L’inchiesta sulla grave intossicazione da botulino in Calabria continua a fare passi avanti, dopo due decessi e 14 ricoveri all’ospedale di Cosenza. La procura della Repubblica di Paola ha iscritto nel registro degli indagati una decima persona, un medico, che si aggiunge ai nove già coinvolti. Questo sviluppo amplia il quadro delle responsabilità sull’episodio che ha coinvolto diverse figure, dal commerciante ambulante ai responsabili delle aziende produttrici del prodotto contaminato.
Il profilo del decimo indagato e i dettagli sull’inchiesta aperta dalla procura di Paola
Nel corso dell’indagine avviata dalla procura di Paola, emerge la posizione di un decimo indagato, un medico che avrebbe visitato uno dei due pazienti deceduti a causa del botulismo. Questa nuova iscrizione nel registro segna un ampliamento significativo delle indagini, che fino a poco tempo fa vedevano sotto accusa cinque sanitari.
Il medico in questione viene ritenuto coinvolto nelle visite sanitarie a uno dei due malati deceduti, aspetto cruciale per ricostruire l’evolversi della situazione clinica e eventuali mancanze o ritardi nelle diagnosi. Il suo coinvolgimento porta a riflettere anche sulle procedure adottate nelle strutture sanitarie locali e sulla risposta all’emergenza sanitaria.
L’inchiesta mira a stabilire le responsabilità precise, sia sul fronte medico che su altri soggetti, per far luce sull’origine dell’intossicazione e su eventuali negligenze.
Gli altri indagati: una rete tra produttori, commercianti e sanitari del Cosentino
Tra i primi soggetti iscritti nel registro degli indagati figurano un ambulante che ha venduto il prodotto contaminato, tre dirigenti di aziende produttrici e cinque medici di due ospedali della provincia di Cosenza. Questi ultimi rispondono in particolare del ruolo avuto durante la gestione sanitaria dei pazienti arrivati in ospedale con sintomi di botulismo.
Il commerciante ambulante è sotto esame per la vendita dei panini potenzialmente alla base dell’intossicazione. Si cerca di chiarire come il prodotto sia arrivato sul mercato e se ci siano state violazioni nella catena di controllo alimentare.
Le ditte produttrici di alimenti sono al centro delle verifiche riguardo ai processi di produzione e conservazione dei prodotti venduti, in seguito ai primi accertamenti che hanno dimostrato la contaminazione da Clostridium botulinum.
I sanitari rispondono per la gestione clinica dei pazienti, alcuni dei quali hanno ricevuto diagnosi in ritardo o trattamenti non tempestivi. L’indagine mira a capire se ci siano stati errori medici o carenze organizzative nelle strutture coinvolte.
L’impatto dell’intossicazione da botulino nella sanità calabrese e le misure adottate
La tragedia dei due decessi ha sollevato grande preoccupazione nelle autorità sanitarie calabresi. L’ospedale di Cosenza ha accolto 14 pazienti intossicati, alcuni in condizioni critiche, sottoposti a cure intensive per contrastare la tossina botulinica.
Questo episodio ha messo in luce le difficoltà operative delle strutture sanitarie locali di fronte a emergenze legate a eventi alimentari gravi. Il caso ha richiesto una risposta urgente e coordinata, che ha coinvolto anche il sistema di vigilanza alimentare regionale.
Le autorità sanitarie hanno intensificato i controlli sui prodotti alimentari provenienti dalle aziende coinvolte e su tutte le reti di vendita ambulante nella zona interessata. Queste misure sono mirate a evitare ulteriori esposizioni al rischio di contaminazione.
L’inchiesta penale si intreccia con l’attività di prevenzione sanitaria, mentre la comunità locale rimane in stato di attenzione massima per i rischi connessi alla sicurezza alimentare.
Le indagini proseguono per accertare ogni responsabilità, chiarire l’origine dell’intossicazione e prevenire altre situazioni simili.
Ultimo aggiornamento il 11 Agosto 2025 da Giulia Rinaldi