Un’operazione congiunta delle forze dell’ordine ha scosso diverse città italiane il 18 giugno 2025. Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma hanno eseguito 14 arresti e cercano ancora tre persone sospettate di far parte di un’organizzazione criminale dedita principalmente al traffico di droga, estorsioni e incendi dolosi. Le immense indagini condotte dalla procura antimafia romana si basano su intercettazioni e analisi di comunicazioni criptate, svelando una rete criminale che muoveva ingenti quantità di stupefacenti tra Lazio e Calabria.
La catena del narcotraffico e la sua espansione sul territorio nazionale
Le indagini, partite dall’arresto di Elvis Demce nel gennaio 2022, hanno portato alla luce il secondo livello della rete criminale. Demce, cittadino albanese condannato a 18 anni, era il punto di riferimento per un traffico di droga che muoveva tonnellate di sostanze illegali. L’ultimo blitz ha evidenziato come la gestione del mercato fosse affidata a soggetti che coordinavano le attività da dietro le quinte, gestendo i rapporti tra pusher e fornitori.
L’operazione ha interessato più province, con focus su Roma e Latina da un lato e Rossano, Reggio Calabria e Bovalino dall’altro. La movimentazione comprendeva diverse tipologie di stupefacenti : 338 chili di cocaina, 1510 chili di hashish e 70 chili di marijuana, spacciate tra le province citate in oltre un anno di attività. L’organizzazione si avvaleva di un sistema strutturato, capace di riempire il mercato locale e sostenere una domanda molto ampia.
Metodi brutali per il recupero crediti e casi eclatanti di estorsione
Le forze dell’ordine hanno documentato episodi violenti ai limiti del cinema criminale. In particolare, tre membri del gruppo minacciarono un debitore con incendi e agguati. Nel dettaglio, una sala scommesse a Roma venne incendiata per costringere il cliente a saldare un credito legato alla cocaina. A quel punto, i malviventi non si fermarono alle minacce verbali ma pianificarono un vero e proprio agguato, strisciando appostamenti e spingendo l’uomo a cedere 80 mila euro e un orologio di lusso per evitare ritorsioni.
Altri episodi evidenziano un uso spietato della forza per imporre pagamenti. Due complici estorsero 108 mila euro a un acquirente con modalità coercitive mentre un terzo caso vide un uomo minacciato con una pistola alla testa in una pineta, costretto a elargire 50 mila euro. Questi fatti rivelano l’intensità con cui la rete criminale mieteva profitti anche attraverso la violenza diretta, mantenendo il controllo sul territorio.
Lo stato attuale delle indagini e la persistenza della rete criminale
Anche se gli arresti di giugno rappresentano un duro colpo, la rete non è stata fermata del tutto. Tre sospettati sono ancora latitanti e le indagini vanno avanti per smantellare tutti i livelli dell’organizzazione. Le autorità lavorano per monitorare movimenti di denaro, comunicazioni e possibili nascondigli dove i latitanti possano rifugiarsi.
Esaminando la struttura emersa, si riscontra che sotto una facciata di normalità, con nomi comuni e attività apparentemente lecite, si muove un gruppo con legami internazionali. La gestione del traffico, l’intimidazione e il riciclaggio denaro seguono un linguaggio chiaro fatto di minacce e azioni violente. Il contrasto è quindi ancora aperto e la presenza di questi clan continua a condizionare molte realtà territoriali.
Il lavoro delle forze dell’ordine e della magistratura resta cruciale per limitare l’influenza di queste organizzazioni, ridurre i giri di droga e spezzare le catene del ricatto economico in diverse comunità del Paese.
