Il quartiere popolare di Primavalle ha vissuto un blackout prolungato che ha privato centinaia di residenti dell’elettricità per quasi due giorni. Il guasto, iniziato il pomeriggio del 1° luglio, ha causato disagi pesanti soprattutto in una stagione estiva caratterizzata da temperature elevate. Famiglie con anziani e bambini si sono trovate a dover affrontare notti afose senza ventilatori o frigoriferi funzionanti, mentre il cibo deperibile andava perso e la tensione cresceva tra gli abitanti.
La durata del blackout e l’impatto sulle famiglie
Il blackout è cominciato nel pomeriggio di martedì 1° luglio ed è durato fino alle prime ore del mattino del 3 luglio, interessando principalmente le vie Maffi, Gasparri, Maglione e Tommaso De Vio. In totale quasi 48 ore senza corrente hanno messo in difficoltà molte persone che vivono nelle case popolari della zona.
Disagi causati dall’assenza di corrente
Durante questo periodo sono venuti meno i servizi essenziali come il raffreddamento degli ambienti interni tramite ventilatori o condizionatori. I frigoriferi spenti hanno provocato la perdita di alimenti freschi e surgelati indispensabili per molte famiglie con risorse limitate. L’assenza della corrente elettrica ha colpito anche chi necessitava di conservare medicinali a basse temperature.
Diversi anziani hanno scelto addirittura di trascorrere le notti all’aperto pur di trovare un po’ d’aria fresca. La situazione si è aggravata con l’aumento delle temperature estive, rendendo insopportabile la permanenza negli appartamenti al buio.
La protesta dei residenti contro l’abbandono delle periferie
Mercoledì sera la tensione è esplosa: i cittadini esasperati hanno deciso di scendere in strada per manifestare pacificamente ma con fermezza contro questa situazione insostenibile. Il blocco temporaneo del traffico nelle vie coinvolte era una richiesta urgente rivolta alle autorità competenti affinché intervenissero rapidamente.
Gli abitanti denunciavano non solo il disagio materiale ma anche quello morale legato al senso d’abbandono da parte delle istituzioni: “Qui ci sono bambini piccoli, malati e anziani – spiegavano – non possiamo più vivere così”. La protesta ha richiamato sul posto forze dell’ordine ed esponenti tecnici dell’Acea incaricata degli interventi sulla rete elettrica locale.
Problemi tecnici alla rete elettrica
Dopo un primo intervento Acea aveva ripristinato momentaneamente la corrente ma solo per poche ore prima che tornasse nuovamente il buio nel quartiere. La causa è stata individuata in un guasto tecnico complesso alla rete secondaria che alimenta quella zona specifica della città.
L’intervento definitivo si è concluso nella notte tra mercoledì e giovedì permettendo finalmente agli abitanti dei palazzi popolari coinvolti a tornare alla normalità dopo quasi due giorni drammatici senza energia elettrica.
I tecnici Acea hanno assicurato aver lavorato con urgenza per limitare i disagi ma molti residenti continuano a sentirsi trascurati dalle istituzioni cittadine soprattutto perché casi simili si verificano spesso nelle periferie romane già segnate da condizioni socioeconomiche precarie.
Un’estate segnata dai blackout nelle periferie romane
Primavalle non rappresenta un caso isolato: durante quest’estate diverse zone periferiche della capitale hanno subito interruzioni improvvise dell’erogazione energetica lasciando numerosi cittadini senza spiegazioni tempestive né soluzioni immediate.
Questi episodi mettono in evidenza le fragilità infrastrutturali presenti nei quartieri popolari dove vivere già comporta sacrifici quotidiani maggiori rispetto ad altre aree urbane più centrali o meglio servite dai servizi pubblici essenziali come l’elettricità stabile durante ondate climatiche particolarmente calde come quelle attuali.
Le richieste degli abitanti riguardano interventi strutturali capaci di migliorare realmente le condizioni abitative evitando emergenze ricorrenti capaci di mettere a rischio salute, sicurezza, dignità sociale. Nel frattempo però resta alta la preoccupazione sulla capacità delle autorità cittadine nel prevenire simili crisi nei mesi futuri.