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Assolto il quarantenne senegalese accusato della rapina della catenina d’oro a porta venezia nel 2021

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T.G., uomo senegalese accusato di una rapina a Porta Venezia nel 2021, è stato assolto per mancanza di prove certe e riconoscimenti dubbi durante il processo. - Unita.tv
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Un uomo di origine senegalese, T.G., è stato assolto dopo essere stato accusato di aver preso parte a una rapina avvenuta a Porta Venezia nel giugno 2021. L’imputato era stato indicato come colui che aveva bloccato la vittima durante il furto della catenina d’oro, ma il processo ha messo in discussione certezza e riconoscimenti.

Accusa e dinamica della rapina a porta venezia

Nel giugno 2021, un giovane nella zona di Porta Venezia ha subito una rapina in cui gli è stata strappata una catenina d’oro. Secondo la Procura, T.G., quarantenne senegalese, aveva immobilizzato la vittima da dietro per facilitare il furto messo in atto da un complice. La zona quel giorno aveva visto altri episodi simili, con diversi colpi a mano armata culminati in sottrazioni di orologi Rolex e bracciali di valore.

Le indagini si erano concentrate su T.G. dopo un riconoscimento fotografico effettuato tra gli elementi raccolti, orientando il procedimento giudiziario contro di lui. Per la pubblica accusa il ruolo di T.G. era fondamentale nell’organizzazione e nell’attuazione della rapina.

Il processo di primo grado e l’assenza di conferme dai testimoni

Il processo di primo grado a carico di T.G. si è concluso negli ultimi giorni con un esito diverso rispetto alle aspettative del pubblico ministero. Il derubato quel sera e il suo amico, che si trovava con lui, non hanno confermato la presenza dell’imputato come uno degli aggressori. Entrambi si sono mostrati incerti sul riconoscimento, anche durante l’identificazione in fotografia, mettendo in dubbio l’attendibilità del collegamento tra l’uomo e la rapina.

Questo ha fatto nascere incertezza tra i giudici della settima sezione penale del Tribunale, chiamati a valutare non solo le prove materiali ma anche il valore delle testimonianze dirette. L’incertezza nei riconoscimenti spesso rappresenta un elemento decisivo nel diritto penale, soprattutto in casi basati su identificazioni visive in condizioni spesso complicate.

La difesa e la sentenza di assoluzione

Difeso dall’avvocato Pasquale Poerio, T.G. ha visto accogliere la sua versione dei fatti davanti al giudice, che ha disposto l’assoluzione con formula piena dall’accusa di rapina aggravata in concorso. L’assoluzione implica che manca la prova oltre ogni ragionevole dubbio per sostenere la colpevolezza dell’imputato.

Il pubblico ministero aveva invece richiesto una pena di cinque anni di reclusione, basata sulle ragioni dell’accusa e sull’interpretazione delle prove raccolte. La sentenza si notifica quindi come uno scarto significativo tra richiesta e decisione del tribunale, riflettendo le difficoltà del caso.

Garanzie del sistema giudiziario

L’assoluzione di T.G. chiude questa fase del procedimento e sottolinea come la certezza processuale passi attraverso un giudizio approfondito degli elementi emersi, confermando quindi le garanzie del sistema giudiziario anche nei casi di accuse gravi come quella della rapina a mano armata.

Written by
Giulia Rinaldi

Giulia Rinaldi osserva il mondo con occhio critico e mente curiosa. Blogger fuori dagli schemi, scrive di cronaca, politica, spettacolo, attualità, cultura e salute con uno stile personale e tagliente, mescolando analisi e sensibilità in ogni articolo. Il suo obiettivo? Dare voce a ciò che spesso passa inosservato.

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