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Attesa la decisione sul rinvio a giudizio per le park towers e il cantiere di via fauchè a milano

Milano affronta indagini su abusi edilizi nei cantieri delle Park Towers e di via Fauchè, con richieste di risarcimenti milionari e nuove linee guida per la gestione urbanistica.

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A Milano emergono indagini su abusi edilizi nei cantieri delle Park towers e di via Fauchè, con processi in corso e nuove norme comunali per gestire le irregolarità urbanistiche e i risarcimenti richiesti. - Unita.tv

Milano è al centro di nuovi sviluppi giudiziari legati a importanti cantieri edili contestati per presunti abusi. Tra questi spiccano le Park towers di via Crescenzago e il cantiere abbandonato di via Fauchè, entrambi sotto la lente della magistratura per irregolarità e presunti illeciti urbanistici. Gli intrecci tra indagini penali e controversie amministrative continuano ad alimentare un dibattito acceso sulla gestione dello sviluppo edilizio in città. Nel frattempo, l’amministrazione comunale ha adottato nuove linee guida per affrontare il blocco delle pratiche urbanistiche e richiede risarcimenti milionari agli operatori coinvolti.

Le park towers e la richiesta di rinvio a giudizio per abusi edilizi e falso

Il 19 giugno il Tribunale di Milano dovrà decidere se rinviare a giudizio i responsabili coinvolti nel caso delle Park towers, due edifici alti rispettivamente 81 e 59 metri, più un terzo stabile in via Crescenzago 105. I costruttori e i progettisti sono accusati di abusi edilizi e falso in relazione alle autorizzazioni e alle modifiche effettuate durante la costruzione. La vicenda rientra in una vasta serie di inchieste che da tempo monitorano interventi edilizi nel capoluogo lombardo.

Il Comune ha già chiesto un risarcimento di circa 1,3 milioni di euro alla società Bluestone, responsabile delle Park towers, per mancati oneri di urbanizzazione. Questi oneri servivano a compensare l’impatto dell’aumento di carico urbanistico sul quartiere. Secondo i pm Filippini, Petruzzella, Clerici e l’aggiunto Siciliano, la società avrebbe versato somme inferiori al dovuto, realizzando quelle che definiscono “monetizzazioni sottocosto”. Durante l’udienza preliminare del 13 maggio, le difese hanno contestato queste accuse, sostenendo che le somme versate erano conformi o addirittura più alte rispetto a quanto previsto dalla normativa.

Il caso delle Park towers è solo uno dei più eclatanti tra i venti procedimenti aperti contro diverse operazioni immobiliari sospettate di violazioni nelle normative edilizie e urbanistiche. Nel frattempo la Giunta comunale, a inizio maggio, ha varato nuove linee guida toccanti le norme di urbanistica, nella speranza di sbloccare le situazioni di stallo nei lavori e nelle pratiche istruttorie.

Il cantiere fermo di via fauchè 9 e la sentenza del tar lombardia

Via Fauchè 9, vicino alla fermata metro Gerusalemme e all’ospedale Buzzi, ospita un cantiere abbandonato da tempo, con ponti e materiali edili lasciati a vista. Qui si svolge un altro caso giudiziario che intreccia questioni penali e amministrative sugli abusi edilizi. Mercoledì, davanti alla decima sezione penale del Tribunale di Milano, si è tenuta una nuova udienza preliminare. Tre sono gli indagati: il direttore dei lavori e progettista, il legale rappresentante dell’impresa esecutrice e quello della società committente Fauchè 9 srl.

Tra i documenti prodotti, spicca la sentenza 2353 del Tar Lombardia, depositata il 7 agosto 2024. Questa sentenza ha accolto il ricorso di alcuni residenti e dell’amministratore di un grande condominio vicino, composto da circa 200 appartamenti. Il Tar ha stabilito che l’edificio in costruzione, per struttura e funzione, configura un carico urbanistico nuovo, diverso da quello del precedente magazzino. Di conseguenza, non poteva essere approvato con una semplice Scia alternativa al permesso di costruire, come invece era stato fatto.

Il tribunale ha ribadito che quando l’intervento non mantiene continuità con l’edificio precedente e comporta un carico urbanistico rinnovato e non correlato, si tratta di nuova costruzione. Il Comune e la società hanno fatto ricorso al Consiglio di Stato contro questa sentenza, ma non hanno chiesto la sospensione dell’efficacia. L’udienza del Consiglio di Stato deve ancora essere fissata. Nel frattempo, la sentenza resta efficace e impone al Comune di ordinare demolizione e ripristino.

particolarità del terreno e contestazioni

La nuova costruzione sorge su un terreno dove un tempo c’era un magazzino già oggetto di irregolarità, inclusa una sopraelevazione abusiva di 69 metri quadri. Le autorità contestano che questa sopraelevazione sia stata utilizzata impropriamente come parametro per stabilire l’altezza massima dell’edificio in costruzione, aumentando così le violazioni urbanistiche.

Le difese e le prossime tappe del processo

In ambito penale, la difesa della committente e del progettista ha presentato una memoria difensiva molto ampia, chiedendo che venga escluso il rinvio a giudizio. Secondo i legali, i loro assistiti hanno rispettato le indicazioni e le autorizzazioni del Comune, che però ora è indagato sul corretto svolgimento delle pratiche. Il giudice Antonella Bertoja valuterà queste posizioni nel prosieguo del processo.

Palazzo Marino, indicato come parte offesa, non si è ancora costituito formalmente parte civile, ma ha depositato una memoria con osservazioni sui fatti. Nel frattempo si attende un’altra importante udienza al Tar sul caso della Torre Milano nella zona Maggiolina, dove è già aperto un dibattimento penale.

Questi sviluppi confermano come la gestione dell’urbanistica a Milano stia attraversando una fase complessa e delicata, con molti cantieri monitorati da vicino per possibili abusi. Le sentenze e le decisioni giudiziarie dei prossimi mesi chiariranno non solo i singoli casi, ma anche i confini tra le autorizzazioni edilizie e la verifica delle istanze presentate in città. Palazzo Marino prova a rispondere con regolamenti più rigidi e controlli più attenti, mentre fra i residenti e le imprese il clima resta teso per via di blocchi e contestazioni.