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Aumento dei casi di radicalizzazione giovanile e misure antiterrorismo in Italia nel 2025

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Negli ultimi mesi, l’Italia ha registrato una crescita preoccupante di giovani coinvolti in processi di radicalizzazione jihadista. Le autorità hanno intensificato i controlli e le attività di prevenzione, soprattutto dopo alcuni arresti che evidenziano come la minaccia non riguardi solo soggetti già noti ma anche persone molto giovani, spesso influenzate da propaganda online. Questa situazione si inserisce in un contesto internazionale segnato da tensioni crescenti in Medio Oriente e dall’ampliarsi delle operazioni militari nella regione.

Il caso del ventenne marocchino a perugia: un segnale d’allarme

Giovedì scorso a Perugia i carabinieri del Ros hanno arrestato un giovane ventenne di origine marocchina che si era dichiarato disponibile ad aderire all’Iskp, la formazione dello Stato Islamico attiva nella regione del Khorasan. Questo episodio rappresenta uno degli ultimi casi emersi nel quadro della radicalizzazione giovanile nel nostro paese. Non è raro ormai imbattersi in situazioni simili dove anche minorenni o ragazzi poco più grandi vengono attratti dalla causa jihadista tramite internet.

La facilità con cui questi ragazzi entrano in contatto con contenuti estremisti online rende difficile il monitoraggio diretto sul territorio. Il fenomeno preoccupa intelligence e forze dell’ordine perché può sfociare rapidamente in azioni violente compiute da “lupi solitari”, cioè individui che agiscono autonomamente senza appartenere a cellule organizzate presenti sul suolo italiano.

Gli sviluppi recenti nei conflitti mediorientali sembrano alimentare ulteriormente questa dinamica: le operazioni militari israelo-americane contro l’Iran rischiano infatti di intensificare la propaganda filo-jihadista diffusa attraverso canali digitali, aumentando così il rischio che nuovi soggetti vengano spinti alla violenza.

Flussi migratori e sicurezza alle frontiere: nuove sfide per l’Italia

L’aumento degli sbarchi sulle coste italiane è un altro elemento che tiene alta l’attenzione delle autorità sulla sicurezza nazionale. Nel 2025 sono previsti quasi 30mila arrivi via mare, circa seimila più rispetto all’anno precedente, con una maggiore incidenza delle partenze dalla Libia. Le forze dell’ordine svolgono controlli rigorosi per identificare tra i migranti eventuale presenza di individui sospetti legati ad ambienti islamisti o estremisti.

Non solo il mare ma anche le rotte terrestri rappresentano vie potenzialmente utilizzate da soggetti pericolosi per entrare clandestinamente nel paese o nell’Unione europea. In particolare la cosiddetta rotta balcanica viene sorvegliata attraverso pattugliamenti misti tra polizia italiana, slovena e croata al confine con la Bosnia; questi servizi sono stati attivati recentemente con durata sperimentale prevista fino a tre mesi.

Questi interventi mirano sia a bloccare ingressi irregolari sia ad intercettare eventuali elementi legati al terrorismo internazionale prima che possano muoversi liberamente sul territorio europeo ed italiano.

Rafforzamento della vigilanza su obiettivi sensibili e luoghi pubblici affollati

Dopo una riunione tenutasi domenica scorsa al ministero dell’interno tra Comitato nazionale ordine pubblico e Comitato analisi strategica antiterrorismo sono state impartite direttive precise ai prefetti e questori sull’intensificazione dei controlli nelle aree considerate più vulnerabili.

Tra queste rientrano gli obiettivi americani presenti sul territorio italiano come basi Usa o comandi Nato oltre agli edifici istituzionali israeliani; inoltre viene posta attenzione alle manifestazioni pubbliche promosse dai movimenti antagonisti antimilitaristi poiché potrebbero essere occasione sfruttata da gruppetti estremistici per azioni violente improvvise oppure provocatorie.

Le misure includono verifiche approfondite sulla protezione degli obiettivi indicati ma anche ricognizioni continue sulle infrastrutture critiche nazionali quali aeroporti, portuali, stazioni ferroviarie frequentate regolarmente da turisti statunitensi o comunità ebree residenti nelle principali città italiane.

Ma non basta difendersi dai soli bersagli simbolici internazionali: negli ultimi tempi si registra una crescita degli attentati compiuti singolarmente contro cittadini comuni nei luoghi della vita quotidiana , tanto è vero che è stato chiesto ai corpi dello stato di predisporre servizi adeguati soprattutto nelle zone della movida serale, feste popolari, concerti eccetera.

Trend europeo sugli attentati giovanili collegamenti con il conflitto nel medio oriente

Il numero degli attentati in Europa ha subito un incremento considerevole nel corso del 2024 rispetto all’anno precedente; questo andamento prosegue nei primi mesi del 2025 ed è strettamente collegato agli eventi bellici in corso nella Striscia di Gaza. Circa metà degli attacchi registrati riguarda direttamente questa crisi mentre molti altri sembrano ispirarsi dal clima generale generato dalle tensioni regionali.

Caratteristica ricorrente dei responsabili è la presenza prevalente di giovani sotto i trent’anni armati principalmente con coltelli o altre armi bianche. Queste modalità riflettono probabilmente la capacità limitata degli autori, spesso isolati, di pianificare operazioni più complesse.

L’apertura recente del fronte iraniano sembra amplificare ulteriormente questo fenomeno: chiamate alla mobilitazione diffuse sul web stanno raggiungendo numerosi ragazzi italiani sensibili al messaggio jihadista. Gli esempi concreti non mancano: solo poche settimane fa è stato fermato a Milano uno studente egiziano ventenne coinvolto nella diffusione online di propaganda estremista; analoghi arresti a marzo a Merano un tecnico elettronico di 23 anni accusato anch’egli di propaganda jihadista antisemita; infine a Palermo due bengalesi di 21 e 18 anni sono stati bloccati per aver condiviso materiale IS.

Cyberattacchi e protezione degli impianti critici

Nel contesto generale della sicurezza nazionale assume crescente importanza la necessità di proteggere infrastrutture e settori strategici dagli attacchi informatici. La guerra ibrida accompagna sempre le fasi conflittuali del terreno, quindi gli hacker possono colpire impianti di energia, industrie difensive ed altri nodi dell’economia vitale.

Le autorità hanno disposto maggiori vigilanza soprattutto verso questi ambiti considerandoli obiettivi prioritari. Il monitoraggio delle minacce cyber costituisce parte fondamentale delle misure antiterrorismo che integrano le attività tradizionali di controllo sul territorio.

Questa attenzione complessiva verso ogni possibile forma di minaccia sottolinea quanto rimanga alta la tensione interna malgrado l’incremento dell’attività preventiva messo in sui dalle forze del ordine italiane.

Written by
Davide Galli

Davide Galli scrive per capire, non solo per raccontare. Blogger dallo stile asciutto e riflessivo, attraversa i temi di cronaca, politica, attualità, spettacolo, cultura e salute con uno sguardo mai convenzionale. Nei suoi articoli c’è sempre una domanda aperta, un invito a leggere tra le righe e a non fermarsi alla superficie.

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