L’operazione antidroga condotta dalla squadra mobile di Reggio Calabria ha smascherato un vasto sistema criminale attivo nel traffico di cocaina proveniente dal Sudamerica. La ‘ndrangheta emerge come protagonista assoluta in questo commercio illegale che coinvolge importazioni su larga scala, contatti diretti con i narcos e coltivazioni locali di canapa indiana per la produzione di marijuana. L’indagine ha portato all’arresto di 21 persone, rivelando una rete articolata e ben organizzata che opera tra la Locride e altre aree della Calabria.
Il ruolo centrale della ‘ndrangheta nel traffico internazionale
Il procuratore facente funzioni di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo, ha sottolineato come la ‘ndrangheta non sia più solo un gruppo isolato ma una realtà integrata che gestisce con continuità relazioni internazionali nel narcotraffico. Le interlocuzioni con i cartelli sudamericani non sono più sporadiche o occasionali ma fanno parte di un disegno criminale unitario. Questo sistema consente alla ‘ndrangheta di controllare diverse fasi del percorso della droga: dall’importazione fino alla distribuzione sul territorio italiano.
Struttura e specializzazioni all’interno dell’organizzazione
La struttura dell’organizzazione è composta da vari gruppi specializzati in compiti differenti: alcuni si occupano esclusivamente dell’acquisto e trasporto dei carichi dal Sudamerica; altri mantengono i rapporti con i fornitori esteri; altri ancora gestiscono le coltivazioni locali per integrare l’offerta sul mercato nazionale. Questo approccio multiforme garantisce flussi costanti ed elevati quantitativi soprattutto nei punti chiave come gli aeroporti o le rotte marittime utilizzate per lo smercio.
Dettagli sull’indagine e le attività criminali scoperte
L’inchiesta svolta dalla squadra mobile reggina ha portato alla luce tre distinti gruppi collegati tra loro ma operanti su fronti diversi della filiera illegale. Alcuni indagati avevano il compito specifico d’importare grandi quantità di cocaina, mentre altri curavano direttamente le trattative coi narcos sudamericani per assicurarsi nuove forniture regolari.
Carico di cocaina fallito e valore economico
Un aspetto importante emerso riguarda anche il tentativo fallito d’introdurre oltre 300 chili di cocaina in Italia attraverso canali nascosti. Il valore stimato del carico avrebbe superato i 30 milioni euro, cifra che dimostra l’enorme dimensione economica delle operazioni messe in campo dalla ‘ndrangheta.
Parallelamente a queste attività sono state scoperte coltivazioni locali illegali dedicate a piante da cui si ricava marijuana venduta sia all’ingrosso sia al dettaglio nelle province calabresi coinvolte nell’inchiesta. Questa doppia strategia permette al gruppo criminale d’espandere il proprio controllo sulle sostanze stupefacenti presenti sul territorio senza dipendere esclusivamente dalle importazioni esterne.
Intervento alle porte dell’aeroporto Ciampino e sequestro significativo
Uno degli episodi più rilevanti emersi durante l’indagine riguarda un pacco intercettato all’aeroporto internazionale Ciampino destinato a un corriere completamente estraneo ai fatti incriminati. All’interno è stato trovato circa un chilo d’una cocaina purissima pronta ad essere immessa sul mercato italiano o europeo.
Questo episodio mostra come la rete utilizzasse anche metodi sofisticati per far transitare dosi importanti senza destare sospetti immediatamente evidenti agli operatori aeroportuali o alle forze dell’ordine presenti ai controlli standard.
Il sequestro conferma inoltre la presenza capillare del narcotraffico legata direttamente alla ‘ndrangheta anche fuori dai confini calabresi mostrando ampie ramificazioni nazionali capaci d’intercettare rotte fondamentali nel commercio illecito globale delle sostanze stupefacenti.