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Al centro rimpatri di Palazzo San Gervasio, sospetti e interrogazione urgente al ministro dell’Interno

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Sospetti al centro rimpatri di Palazzo San Gervasio, interrogazione al ministro. - Unita.tv
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Il senatore Daniele Manca, commissario regionale del Partito democratico in Basilicata, ha sollevato un vero caso sul Centro di permanenza per i rimpatri di Palazzo San Gervasio, in provincia di Potenza. Ha presentato un’interrogazione urgente al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, chiedendo spiegazioni sulla gestione del centro, sulle pratiche adottate e sull’uso dei soldi pubblici. La struttura, secondo alcune organizzazioni, è stata persino ribattezzata “la Guantanamo italiana” per le condizioni segnalate.

Denunce di abusi e condizioni da incubo nel centro di Palazzo San Gervasio

Nel testo dell’interrogazione, Manca riporta accuse pesanti: somministrazione forzata di farmaci ai trattenuti, maltrattamenti di vario tipo e gravi carenze sotto il profilo sanitario e igienico. Queste segnalazioni arrivano da più fonti e riguardano aspetti delicatissimi legati ai diritti umani nelle strutture di detenzione. Si parla anche di impedimenti alle ispezioni parlamentari, con il centro che avrebbe ostacolato controlli previsti proprio per verificare le condizioni interne.

Di fronte a questi abusi sono scattate diverse inchieste giudiziarie, con accuse che vanno da maltrattamenti a frode, truffa aggravata e perfino tortura. Non si tratta solo di responsabilità individuali, ma di un problema che coinvolge tutto il sistema di gestione del centro. Le segnalazioni descrivono un quadro allarmante che chiede risposte immediate per garantire il rispetto delle regole e delle persone trattenute.

Chiarezza e interventi immediati: le richieste all’Interno

Nel documento ufficiale, Manca chiede al ministro Piantedosi quali misure intenda adottare per mettere fine a questa situazione e riportare condizioni dignitose e umane nel centro. Richiede anche un’ispezione ministeriale per capire come stanno davvero le cose e verificare il rispetto delle norme, soprattutto dopo i problemi segnalati durante le visite parlamentari.

Particolare attenzione viene dedicata alla gestione economica del centro. Si vuole far luce su quanti soldi pubblici sono stati stanziati e come sono stati spesi. I dubbi sulla trasparenza nelle operazioni finanziarie sono al centro della questione: si vuole capire se i fondi dello Stato siano stati usati correttamente o se, come dicono le accuse, siano finiti altrove.

Il Pd batte sul tema diritti umani e trasparenza

Manca sottolinea che è inaccettabile che una struttura pubblica, finanziata con soldi di tutti, possa diventare teatro di violazioni gravi dei diritti fondamentali. Il rispetto della dignità umana è il punto chiave della critica politica rivolta a come viene gestito il centro. Il Partito democratico lucano si mostra attento a questo tema, chiedendo vigilanza sulle attività che riguardano le strutture statali.

Questa interrogazione si inserisce in un quadro più ampio di denunce sulle condizioni dei centri di permanenza per i rimpatri in Italia, spesso indicati come luoghi difficili e problematici per i migranti. La pressione politica mira a spingere il governo a mettere in campo controlli più severi e a rispettare le norme nazionali e internazionali sui diritti umani.

La vicenda sarà seguita da vicino. Il suo sviluppo potrebbe pesare sulla credibilità delle istituzioni coinvolte e sul rispetto dei principi di legalità e trasparenza nel sistema di accoglienza e rimpatrio.

Ultimo aggiornamento il 30 Luglio 2025 da Davide Galli

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Davide Galli

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