Roma torna a puntare i riflettori sul quartiere Don Bosco, teatro di una violenta aggressione lo scorso 29 aprile. Quel giorno, un gruppo di giovani armati e incappucciati ha seminato il panico all’interno di una sala giochi in via Statilio Ottato, scatenando una spirale di tensioni che ha richiesto l’intervento deciso delle autorità. La risposta delle forze dell’ordine non ha tardato ad arrivare, con un’operazione coordinata tra Questura, Carabinieri e Guardia di Finanza per ripristinare la sicurezza nella periferia sud-est della città.
Il contesto del raid violento in via statilio ottato
Il 29 aprile il quartiere Don Bosco è stato scosso da un episodio di violenza fuori dal comune. Un gruppo di giovani – armati e con il volto coperto – ha fatto irruzione in una sala giochi, prima aggredendo alcuni giovani stranieri presenti e poi lanciandosi contro altri clienti italiani seduti a un tavolo. La scena è stata ripresa con telefoni cellulari e i video si sono velocemente diffusi sui social, diventando oggetto di attenzione immediata da parte degli investigatori.
I residenti hanno descritto quell’evento come una “guerriglia urbana”, perché quei momenti di caos e paura hanno avuto un forte impatto sul tessuto sociale locale. In molti hanno espresso preoccupazione, vista la natura brutale dell’aggressione e la facilità con cui quella violenza ha preso piede in un luogo pubblico normalmente frequentato da famiglie e giovani. Il fatto ha inoltre riacceso l’attenzione su alcune criticità del quartiere, già noto alle forze dell’ordine per episodi simili, seppur meno clamorosi.
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La strategia anti-degrado della questura di roma
L’episodio di violenza ha accelerato un impegno già in corso da mesi da parte della Questura con il cosiddetto “focus periferie”. Questa strategia prevede un presidio costante e capillare nelle aree più esposte di Roma per recuperare il controllo del territorio e garantire una presenza visibile delle forze dell’ordine. A pochi giorni dal raid, il prefetto Lamberto Giannini ha convocato un Comitato per l’Ordine e la Sicurezza pubblica. Il vertice ha segnato l’avvio di nuovi interventi volti a rafforzare i controlli e prevenire ulteriori escalation di violenza.
La decisione è arrivata anche in risposta alle pressioni dei residenti e delle associazioni locali, che chiedono risposte concrete e durature. Lo Stato, con questa azione congiunta, ha voluto mostrare una presenza decisa, indicando chiaramente che non piegherà mai la difesa dell’ordine pubblico, soprattutto in zone sensibili come il quartiere Don Bosco.
L’intervento delle forze dell’ordine nella periferia sud-est
A poche settimane dal raid, la Questura di Roma ha deciso di muoversi con un’operazione massiccia a tutela della sicurezza del quartiere. Il blitz, realizzato insieme a Carabinieri e Guardia di Finanza, ha concentrato i controlli nelle principali vie del quadrante Tuscolano, tra cui via Flavio Stilicone, piazza dei Consoli, piazza san Giovanni Bosco e piazza Quinto Curzio. Sono stati messi in campo numeri significativi: 150 persone identificate, 80 veicoli fermati e due perquisizioni.
Durante i controlli sono stati individuati anche due cittadini stranieri irregolari, già destinatari di decreti di espulsione. Le autorità, preso atto di questa situazione, stanno ora valutando le procedure per il loro rimpatrio. L’operazione ha riportato una presenza massiccia delle forze dell’ordine nelle strade più delicate del quartiere, per rispondere a quel clima d’incertezza e paura nato dopo il raid armato.
Impatto sociale e reazioni nel quartiere don bosco
L’attacco alla sala giochi non ha lasciato solo ferite fisiche, ma ha aperto divisioni e una forte tensione nella comunità locale. Famiglie e giovani studenti del quartiere hanno espresso paura e disagio, temendo che episodi simili possano ripetersi. Alcuni hanno sottolineato come quel luogo, prima di tutto, fosse un punto di ritrovo e svago, ora macchiato da un evento di violenza inaudita.
La mobilitazione delle forze dell’ordine ha quindi anche una valenza simbolica: far capire che non si piegherà il tessuto sociale ai fenomeni criminali. L’operazione di controllo e sorveglianza nelle vie limitrofe alla sala giochi intende restituire un senso di normalità, incoraggiando la presenza quotidiana di cittadini e famiglie nella zona.
Al momento resta alta l’attenzione degli investigatori che stanno esaminando i video e raccogliendo testimonianze per risalire a tutti i responsabili del raid armato, e consolidare la ricostruzione dei fatti. Il quartiere Don Bosco rimane sotto osservazione, mentre si cercano soluzioni efficaci per evitare che la violenza torni a esplodere nelle sue strade.