Negli ultimi decenni il calcio femminile in Italia ha cambiato volto. Da realtà quasi invisibile è diventato un movimento in rapida crescita, con sempre più attenzione da parte del pubblico e delle istituzioni. Questa trasformazione, segnata da tappe fondamentali, ha portato a riconoscimenti sportivi e sociali fino al grande passo del professionismo. Nel suo libro, Pietro Scognamiglio racconta questa storia, intrecciando eventi sportivi e culturali che hanno portato la nazionale azzurra a una visibilità senza precedenti.
Dalle origini agli anni ’90: un cammino difficile
Il calcio femminile in Italia nasce negli anni Trenta, in un’epoca in cui questo sport era poco diffuso e spesso ostacolato da pregiudizi sociali. La sua crescita è stata lenta e piena di difficoltà. Le squadre si sono fatte strada piano piano, ma i risultati raramente trovavano spazio sui grandi media. Il vero cambiamento arriva negli anni Ottanta, quando la Federazione Italiana Giuoco Calcio decide di integrare ufficialmente il calcio femminile, inserendolo nella Lega Nazionale Dilettanti con la creazione della Divisione Calcio Femminile nel 1986. Quella svolta segna la fine di anni di marginalità e dà nuova spinta a competizioni più organizzate.
Durante gli anni Ottanta e Novanta il movimento cresce sia sul campo che nella gestione. La nazionale italiana inizia a partecipare regolarmente ai tornei internazionali, ottenendo buoni risultati. Nel campionato italiano emergono squadre come Torres, Verona e Brescia, che dominano prima dell’era del professionismo e consolidano il calcio femminile come disciplina seguita e praticata in molte regioni. Ma nonostante ciò, il calcio femminile resta ai margini del sistema professionistico, con problemi di visibilità e riconoscimento economico.
L’ingresso dei club maschili e la ribalta delle “ragazze mondiali” nel 2019
Il 2017 segna una svolta importante con l’ingresso dei club maschili nel calcio femminile. Le società più grandi scelgono di creare o acquisire squadre femminili, portando con sé più visibilità e investimenti. Questo movimento accende la curiosità soprattutto nelle grandi città. Il coinvolgimento di brand conosciuti e la presenza di giocatrici di alto livello fanno crescere l’interesse di tifosi e sponsor, trasformando il sistema in qualcosa di più solido e competitivo.
Il punto di svolta è il 2019, quando la nazionale femminile italiana partecipa ai Mondiali. Le azzurre conquistano il cuore di milioni di italiani e sfatano molti pregiudizi. Le partite vengono trasmesse in chiaro e raggiungono un pubblico vastissimo, con ricadute positive anche sull’attenzione sociale e politica verso il calcio femminile. Quella rassegna mondiale dà una spinta decisiva al cambiamento e apre la strada all’ultima grande rivoluzione: il passaggio al professionismo.
2022, l’anno della svolta: il calcio femminile diventa professionista
Il 2022 è un anno che entra nella storia del calcio femminile italiano. La FIGC ufficializza il passaggio al professionismo del massimo campionato femminile. Con questa decisione, si riconosce finalmente il valore sportivo e lavorativo di chi pratica questo sport su scala nazionale. È il risultato di anni di richieste e pressioni da parte di giocatrici, club e istituzioni.
Gabriele Gravina, presidente della FIGC, ha sottolineato come il riconoscimento delle pari opportunità passi anche attraverso lo sport e ha definito il calcio femminile italiano come segno di un cambiamento vero. Il professionismo apre nuove prospettive per le calciatrici, migliora le condizioni economiche e organizzative, e segna un futuro in cui il calcio femminile avrà pari dignità. Katia Serra, che ha vissuto da vicino questa evoluzione, ha ricordato il valore storico di questo momento, raccontando le tante storie di squadre e atlete che hanno scritto pagine importanti senza clamore.
La nazionale agli Europei: risultati che fanno rumore e un impatto mediatico forte
Prima dell’uscita del libro di Scognamiglio, la nazionale italiana allenata da Andrea Soncin ha fatto parlare di sé agli Europei. Dopo una fase a gironi convincente e la qualificazione ai quarti, le azzurre sono arrivate fino in semifinale, battute solo ai supplementari dall’Inghilterra, poi campione del torneo. Un risultato che conferma la crescita tecnica e mentale della squadra e porta ancora più attenzione sul movimento.
L’interesse intorno agli Europei ha confermato l’importanza del calcio femminile nella scena sportiva nazionale. Le partite trasmesse sulle principali reti hanno raccolto grande pubblico, contribuendo a un dibattito più maturo su temi come la valorizzazione dello sport femminile. Le azzurre sono diventate un modello per tante ragazze e hanno rafforzato la necessità di investire in strutture, formazione e competizioni di alto livello.
Dietro a questi successi non c’è nulla di casuale. Storie di sacrifici, cambiamenti sociali e investimenti graduali hanno trasformato un movimento marginale in un fenomeno nazionale con basi solide su cui costruire il futuro del calcio femminile in Italia.
Ultimo aggiornamento il 28 Luglio 2025 da Elisa Romano