascista

La decisione di fissare l’evento proprio il 25 luglio non è casuale. Si tratta del giorno in cui, nel 1943, cadde il regime fascista in Italia, una tappa che Giacomo Mancini stesso aveva definito più volte come “il giorno più bello della mia vita”. Questa data ha un significato profondo per la famiglia e per la comunità, poiché vicino a Mancini c’è il ricordo del padre Pietro, vittima diretta del fascismo che subì diversi anni di confino.

Il richiamo a questa giornata fa emergere un doppio senso: da un lato si celebra la liberazione dal regime autoritario, dall’altro si riafferma il valore del sacrificio e della resistenza antifascista portata avanti da molti cittadini cosentini, tra cui la stessa famiglia Mancini. La statua ricollocata diventa quindi un punto di riferimento simbolico che si lega strettamente a queste radici storiche.

Le testimonianze della famiglia Mancini e la partecipazione della comunità locale

La cerimonia ha visto interventi diretti dei membri della famiglia Mancini, soprattutto di Pietro Mancini, presidente della fondazione omonima, e di Giacomo Mancini Jr., vicepresidente. Pietro ha ringraziato tutte le persone e le istituzioni che hanno sostenuto il progetto, definendolo una vittoria simbolica per il padre e per la memoria collettiva di Cosenza.

Giacomo Jr. ha parlato del ritorno del “leone” alla sua gente, definendo il momento come una festa per tutta la comunità che si ritrova attraverso la sua storia. Le parole dei familiari hanno sottolineato il valore di riappropriarsi di una memoria storica che rafforza i legami locali e aiuta a mantenere vivo il patrimonio politico e culturale del territorio.

Oltre ai familiari, ha partecipato alla cerimonia anche l’arcivescovo di Cosenza-Bisignano, monsignor Giovanni Checchinato, segno di come questa iniziativa coinvolga non solo la politica ma anche la chiesa e altri settori della città. Questo interesse trasversale fa capire che il ritorno della statua acquista un valore ampio, capace di parlare a diverse fasce della popolazione.

La nuova collocazione di quest’opera artistica e politica sembra dunque riuscire a unire il passato e il presente di Cosenza, mantenendo viva una testimonianza importante per le generazioni future.

Ultimo aggiornamento il 26 Luglio 2025 da Matteo Bernardi

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Matteo Bernardi

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