L’agricoltura in Basilicata sta affrontando una crisi idrica seria che mette a rischio coltivazioni e raccolti. Mentre si avvicina il consiglio regionale straordinario del 21 luglio, il “Comitato Spontaneo Giovani Agricoltori Lucani” lancia un appello diretto alle istituzioni. Chiede una gestione chiara e efficace dell’acqua, con misure concrete. E spinge per la nomina di un commissario esterno che prenda in mano la situazione senza tentennamenti.
La protesta degli agricoltori: basta parole, servono fatti
Il Comitato parla chiaro: la crisi idrica sta facendo pagare un prezzo altissimo all’agricoltura lucana. Se il consiglio regionale non porterà soluzioni reali, la mobilitazione degli agricoltori sarà inevitabile. Non vogliono un altro incontro che si riduca a una passerella o a una protesta senza seguito. Pretendono impegni veri, capaci di fare la differenza.
Non è solo una questione di rabbia o di proteste emotive. Dietro c’è un’analisi concreta di una situazione che non convince. L’agricoltura è uno dei pilastri dell’economia locale, e tutto dipende dall’acqua. Il consiglio del 21 luglio è un passaggio decisivo. Il Comitato chiede alle autorità di smettere di parlare a vuoto e di prendere provvedimenti concreti, con interventi mirati e responsabilità chiare.
Le parole dell’assessore Cicala tra dubbi e tensioni
Le dichiarazioni dell’assessore regionale alle politiche agricole, Carmine Cicala, non hanno convinto tutti. Ha definito la crisi “meteorologica” e assicurato che l’acqua arriva agli agricoltori. Ma il Comitato Spontaneo ritiene che questa lettura sia parziale e lontana dalla realtà delle campagne. Per loro, le parole dell’assessore sembrano più un tentativo di rassicurare l’opinione pubblica che una valutazione basata su dati concreti.
Questa differenza di vedute alimenta sospetti e malumori, soprattutto perché è stato convocato un consiglio straordinario, segno che la crisi è reale. Il Comitato chiede un quadro preciso sulla disponibilità idrica e una relazione pubblica che spieghi perché si è arrivati a questa mobilitazione. La trasparenza è fondamentale per evitare tensioni inutili e dare agli agricoltori tutte le informazioni di cui hanno bisogno.
Il gruppo non si accontenta di attribuire la crisi solo al clima. Ricorda che la gestione dell’acqua deve essere pianificata e coordinata, indipendentemente dal tempo che fa. Serve una fotografia chiara e condivisa per mettere in campo strategie efficaci e durature, senza lasciare intere comunità nel dubbio.
La richiesta: un commissario esterno per gestire l’acqua senza influenze politiche
Per uscire dall’impasse, i giovani agricoltori propongono di nominare un commissario straordinario, esterno alla politica locale. Questa figura avrebbe il compito di gestire direttamente e senza interferenze le risorse idriche della Basilicata. In un contesto definito complicato, servirebbe qualcuno che faccia ordine e controlli in modo imparziale la distribuzione dell’acqua agli agricoltori.
La proposta nasce anche dalla voglia di chiarezza e responsabilità. Il Comitato vuole andare oltre le solite dichiarazioni politiche e le discussioni di rito. Serve una guida netta, capace di rispondere con azioni concrete alla crisi. Un commissario potrebbe fissare regole chiare e monitorare costantemente la situazione, evitando confusione o gestione a favore di pochi.
Dietro questa richiesta c’è anche una frustrazione diffusa per i modelli di governo locali, ritenuti poco efficaci nel risolvere i problemi veri. Gli agricoltori vedono nel commissario una garanzia per il territorio, ormai stanco di tensioni legate alla scarsità d’acqua e ai danni che questa provoca alle colture e all’economia.
Trasparenza, dati alla mano e responsabilità: le condizioni per uscire dalla crisi
Nel comunicato il Comitato insiste: per affrontare la crisi serve un confronto chiaro, basato su dati aggiornati e verificabili. Bisogna sapere con precisione quanta acqua è disponibile. Solo così si possono prendere decisioni condivise da tutti, agricoltori e cittadini.
La trasparenza diventa la parola chiave per una gestione credibile delle risorse. Senza un quadro chiaro, le parole restano vuote e non aiutano chi lavora la terra sotto pressione. Il Comitato avverte anche che, se la crisi fosse sottovalutata o negata, la Regione deve comunque spiegare le ragioni della mobilitazione e delle misure adottate.
Infine, si chiede un atto di responsabilità a chi ha diffuso comunicazioni poco chiare o ha gestito male la situazione. Il Comitato chiama in causa istituzioni e singoli, invitandoli a riconoscere eventuali errori e, se serve, a fare un passo indietro. L’obiettivo è mettere l’interesse dell’agricoltura e della Basilicata al primo posto, evitando personalismi o giochi di potere che rischiano solo di aggravare una crisi già delicata.
Ultimo aggiornamento il 19 Luglio 2025 da Andrea Ricci