La vendemmia 2025 in Calabria segna una crescita della produzione di vino, con aumenti significativi in quasi tutte le province. Questa stagione evidenzia però le difficoltà che si sono presentate nel Crotonese a causa delle gelate primaverili. La raccolta in Italia parte in anticipo, alimentata dalle temperature elevate che hanno influenzato la maturazione delle uve. La qualità attesa si conferma buona o superiore.
L’aumento della produzione vinicola in Calabria e le eccezioni territoriali
Secondo le stime di Coldiretti, la produzione di vino in Calabria registra un incremento tra il 10% e il 15% rispetto all’anno precedente. Questo aumento riguarda quasi tutte le province della regione, segno di un andamento positivo per la viticoltura locale. L’unica eccezione significativa è rappresentata dalla provincia di Crotone, dove le gelate primaverili hanno danneggiato circa il 20% della produzione prevista. Le gelate hanno colpito soprattutto le aree vocate, compromettendo la fertilità di una parte del raccolto e abbassando i quantitativi finali.
Questi fenomeni meteorologici sono stati concentrati soprattutto nelle prime fasi della crescita delle viti, quando le piante erano più vulnerabili. Le altre province, in particolare quelle con terreni più favorevoli o microclimi meno esposti, hanno invece beneficiato di condizioni generali migliori. La stima di Coldiretti conferma un buon recupero per la Calabria, la cui produzione rimane comunque tra le più importanti per il Sud Italia. In questo contesto, non si segnalano variazioni rilevanti nella qualità delle uve raccolte, mantenendo così intatto l’appello dei vini calabresi nei mercati nazionali e internazionali.
L’andamento nazionale della vendemmia 2025 tra quantità e qualità
A livello nazionale, la produzione vinicola si attesta attorno ai 45 milioni di ettolitri, come segnalato dalla stessa Coldiretti. Si tratta di un risultato in linea con le medie degli ultimi anni, pur con margini di miglioramento in alcune regioni. La qualità generale delle uve raccolte oscilla tra il buono e l’ottimo, risultato di condizioni climatiche favorevoli e di una gestione attenta nei vigneti. Il quadro nazionale si caratterizza anche per un anticipo nella vendemmia, iniziata prima rispetto alla media storica.
Questa accelerazione è legata principalmente alle temperature sopra la norma che hanno accompagnato la stagione. Le alte temperature, infatti, hanno spinto rapidamente la maturazione delle uve, anticipando la raccolta e modificando i tradizionali calendari di lavoro nelle aziende agricole. Tra le varietà più precoci si segnalano il Pinot nero destinato alla produzione di spumanti, la cui raccolta è partita nei giorni scorsi in Sicilia, a Salemi . L’anticipo, pur avendo impatti sui tempi, appare ben gestito dagli operatori del settore.
Clima estremo e sfide per la produzione: siccità, malattie e insetti alieni
Diversi territori italiani hanno affrontato situazioni difficili a causa di condizioni meteo avverse. Siccità e piogge irregolari hanno ridotto la resa di alcuni vigneti, imponendo scelte più rigorose sui quantitativi raccolti. Secondo Coldiretti, però, questi eventi non hanno compromesso la qualità del vino prodotto. In più falde nella gestione della produzione, malattie come peronospora e oidio si sono manifestate in misura minore rispetto alle previsoni iniziali, evitando danni più pesanti.
L’azione di insetti alieni, ormai diffusi in varie aree viticole, ha rappresentato un ulteriore fattore di rischio. Questi parassiti hanno incrementato la necessità di interventi fitosanitari, innalzando i costi per le aziende agricole. Le spese maggiori riguardano sia la gestione dell’irrigazione in periodi di scarsità d’acqua, che le strategie di protezione delle uve dai patogeni. Nel complesso, le difficoltà meteorologiche e sanitarie hanno condizionato l’agricoltura vitivinicola, ma senza causare danni irreversibili o riduzioni eclatanti nelle produzioni.
Il quadro generale evidenzia un settore che continua a tenere, malgrado condizioni sempre più complesse. La combinazione di attenzione tecnica e adattamento ai cambiamenti climatici permette di mantenere saldi i risultati anche su scala nazionale e regionale.
Ultimo aggiornamento il 31 Luglio 2025 da Matteo Bernardi