aumento della violenza contro le persone lgbt+ in italia: dati e realtà del 2025
Aumento della violenza e discriminazione verso le persone lgbt+ in Italia, con un quarto delle vittime che subisce aggressioni. Cresce la sfiducia nel sistema e il disagio psicologico tra i giovani.

Negli ultimi 12 mesi, Gay Help Line ha registrato oltre 21.000 contatti, evidenziando un aumento della violenza, discriminazione e difficoltà di denuncia per le persone LGBT+ in Italia, con gravi conseguenze sulla salute mentale e il bisogno di supporto integrato. - Unita.tv
Negli ultimi dodici mesi, i contatti registrati da Gay Help Line 800 713 713 e dalla chat Speakly.org hanno superato i 21 mila. Dati emersi in occasione della giornata mondiale contro l’omobitransfobia mostrano un aumento significativo della violenza e discriminazione verso le persone lgbt+, con un quarto di queste persone che ha subito aggressioni dirette o molestie. Le informazioni raccolte evidenziano aspetti complessi, tra cui la difficoltà nel denunciare e un impatto sempre più grave sulla salute mentale.
L’aumento degli episodi di violenza e discriminazione
Nel 2025 la percentuale di persone che si sono rivolte ai servizi di supporto dopo aver subito violenza o discriminazione è salita al 65%, un aumento netto rispetto al 53% registrato nell’anno precedente. Il fenomeno si manifesta soprattutto dopo il coming out, un momento particolarmente delicato che, nel 48,7% dei casi, precede gli atti di aggressione.
Questa forma di violenza colpisce in gran parte giovani e adolescenti, spesso costretti a chiudersi in sé stessi o a lasciare la propria casa per evitare ulteriori abusi. Le minacce e le molestie sono cresciute, coinvolgendo il 28,2% delle persone assistite, mentre le aggressioni fisiche riguardano il 12%. Le rapine a sfondo omotransfobico, pur più limitate , colpiscono con particolare intensità donne transgender, amplificando una situazione già critica per questa categoria.
La violenza nello spazio domestico
La dinamica di violenza nello spazio domestico indica una realtà in cui il rifiuto familiare rappresenta un fattore scatenante. Molti giovani lgbt+ si trovano a dover affrontare la solitudine e la mancanza di protezione nell’ambiente più vicino, con conseguenze pesanti sul loro stato psicofisico.
Difficoltà nel denunciare e sfiducia nel sistema
Nonostante la gravità degli episodi denunciati, la gran parte delle vittime evita di rivolgersi alle forze dell’ordine. Solo il 12,8% ha fatto denuncia, segno di un diffuso senso di sfiducia verso gli strumenti disponibili per la tutela legale. A questa situazione contribuisce l’assenza in italia di leggi specifiche contro i crimini d’odio legati all’orientamento sessuale o all’identità di genere.
Molte persone lgbt+ scelgono di non dichiarare apertamente la propria identità, né in famiglia, né in ambito lavorativo. Questo silenzio rende più difficile anche raccogliere dati affidabili sui reati subiti e ostacola ogni tentativo di protezione da parte delle istituzioni o di promuovere campagne di sensibilizzazione efficaci. La mancanza di un quadro normativo chiaro e di punti di riferimento si traduce, insomma, in un aumento della vulnerabilità delle persone lgbt+.
La sfiducia nei confronti delle istituzioni
“Solo una piccola percentuale si sente abbastanza sicura da poter denunciare, mentre la maggioranza preferisce il silenzio per paura di ritorsioni o indifferenza”, evidenziano gli operatori dei servizi di supporto.
L’impatto sulla salute mentale e la presenza delle terapie di conversione
Il disagio psicologico si manifesta in modo evidente tra chi si rivolge ai servizi di aiuto. Il 30,3% delle persone assistite riferisce sintomi legati ad ansia, senso di isolamento, disperazione. Questi dati sottolineano la necessità di interventi dedicati, che siano capaci di affrontare il trauma legato alle continue discriminazioni.
