Baby gang indagato per accesso illecito a dispositivi e divieto di dimora a Catania, cancellato concerto di agosto

Indagini della Procura di Catania su Zaccaria Mouhib, noto come Baby Gang, per accesso illecito a comunicazioni e violazione della sorveglianza speciale, con impatti sulla sua carriera musicale.
Il rapper Baby Gang è indagato dalla Procura di Catania per accesso illecito a dispositivi di comunicazione e violazione della sorveglianza speciale, con conseguente stop a un suo concerto dopo un video sospetto mostrato durante una sua esibizione. - Unita.tv

Il caso che coinvolge il rapper Zaccaria Mouhib, noto come Baby Gang, sta attirando attenzione dalle forze dell’ordine e dai media, dopo l’apertura di un’indagine della Procura di Catania per alcune irregolarità emerse durante un concerto svolto lo scorso maggio. Le accuse vanno dal concorso per accesso indebito a dispositivi di comunicazione fino alla violazione della sorveglianza speciale con divieto di presenza nel capoluogo etneo. Tutte le conseguenze di questi fatti si riflettono sul futuro dell’artista, compreso lo stop forzato alla sua esibizione in programma a Villa Bellini.

Le accuse contro baby gang: i reati contestati e la misura di prevenzione

La Procura di Catania ha avviato una complessa indagine nei confronti di Zaccaria Mouhib, 24 anni, meglio conosciuto come Baby Gang. L’accusa principale riguarda il concorso per accesso indebito a dispositivi di comunicazione da parte di detenuti, aggravato dal fatto di aver favorito un’organizzazione mafiosa. Inoltre, l’artista è sotto osservazione per aver violato una misura di prevenzione, ossia la sorveglianza speciale, che gli proibiva di sostare nel centro di Catania.

La Questura di Lecco, in collaborazione con quella di Catania, ha eseguito una perquisizione domiciliare a Calolziocorte, nel lecchese, sequestrando lo smartphone del rapper. Questo dispositivo verrà esaminato da tecnici specializzati per ricostruire cosa sia realmente accaduto con il telefono, che potrebbe aver permesso comunicazioni vietate. Inoltre, al rapper è stato notificato un foglio di via obbligatorio emanato dal questore di Catania, che vieta la sua presenza nella città per i prossimi quattro anni.

La misura ha un impatto immediato sulla sua attività artistica, visto che il concerto programmato per l’8 agosto a Villa Bellini è stato cancellato per impedire qualsiasi violazione della disposizione.

Il video contestato durante il concerto del 1 maggio: una chiamata sospetta con il nipote di un boss mafioso

Al centro dell’attenzione c’è la performance tenuta da Baby Gang il primo maggio scorso, durante l’One Day Music Festival sulla spiaggia della Plaia di Catania. Prima di cantare il brano “Italiano”, nato in collaborazione con Niko Pandetta, il rapper ha mostrato al pubblico un video dal suo smartphone. Le immagini riprendevano una videochiamata, o forse una registrazione, con il nipote di Turi Cappello, noto boss mafioso della zona.

L’artista, dal palco, ha incitato la folla con parole riferite a Niko Pandetta, mentre mostrava il volto di quest’ultimo nel video. I presenti hanno filmato la scena e poi pubblicato i filmati sui social network, facendoli diventare virali nel giro di poche ore. Non è ancora stato accertato se quella fosse una comunicazione in diretta o un filmato già registrato.

Questo gesto ha fatto scattare il sospetto che dal carcere calabrese dove Pandetta è detenuto dal ottobre 2024 possa essere avvenuto un contatto illecito con il concerto di Catania.

Le indagini sulle comunicazioni dal carcere e i sequestri di dispositivi

Per chiarire se Niko Pandetta abbia potuto comunicare direttamente dal carcere, la Procura di Catania ha dato mandato alla squadra mobile per accertamenti specifici. Il 3 maggio 2025, nel carcere di Rossano, la polizia penitenziaria ha effettuato una perquisizione nella cella di Pandetta trovando e sequestrando un telefono cellulare.

Questo ritrovamento è alla base dell’inchiesta sull’accesso illecito a dispositivi di comunicazione da parte di un detenuto. L’indagine vuole capire anche se, e in che modo, il detenuto abbia influito sull’esibizione a distanza o abbia mandato il video mostrato da Baby Gang il primo maggio.

Un intreccio tra musica, legalità e controllo penitenziario

Questi episodi sono al centro di una linea investigativa che riguarda la gestione delle comunicazioni in carcere e il controllo sulle attività che potrebbero favorire gruppi criminali esterni. Il sequestro del cellulare dimostra l’impegno delle autorità nel monitorare episodi di questo tipo e impedire eventuali forme di collaborazione illegale tramite tecnologia.

La situazione coinvolge diversi attori del mondo musicale e giudiziario, mettendo in luce un intreccio tra cultura urbana, legalità e controllo penitenziario che continua a contrastare ogni tentativo di illecita comunicazione dall’interno degli istituti di detenzione.