Due uomini con precedenti penali sono stati fermati a Rosarno, in provincia di Reggio Calabria, con l’accusa di aver messo a segno otto rapine, fra consumate e tentate, in uffici postali e negozi. Le indagini, coordinate dalla procura di Palmi, hanno ricostruito una serie di colpi messi a segno nella Piana di Gioia Tauro e nella zona della Locride, con l’impiego di armi da fuoco, taser ed esplosivi.
Modalità e scenari delle rapine nella Piana Di Gioia Tauro e locride
Le rapine si sono svolte in vari comuni della Piana di Gioia Tauro e nella Locride, aree che hanno visto un aumento di episodi criminali negli ultimi anni. I due soggetti arrestati agivano in modo sistematico, entrando mascherati dentro uffici postali e negozi. Usavano pistole e taser per minacciare il personale, imponendo la consegna immediata di denaro contante. Non si sono limitati a minacce standard, ma avevano con sé anche esplosivi, probabilmente per intimidire maggiormente o per aprire cassette di sicurezza e casseforti.
Questi colpi, otto in totale tra effettuati e tentati, hanno colpito punti sensibili dove circolano contanti in buona quantità. La presenza di armi non convenzionali come il taser rappresenta un elemento di pericolosità elevata, un’aggiunta al potenziale aggressivo che rendeva le rapine particolarmente rischiose per le vittime.
Le rapine sono avvenute in momenti diversi e in luoghi distanti, dimostrando che la banda sapeva muoversi agilmente nel territorio e aveva pianificato ogni colpo con cura per sfruttare momenti di maggiore vulnerabilità degli obiettivi prescelti.
Dettagli sull’arresto e procedura giudiziaria a carico dei due soggetti
L’intervento che ha portato all’arresto dei due rapinatori è stato condotto dai carabinieri della Compagnia di Taurianova. I militari hanno agito in base a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Palmi, che ha accolto la richiesta formulata dal Procuratore della Repubblica Emanuele Crescenti.
Le indagini erano partite da alcune denunce e da numerosi elementi raccolti sul campo: video di sorveglianza, testimonianze, e anche tracce lasciate dai rapinatori nelle varie azioni. Le forze dell’ordine hanno seguito un fil rouge solido per risalire agli autori, che avevano lasciato segni chiari nonostante la cautela nell’uso di maschere e armi.
Il provvedimento restrittivo rispecchia la gravità degli episodi imputati. La misura cautelare in carcere si fonda sul rischio concreto di reiterazione dei reati e sull’elevato pericolo per la sicurezza delle persone e degli esercizi commerciali, minacciati anche con armi e dispositivi elettrici.
Si tratta di un colpo importante a un gruppo criminale che operava con metodi violenti e strumenti pericolosi in zone già segnate da problematiche sociali e criminali.
Ammontare complessivo del bottino e impatto sulle vittime delle rapine
Il totale del denaro sottratto nei otto episodi si aggira intorno a 50 mila euro. Una somma non trascurabile, soprattutto considerata la natura degli obiettivi: uffici postali e negozi, che spesso hanno margini ridotti ma servono comunità locali.
Le rapine hanno generato paura nei residenti e nei lavoratori delle zone coinvolte. I dipendenti degli uffici postali e dei negozi si sono trovati di fronte a situazioni di violenza diretta brandendo armi da fuoco e dispositivi elettrici. Queste esperienze hanno lasciato un segno, sebbene non siano stati riportati ferimenti gravi per ora.
Le somme sottratte, seppure elevate, rappresentano solo una parte dell’impatto: la presenza di armi e l’utilizzo di esplosivi hanno aumentato la tensione e il pericolo, destabilizzando il senso di sicurezza in ambiti quotidiani, come la posta e i negozi di quartiere.
L’azione delle forze dell’ordine ha bloccato questo ciclo criminale, ma rimane alta l’attenzione sulle aree interessate, dove fenomeni analoghi possono ripresentarsi se non sorvegliate con rigore.
Le operazioni portate a termine a Rosarno dimostrano il lavoro continuo delle forze dell’ordine contro attività criminali complesse e con rischi elevati per chi lavora e vive in queste zone del Mezzogiorno.
Ultimo aggiornamento il 23 Luglio 2025 da Andrea Ricci