Il trattamento di fine rapporto dei lavoratori del Consorzio Industriale di Potenza continua a rappresentare un problema irrisolto, nonostante siano passati quattro anni dalla messa in liquidazione coatta amministrativa del consorzio. Questo ritardo nella corresponsione dei pagamenti ha generato tensioni e richieste di intervento da parte della Femca Cisl, sindacato che si occupa della tutela dei diritti dei lavoratori coinvolti.
Situazione finanziaria del Consorzio Industriale Di Potenza e la liquidazione coatta amministrativa
Nel 2021 il Consorzio Industriale di Potenza è stato posto in liquidazione coatta amministrativa a seguito di difficoltà finanziarie ormai insostenibili. La decisione è stata presa per cercare di gestire la crisi economica in modo controllato, affidando l’amministrazione del consorzio a due commissari straordinari incaricati di guidare questo passaggio delicato. Il primo commissario, Giuseppe Fiego, ha operato fino alla fine del 2022, durante il quale ha erogato una parte del trattamento di fine rapporto, quella pari a circa il 30% delle spettanze accumulate dai lavoratori. Successivamente, a rilevare la carica è stato Luigi Vergari, attuale commissario e amministratore unico di ApiBas.
I motivi che hanno portato alla crisi del Consorzio Industriale riguardano la perdita di controllo finanziario e l’impossibilità di far fronte agli impegni economici presi, così da rendere inevitabile la liquidazione. Questo ha bloccato le normali procedure per la liquidazione di tutti gli stipendi e le spettanze di fine rapporto. La decisione di affidare la gestione della crisi a due commissari indica la complessità della situazione e l’intento di trovare una soluzione che salvaguardi gli interessi dei lavoratori e la continuità di alcuni servizi.
Diritto al trattamento di fine rapporto e mancato saldo per i lavoratori
I dipendenti coinvolti nella liquidazione del Consorzio Industriale di Potenza si trovano in una condizione di disagio, visto che non hanno ancora ricevuto la totalità del trattamento di fine rapporto, spettanza prevista dalla legge alla conclusione del rapporto di lavoro. La cifra liquidata fino a oggi copre solo il 30% del totale, lasciando aperto il 70% delle somme dovute. Questo ritardo ha suscitato la reazione della Femca Cisl, che definisce la situazione paradossale e insostenibile.
Da quattro anni i lavoratori attendono risposte e soluzioni, nonostante molti di loro siano stati nel frattempo assorbiti da Acquedotto Lucano, altra realtà locale che ha assunto parte dei dipendenti del consorzio. L’assorbimento non ha però comportato il pagamento del residuo del TFR, lasciando la questione insoluta. Questo contenzioso economico pesa anche sul morale e sulla serenità dei lavoratori, che non vedono ancora riconosciuto un diritto fondamentale nonostante gli sforzi messi in campo dalle parti sociali per tutelarli.
La mancata corresponsione delle somme residue riguarda direttamente anche la tutela economica delle famiglie, creando situazioni di incertezza e difficoltà. La Femca Cisl ha dunque orientato le sue richieste verso gli enti regionali e i commissari, chiedendo un intervento urgente che possa portare a uno sblocco della situazione.
Richieste e interventi della Femca Cisl per sbloccare la situazione
La Femca Cisl Basilicata ha chiesto un incontro urgente con le autorità regionali e i responsabili della liquidazione per discutere del caso e trovare una soluzione rapida al problema della mancata corresponsione del TFR. Tra le figure chiamate in causa figurano il presidente della giunta regionale, Vito Bardi, l’assessore allo sviluppo economico, Francesco Cupparo, e il commissario straordinario, Luigi Vergari.
La richiesta si concentra sull’individuazione di una via che possa permettere ai lavoratori di ricevere il saldo degli importi dovuti, dopo anni di attesa. Il coinvolgimento della Regione Basilicata è fondamentale dal momento che la crisi del consorzio incide sul tessuto economico locale. I sindacati ritengono che senza un intervento deciso si rischia di prolungare ulteriormente la sofferenza degli ex dipendenti.
Questo sollecito rappresenta una pressione istituzionale e sindacale rivolta ai soggetti coinvolti nella gestione della liquidazione, con l’intento di creare un quadro chiaro sui tempi e sulle modalità degli eventuali versamenti. La speranza è che le parti possano trovare un accordo e completare il processo di liquidazione economica, facendo così cessare una situazione problematica che perdura da troppo tempo.
Ultimo aggiornamento il 19 Luglio 2025 da Serena Fontana