
Burgez, noto fast food milanese nato durante Expo 2015, è entrato in liquidazione giudiziale a causa di gravi difficoltà economiche, riflettendo le sfide del settore della ristorazione veloce in città. - Unita.tv
Il marchio burgez ha dominato la scena dei fast food milanesi durante l’epoca di expo, diventando noto per un marketing provocatorio e un’offerta nello stile burgers all’americana. Negli ultimi mesi, però, la catena si è trovata in serie difficoltà economiche. Il tribunale di milano ha avviato la liquidazione giudiziale di burgez srl, decisione che coinvolge la società fondata da simone ciaruffoli. La vicenda offre lo spaccato delle sfide che affrontano molte attività nel mondo della ristorazione, specie in città come milano, crocevia del gusto e delle startup gastronomiche.
Come si è aperta la liquidazione giudiziale per burgez
Negli ultimi giorni il tribunale fallimentare di milano ha ufficializzato la liquidazione giudiziale per burgez srl, la società che gestisce il marchio nato in viale vittorio veneto 28. La liquidazione sostituisce la procedura fallimentare classica e punta a recuperare risorse dalla vendita dei beni aziendali per saldare i creditori. È un processo che mira a gestire in modo ordinato la crisi aziendale, passando dall’insolvenza alla possibilità di soddisfare parte dei debiti.
Ruolo del curatore nella fase di liquidazione
Il curatore nominato dal tribunale, l’avvocata francesca monica cocco, ha il compito di analizzare i documenti, verificare i beni presenti nei locali dell’azienda e stilare un inventario dettagliato. Una fase cruciale per capire quali asset potranno essere liquidati. L’udienza per l’esame dello stato passivo dei creditori è prevista per il 15 ottobre prossimo. Secondo la sentenza, i debiti scaduti superano abbondantemente i 30 mila euro mentre l’impresa stessa ha riconosciuto le sue difficoltà nel ricorso presentato.
Questa mossa della società rappresenta un tentativo di mettere ordine nel caos dei conti e di trovare una nuova partenza, anche se mette in luce i problemi concreti di sostenibilità economica dopo anni di espansione.
La storia di burgez e le sue strategie di marketing dopo expo 2015
Dal 2015 burgez ha lanciato una forte espansione, partendo dal cuore di milano, grazie all’onda lunga di expo. Il brand ha aperto locali in punti molto frequentati della movida come corso di porta ticinese, via savona e via marghera. Si è presentato come il primo fast food italiano dedicato al burger in stile statunitense, volendo far conoscere un nuovo modo di mangiare hamburger nel paese.
Campagne pubblicitarie provocatorie e reazioni contrastanti
Non si è limitato alla qualità del prodotto, ma ha puntato anche su una comunicazione irriverente e provocatoria. La catena ha organizzato campagne di guerrilla marketing che hanno catturato l’attenzione, anche se non senza suscitare qualche polemica.
Un esempio è la campagna del 2021, quando dentro le confezioni degli hamburger sono stati inseriti dei bigliettini che simulavano l’appello di una finta cassiera sfruttata e non pagata da mesi. L’iniziativa ha acceso dibattiti perché, in un momento segnato dalle difficoltà lavorative della ristorazione durante la pandemia, lo scherzo sembrava andare oltre il limite del gusto.
Nel 2019, inoltre, per la festa della donna burgez ha distribuito magliette con istruzioni su una posizione sessuale, provocando reazioni negative e la rimozione veloce dei riferimenti dai social. Le attività promozionali riflettono la personalità del fondatore simone ciaruffoli, che ha raccontato la sua esperienza anche nel libro “Il vangelo secondo burgez”, dove descrive un percorso dall’estrema povertà a un certo successo imprenditoriale.
Difficoltà nel settore della ristorazione veloce a milano
burgez si inserisce in un contesto milanese dove il mercato della ristorazione veloce si mostra allo stesso tempo ricco di opportunità e molto competitivo. Diverse realtà nate negli ultimi anni si sono poi trovate a dover affrontare crisi economiche, dovute a debiti, calo dei clienti o difficoltà nella gestione.
Esempi di altre catene in crisi a milano
Un caso simile è quello di vapore italiano srl, con il marchio “That’s Vapore” fondato dal milanese vanni bombonato, che ha dovuto affrontare anch’esso problemi economici. In liquidazione giudiziale è finito pure il gruppo sun tzu, nato nel 2015 da edoardo maggiori, con una rete di 12 locali a milano tra cui filetteria italiana e altre insegne di cucina fusion come magnaki ed el tacomaki.
Questi episodi mostrano come anche marchi noti e con un’ampia presenza sul territorio possano avere difficoltà nella gestione finanziaria, specialmente in un settore legato a costi elevati e margini stretti come quello della ristorazione veloce.
L’esperienza di burgez e di altre imprese simili evidenzia le difficoltà di trasformare l’espansione in stabilità economica a lungo termine, con la necessità di trovare soluzioni per ripartire o concludere le attività salvaguardando i creditori e il lavoro delle persone coinvolte.