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Blitz a castello di cisterna: 21 arresti per mafia, droga e estorsioni nella provincia di napoli

Arrestati 21 membri di gruppi mafiosi attivi tra Somma Vesuviana, Sant’Anastasia e Napoli, accusati di associazione mafiosa, traffico di droga ed estorsioni. Operazione coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia.

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I carabinieri, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, hanno arrestato 21 persone legate al clan Mazzarella, accusate di associazione mafiosa, traffico di droga ed estorsioni tra Somma Vesuviana, Sant’Anastasia e Napoli. - Unita.tv

Un’operazione dei carabinieri ha portato all’arresto di 21 persone ritenute coinvolte in attività criminali di tipo mafioso tra Somma Vesuviana, Sant’Anastasia e Napoli. Le accuse spaziano dall’associazione mafiosa al traffico di droga, fino a estorsioni aggravate dal metodo mafioso. Dietro questo azione giudiziaria c’è il lavoro della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, che ha richiesto al giudice per le indagini preliminari l’emissione delle misure cautelari.

I dettagli dell’operazione nei comuni vesuviani

Nella mattinata del 2025, i carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna hanno eseguito un’ordinanza emessa dal gip di Napoli che disponeva l’arresto di 21 persone, di cui 19 destinate al carcere e 2 agli arresti domiciliari. Questi individui sono indagati per aver preso parte, in modi diversi, a un’associazione di tipo mafioso, impegnata anche nel traffico di sostanze stupefacenti, nel possesso e porto di armi, nonché in tentate estorsioni a imprenditori locali. Le misure sono arrivate dopo indagini approfondite coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, che hanno portato alla luce l’azione criminale nelle aree periferiche di Napoli.

L’operazione, di respiro ampio, ha smantellato due gruppi criminali identificati come attivi soprattutto tra Somma Vesuviana e Sant’Anastasia, due comuni della provincia di Napoli che fino a poco tempo fa non erano così noti per tali episodi. Entrambe le organizzazioni sono ritenute legate al clan Mazzarella di Napoli, da anni tra i gruppi criminali più influenti della città. Le forze dell’ordine hanno agito simultaneamente per evitare che i membri potessero prendere contatti o distruggere prove.

I profili delle due organizzazioni criminali emerse dalle indagini

Le indagini hanno permesso di delineare la presenza di due gruppi distinti, ma collegati tra loro, con funzioni e attività diversificate. La prima organizzazione è risultata particolarmente attiva nel controllo del traffico illecito di droga. Si occupava di rifornire vari punti di spaccio e ha accumulato un arsenale di armi, oltre a disporre di uomini pronti a difendere il territorio con la violenza o minacce. Questi dettagli emergono dalle interdettive telefoniche e dalle osservazioni dirette raccolte dagli investigatori.

Il secondo gruppo, altrettanto pericoloso, aveva scelto di “lavorare” sul piano delle estorsioni. Ha avanzato richieste di denaro a imprenditori e commercianti, usando metodi intimidatori riconducibili alle modalità tipiche della criminalità organizzata napoletana. Questa rete sosteneva le proprie strutture interne e i singoli affiliati attraverso le somme ottenute con le richieste estorsive. Le vittime descritte nelle indagini risiedono nella stessa zona, creando un clima di paura e controllo sulle attività economiche del territorio.

Entrambi i gruppi utilizzavano metodi mafiosi, non solo per estorcere o gestire traffici, ma seguendo un codice interno che rafforzava la coesione del clan Mazzarella. Tale presenza capillare sul territorio è stata confermata anche da testimonianze raccolte durante le indagini. Non a caso, i reati contestati presentano aggravanti legate proprio alle finalità mafiose, che aggravano le pene previste.

Il ruolo della procura e il peso della direzione distrettuale antimafia

Il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, ha firmato il comunicato che ha illustrato i risultati dell’operazione. Gratteri è figura ben nota per la sua lotta contro ogni forma di criminalità organizzata e segue da vicino anche le attività svolte in provincia di Napoli. La Direzione Distrettuale Antimafia si è mossa su più fronti, coordinando le indagini che hanno coinvolto intercettazioni, pedinamenti e analisi di documenti.

L’ordinanza emessa dal Gip ha accolto la richiesta di misure cautelari avanzata dalla procura, considerata la gravità delle accuse e il rischio di inquinamento delle prove o di reiterazione dei reati. La collaborazione tra le forze dell’ordine locali e i magistrati ha permesso di intervenire prima che la rete criminale potesse rafforzarsi ulteriormente. Si tratta di un segnale importante per il contrasto alle mafie fuori dal centro cittadino, dove spesso le organizzazioni possono agire con minor controllo.

L’azione giudiziaria punta a disarticolare i legami costruiti tra le due organizzazioni e il clan Mazzarella, un gruppo con radici profonde nella criminalità napoletana. Lo smantellamento di queste reti significa privare la malavita di fonti di guadagno e di controllo sociale su intere aree. Resta il lavoro di vigilanza su questi territori, per garantire che la popolazione viva libera da minacce costanti e che le attività economiche non siano soggette a intimidazioni.