Assolto professore dell’università di catania contro accuse di molestie su studentesse tra 2010 e 2014
Un professore dell’Università di Catania, Santo Torrisi, è stato assolto dalle accuse di molestie sessuali su studentesse. La procura ha annunciato ricorso, mantenendo aperto il caso.

Il professore di medicina Santo Torrisi dell’Università di Catania è stato assolto dalle accuse di violenze sessuali su studentesse, ma la procura ha annunciato ricorso. - Unita.tv
Un professore di medicina dell’università di catania, Santo Torrisi, è stato assolto dalle accuse di violenze sessuali e molestie verbali che, secondo la procura, avrebbe commesso su sette studentesse tra il 2010 e il 2014 nel reparto dell’ospedale Vittorio Emanuele Ferrarotto. La sentenza, pronunciata a febbraio 2025 da un collegio giudicante formato da un uomo e due donne, ha stabilito che non è stata raggiunta la prova definitiva per condannare l’imputato. Il caso, che ha acceso il dibattito sull’ambiente accademico e sanitario, resta aperto dopo l’annuncio della procura di fare ricorso.
Dettagli sulla sentenza e ragioni dell’assoluzione
La sentenza di assoluzione si basa su una valutazione precisa delle prove presentate nel corso del processo. I giudici hanno riconosciuto l’esistenza di un comportamento ossessivo e in parte predatorio da parte del professore nei confronti di alcune studentesse, che lui aveva scelto come oggetto delle sue attenzioni sessuali. Tuttavia, è stato sottolineato che la singola condotta di ogni episodio deve essere valutata per stabilire se sia configurabile come reato.
Per esempio, una delle studentesse ha riferito che Torrisi avrebbe toccato il suo seno, ma i giudici hanno precisato che il docente si sarebbe limitato ad appoggiare i palmi senza esercitare una pressione. Questo elemento ha sollevato dubbi sulla reale invasione della sfera sessuale e sulla presenza dell’intenzionalità dolosa. In un’altra circostanza, il giorno del compleanno di una giovane, il professore avrebbe bloccato la ragazza per farle gli auguri. Il tribunale ha ritenuto poco plausibile che, se la sua intenzione fosse stata palpare intenzionalmente una zona erogena, non avesse fatto riferimenti sessuali o usato le dita durante il contatto.
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Questi aspetti hanno inciso sulla decisione finale, perché la legge richiede una prova chiara della violenza o della molestia a sfondo sessuale per la condanna.
Testimonianze contrastanti e valutazione del comportamento
Le testimonianze delle studentesse coinvolte hanno mostrato spesso descrizioni vaghe o contraddittorie. Una di loro ha dichiarato che mentre si trovava nella stanza del professore, lui si sarebbe “buttato addosso” a lei. I giudici hanno evidenziato che non è chiaro cosa si intenda con questa espressione e se tale gesto abbia toccato la sfera sessuale della ragazza. La valutazione della corte è stata che, se non è manifestato un chiaro dissenso, non si può configurare la violenza.
Questi dubbi sono rilevanti nel contesto delle accuse mosse, perché il diritto penale esige una chiara prova della condotta da parte dell’imputato e della reazione della persona offesa. La mancanza di dettagli concreti ha giocato un ruolo decisivo nel proscioglimento.
Elementi emersi dalle intercettazioni e posizioni della difesa
Nel corso del processo, la difesa ha presentato alcune intercettazioni che evidenzierebbero un’intesa tra le studentesse su come raccontare gli eventi. Questo punto ha fornito un argomento importante per gli avvocati di Torrisi, i quali hanno sostenuto che esistono elementi di coordinamento nelle versioni fornite dalle parti civili.
Il collegio giudicante ha preso in considerazione anche questo aspetto, perché le testimonianze autonome e spontanee sono fondamentali per stabilire la verità. Se emergono contraddizioni o segnali di accordi preliminari, cala il valore probatorio delle dichiarazioni.
Mentre la sentenza è stata emessa a fine febbraio 2025, la procura di Catania ha annunciato l’intenzione di proporre ricorso in appello. Il procedimento giudiziario quindi continuerà nelle prossime fasi dei tribunali superiori. La vicenda sarà seguita con attenzione, visto che riguarda la tutela delle studentesse in ambiente accademico e sanitario, un tema particolarmente delicato per le istituzioni e l’opinione pubblica cittadina.