Bruce springsteen è tornato a calcare il palco di Milano, regalando ai fan una serata intensa e ricca di emozioni. Lo storico artista americano ha scelto lo stadio San siro per questa tappa del suo tour, ripercorrendo le orme del concerto del 1985 che aveva segnato la sua prima apparizione nella città lombarda. La risposta del pubblico è stata calorosa, con un’ovazione paragonabile all’entusiasmo suscitato da un gol decisivo in una finale di Champions League.
L’atmosfera della serata e l’ingresso sul palco
Il concerto si è aperto con l’ingresso della leggendaria E street band accompagnata da Little Steven, reduce da un’operazione all’appendicite ma pronto a esibirsi senza riserve. Springsteen ha iniziato la performance con “no surrender”, dando subito energia alla folla accorsa numerosa allo stadio. Il collegamento emotivo tra artista e spettatori era palpabile: chi era presente nel lontano 21 giugno 1985 ha rivissuto quel momento storico mentre i più giovani hanno scoperto dal vivo la forza della musica rock.
Un san siro trasformato in arena
San siro si è trasformato in una grande arena dove ogni nota evocava ricordi profondi. L’atmosfera vibrava tra nostalgia e attesa per le canzoni successive tratte dall’album Born in the USA, pubblicato proprio prima dell’esordio milanese dell’artista nel ’85. Quel giorno rimane impresso nella memoria collettiva come uno dei concerti più significativi degli ultimi decenni.
Il messaggio politico durante il tour della terra della speranza e dei sogni
Springsteen non ha limitato la sua presenza al solo intrattenimento musicale ma ha voluto trasmettere un messaggio forte legato alla situazione politica americana attuale. Durante la serata milanese, infatti, ha parlato direttamente al pubblico definendo gli Stati Uniti come “la terra della speranza e dei sogni”, sottolineando però quanto questa immagine sia minacciata dalla gestione attuale del paese.
Una chiamata all’impegno democratico
Ha descritto l’amministrazione americana come corrotta, traditrice e incompetente invitando tutti ad alzarsi contro ogni forma di autoritarismo. La chiamata alla partecipazione democratica è stata scandita chiaramente mentre sui maxischermi scorrevano i sottotitoli in italiano per rendere accessibile il discorso anche ai presenti meno familiari con l’inglese.
Questa parte dello spettacolo conferma come Springsteen abbia sempre usato la musica non solo per raccontare storie personali o sociali ma anche per stimolare riflessioni civiche profonde nei suoi ascoltatori sparsi nel mondo intero.
Le canzoni simbolo scelte per evocare speranza e resistenza
La scaletta proposta durante questo evento comprendeva brani capaci di evocare sentimenti forti legati alla lotta quotidiana per i diritti civili e alle sfide poste dalla realtà contemporanea. Tra questi spiccava “land of hopes and dreams”, pezzo che racchiude perfettamente lo spirito combattivo ed ottimista che caratterizza da sempre Springsteen.
Ogni canzone scelta sembrava costruita apposta per mantenere alta l’adrenalina tra gli spettatori pur lasciando spazio a momenti riflessivi sul valore delle libertà individuali messe oggi sotto pressione in molte parti del mondo occidentale.
L’unione tra parole intense ed esecuzione musicale coinvolgente rendeva impossibile distogliere lo sguardo dal palco dove Springsteen guidava instancabile una band pronta a sostenere ogni passaggio emotivo attraverso chitarre elettriche potenti ed arrangiamenti dinamici tipici dello stile rock americano degli ultimi quarant’anni.