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Bomba davanti a casa del boss Demce: Roma sotto choc, la DDA indaga su una nuova faida

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Esplosione davanti alla casa del boss Demce, indagini in corso a Roma. - Unita.tv
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Il 15 luglio una bomba artigianale è stata trovata e disinnescata proprio davanti all’appartamento romano di Elvis Demce, uno dei nomi più noti della malavita capitolina. Grazie all’intervento degli artificieri si è evitata una tragedia, mentre la Direzione Distrettuale Antimafia ha subito aperto un fascicolo per capire se dietro ci sia la ripresa di scontri violenti tra bande rivali. Un segnale chiaro di una tensione che sta salendo nel mondo della criminalità romana, dove alleanze e interessi sembrano cambiare in fretta.

La bomba sotto casa: l’intervento degli artificieri salva Demce e fa scattare l’allarme

Quel 15 luglio gli artificieri della polizia hanno scoperto una bomba rudimentale piazzata proprio sotto la casa di Elvis Demce. Il boss, figura di primo piano nella malavita romana, sarebbe potuto finire in una vera e propria trappola. L’ordigno, pensato per provocare danni gravi, è stato però neutralizzato in tempo. Nessuno è rimasto ferito, ma l’episodio ha acceso un faro sulle rivalità in corso tra gruppi criminali.

La bomba, secondo le prime verifiche, avrebbe potuto causare una strage. La sua posizione non è casuale: chi l’ha messa voleva mandare un messaggio forte a Demce o a chi gli sta vicino. Prima di questo fatto, minacce di questo tipo non erano mai emerse così chiaramente. Questo gesto rappresenta una netta escalation nella violenza che si respira a Roma.

L’intervento rapido delle forze dell’ordine ha evitato il peggio, ma ha anche dato il via a una serie di indagini per scoprire chi ha preparato e piazzato l’ordigno. Si seguono piste che parlano di lotte tra cosche, vendette personali e guerre per il controllo del territorio, specie dopo i recenti arresti che hanno coinvolto lo stesso Demce.

Arresti A Gogo e un sequestro: il Nucleo Radiomobile fa scattare le manette

La bomba arriva in un momento delicato: il giorno prima i carabinieri del Nucleo Radiomobile avevano arrestato 14 persone legate a una rete criminale che ruota attorno a Demce. Tra le accuse più gravi c’è un sequestro di persona, messo in piedi contro un uomo vicino a Fabrizio Fabietti, ex braccio destro di Fabrizio Piscitelli, il Diabolik.

La rete criminale coinvolge, oltre a Demce, anche gruppi sudamericani assoldati dal boss per compiere azioni violente, come il rapimento e un tentato agguato a Giancarlo Tei, detto Lallo, figura di spicco a Tor Bella Monaca. Questi fatti rivelano una spaccatura profonda: Tei, un tempo alleato di Demce, è diventato ora uno dei suoi bersagli. È la fine di un periodo di quiete tra le fazioni, che apre la strada a una nuova fase di scontri e riorganizzazioni.

Gli arresti mostrano la complessità e la pericolosità delle alleanze nella mala romana. L’ingaggio di mercenari sudamericani cambia le carte in tavola in un ambiente già segnato da faide storiche e rivalità di lunga data.

Faida aperta: la bomba è il primo colpo dopo la morte di Diabolik

L’attentato contro Demce è il primo segnale di violenza dopo la morte di Fabrizio Piscitelli, il Diabolik, ex capo ultras e figura chiave nella criminalità romana. La sua morte ha lasciato un vuoto che molti cercano di riempire, Demce compreso, che sembra voler aumentare la sua influenza. Ma questo provoca scontri con altre fazioni.

Roma è oggi al centro dell’espansione di quella che gli investigatori chiamano la “Gomorra albanese”: gruppi etnici albanesi pronti a sfidare i clan tradizionali. Demce, condannato a 15 anni, è un protagonista di questa nuova realtà che mette in crisi gli equilibri storici, come quelli con i clan Senese, guidati da Giuseppe Molisso e Leandro Bennato.

Anche altri boss albanesi, come Ermal Arapaj, si muovono contro Demce. La bomba sembra un avvertimento, forse un tentativo di fermare la sua ascesa. Tutto questo racconta di una situazione esplosiva, senza molte speranze di calma, dove il controllo del territorio è la posta più alta.

Demce in carcere, ma ancora al centro delle indagini

Elvis Demce è in carcere ad Ascoli, dove è seguito per una patologia psichiatrica riconosciuta. Nonostante la detenzione, resta un pezzo grosso nelle dinamiche criminali di Roma. La DDA segue con attenzione ogni sviluppo, ipotizzando che la bomba possa essere un messaggio per lui, magari per costringerlo a collaborare o a lasciare il comando.

Gli investigatori non escludono che Demce stia subendo pressioni dall’interno del gruppo, con la minaccia di tradimenti o nuovi accordi che potrebbero cambiare gli equilibri della criminalità romana.

Nel frattempo, Roma si lascia alle spalle una giornata di tensioni altissime e silenzi carichi di paura dopo la bomba disinnescata. Nel caldo di luglio resta chiaro che la malavita è sempre pronta a colpire quando meno te lo aspetti. Le forze dell’ordine e la magistratura tengono gli occhi aperti, consapevoli che dietro ogni gesto si può nascondere l’inizio di qualcosa di molto più grande.

Ultimo aggiornamento il 26 Luglio 2025 da Giulia Rinaldi

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Giulia Rinaldi

Giulia Rinaldi osserva il mondo con occhio critico e mente curiosa. Blogger fuori dagli schemi, scrive di cronaca, politica, spettacolo, attualità, cultura e salute con uno stile personale e tagliente, mescolando analisi e sensibilità in ogni articolo. Il suo obiettivo? Dare voce a ciò che spesso passa inosservato.

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