Una problematica ancora più grave riguarda le cosiddette terapie di conversione: il 10,8% di chi ha chiesto aiuto ha raccontato di essere stato sottoposto a pratiche non scientifiche, spesso violente, utilizzate da gruppi religiosi per tentare di modificare l’orientamento sessuale o l’identità di genere. Queste esperienze aggravano il peso psicologico e causano danni duraturi, soprattutto su giovani in fase di formazione.
Effetti a lungo termine
La mancanza di un riconoscimento sociale adeguato e l’ostilità che persiste in alcuni contesti fanno da sfondo a questa situazione. Le difficoltà emotive si accumulano e rischiano di trasformarsi in problemi cronici, come il disturbo post-traumatico o la depressione severa.
Esclusione sociale, lavoro e emergenze abitative
Le conseguenze sociali sono evidenti nei numeri raccolti. Oltre un terzo delle persone assistite si è trovata ad affrontare condizioni di emergenza abitativa, spesso causate dall’allontanamento forzato dalla famiglia o da una marginalizzazione crescente. Questi dati confermano una vulnerabilità strutturale per chi appartiene alla comunità lgbt+.
La difficoltà a trovare un lavoro si manifesta nel 10,8% dei casi, anche a causa di discriminazioni sistemiche che si presentano nel 31,4%. Questa situazione colpisce in modo ancora più marcato persone transgender e non binarie, con percentuali che arrivano al 41,1%. Gli ostacoli sul piano professionale limitano le possibilità di autonomia e mettono a rischio la stabilità di molte persone.
Povertà e isolamento sociale
Venendo meno la rete di protezione sociale, cresce il rischio di povertà e isolamento. Le difficoltà abitative si combinano con problemi psicologici, ampliando il disagio. Questi aspetti segnalano la necessità di interventi mirati su più fronti, sia nel sociale che nel lavoro, per offrire concretamente alternative e tutele.
Bullismo omotransfobico e difficoltà nelle scuole
Il contesto scolastico continua a registrare episodi di bullismo con matrice omotransfobica. Nell’ultimo anno la percentuale di casi segnalati è salita all’8,5%, con un aumento rilevante di 2,5 punti percentuali rispetto all’anno passato. Questi fatti hanno un impatto particolare sui ragazzi e le ragazze lgbt+ in età adolescenziale.
Le vittime tendono a reprimere la propria identità per paura delle reazioni negative, un comportamento che incrementa l’isolamento e genera senso di solitudine. Sono in aumento anche i pensieri suicidari, un dato drammatico che evidenzia quanto ancora sia difficile offrire un ambiente scolastico realmente protetto e inclusivo.
Carenza di programmi di prevenzione
La mancanza di adeguati programmi di prevenzione e la scarsità di interventi tempestivi alimentano un clima di insicurezza. Scuole e istituzioni faticano ad affrontare questa emergenza, lasciando molti ragazzi a combattere da soli contro discriminazioni e attacchi continui.
Il sostegno di gay help line: numeri e servizi attivi
Gay Help Line 800 713 713 ha intensificato negli ultimi mesi i percorsi di aiuto rivolti alla comunità lgbt+. La coordinatrice Alessandra Rossi ha confermato che il 68,4% delle persone raggiunte ha ricevuto supporto psicologico, mentre il 32,8% è stato seguito in ambito legale. Un altro 12,6% ha ottenuto assistenza per l’accesso a terapie ormonali, essenziali per molte persone transgender.
L’accoglienza ha rappresentato un punto chiave, con il 34,5% delle richieste orientate a trovare soluzioni abitative temporanee o stabili. Questi interventi nascono dalla consapevolezza della complessità delle storie portate ai servizi, che includono violenze, esclusioni sociali e problemi sanitari.
“La risposta integrata tra assistenza legale, psicologica e sociale è fondamentale per offrire un aiuto concreto e completo alle persone lgbt+ in difficoltà”, afferma Alessandra Rossi.
Le attività di Gay Help Line si confermano un punto di riferimento in un contesto dove ancora mancano tutele diffuse.