La giornalista Elisa Barresi denuncia minacce di morte e uso di foto manipolate sui social a Reggio Calabria

Elisa Barresi denuncia minacce e foto alterate sui social a Reggio Calabria. - Unita.tv

Davide Galli

2 Settembre 2025

La cronista e vicedirettore del sito “Il Reggino“, Elisa Barresi, ha presentato una denuncia alla Polizia postale e alla Questura di Reggio Calabria dopo aver ricevuto via social minacce di morte e intimidazioni. Le aggressioni online hanno coinvolto profili falsi e immagini alterate della giornalista, segnalando una crescente pericolosità per chi lavora nell’informazione in ambienti sensibili. La vicenda ha scatenato reazioni da parte delle istituzioni e degli ambienti giornalistici calabresi.

L’attacco via social con immagini manipolate e profili fake

Il 22 agosto scorso Elisa Barresi è stata contattata su Instagram da un account falso che l’ha informata di foto manipolate pubblicate a suo nome. Le immagini mostrano la giornalista con sullo sfondo alcune tombe, un montaggio realizzato con foto rubate da lei e sovrapposte a loculi cimiteriali. Il profilo che ha diffuso queste foto ha inoltre cercato più volte di inviare messaggi alla Barresi, con toni intimidatori.

Questa tecnica di attacco, che sfrutta profili fake e contenuti alterati, ha come obiettivo di colpire la reputazione e di intimorire la vittima. Per una giornalista impegnata in cronaca giudiziaria e in temi legati alla criminalità organizzata, il rischio di aggressioni digitali come questa rappresenta una minaccia concreta alla sicurezza personale e alla libertà professionale. La circolazione di contenuti falsificati sui social amplifica il potere dell’intimidazione.

La denuncia e l’intervento della procura di Reggio Calabria

Davanti a queste minacce, Barresi ha deciso di rivolgersi ufficialmente alla Polizia postale e alla Questura di Reggio Calabria, presentando una denuncia formale. La Procura della Repubblica di Reggio Calabria ha subito avviato le indagini per individuare l’autore dei messaggi e dei contenuti diffamatori e minacciosi.

Il coordinamento della Procura è centrale per dare seguito all’episodio e tutelare la giornalista da ulteriori attacchi. Nelle indagini verranno analizzati sia i profili social che le tracce digitali lasciate dall’autore del fake, cercando di risalire a identità e motivi del gesto. La tempestività nella denuncia e l’impegno degli investigatori indicano la grave attenzione riservata al caso.

Solidarietà da colleghi e reazioni delle istituzioni locali

L’aggressione digitale contro Barresi ha raccolto la solidarietà di colleghi e dirigenti del network LaC e del sito Il Reggino, inclusi i direttori e l’editore Domenico Maduli. I protagonisti del mondo dell’informazione calabrese hanno espresso vicinanza alla giornalista e ribadito l’importanza della libertà di stampa difronte a minacce e intimidazioni.

Anche figure istituzionali come il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, hanno manifestato sostegno a Barresi, mettendo in rilievo la sua competenza e il coraggio con cui porta avanti il lavoro di cronaca, spesso in contesti difficili. Tali attestati sottolineano l’urgenza di proteggere giornalisti che raccontano fatti delicati e scomodi, difendendo il diritto a informare senza timori.

Il fenomeno delle minacce online contro i giornalisti in Italia

L’episodio vissuto da Elisa Barresi rientra nel più vasto problema delle intimidazioni digitali contro operatori dell’informazione. Non di rado, su piattaforme come Instagram si diffondono messaggi di odio, minacce e post falsificati per colpire chi denuncia fatti di cronaca giudiziaria o criminale.

I profili falsi e la manipolazione di contenuti fotografici sono strumenti adottati per nascondere la reale identità degli aggressori e diffondere paura tra i giornalisti. Questa dinamica ostacola la libertà di stampa e rappresenta un elemento di rischio crescente per chi lavora in territori caratterizzati da infiltrazioni criminali o fenomeni mafiosi, come la Calabria.

L’impegno delle forze dell’ordine e la posizione degli organi per la libertà di stampa

La Procura di Reggio Calabria insieme alla Polizia postale sta affrontando con attenzione la vicenda. Il garante per la libertà di stampa, Valerio Marziale, ha definito l’aggressione “un attacco vile alla professione giornalistica”, richiamando l’urgenza di prevenire e reprimere azioni di questo tipo.

Il sostegno istituzionale e la collaborazione tra forze dell’ordine e enti difensori della stampa sono fondamentali per arginare il fenomeno delle minacce informatiche ai cronisti. Mantenere un ambiente sicuro in cui il giornalismo possa svolgersi senza intimidazioni costituisce una misura necessaria per la qualità e il rispetto dell’informazione pubblica.

Ultimo aggiornamento il 2 Settembre 2025 da Davide Galli