Il tribunale di Sassari ha emesso una sentenza riguardante due uomini accusati di imbrattamento su un muro della tenuta di Surigheddu, proprietà della Regione Sardegna, nel territorio di Alghero. La vicenda risale ad aprile 2018 quando Bruno Bellomonte e Mario Sanna, entrambi indipendentisti sardi, avevano scritto uno slogan con vernice bianca. La decisione del giudice ha stabilito l’assoluzione per “particolare tenuità del fatto”, chiudendo così un procedimento che aveva suscitato attenzione in ambito politico e sociale.
I fatti al centro del processo: imbrattamento e dichiarazioni degli imputati
Nel 2018, Bellomonte e Sanna, rispettivamente di 75 e 77 anni, avevano tracciato la scritta “Sa terra sarda a su populu sardo” sul muro di cinta della tenuta di Surigheddu. Il testo esprimeva un messaggio chiaro di rivendicazione territoriale, legato al sogno indipendentista. Quel terreno, inutilizzato da decenni e di proprietà regionale, rappresentava per loro un simbolo di sfruttamento improprio e abbandono. Entrambi gli imputati hanno ammesso le loro responsabilità durante il dibattimento, definendo l’atto come una forma di protesta civile contro le speculazioni edilizie e il degrado dei terreni agricoli. Hanno motivato il gesto con la necessità di restituire quelle terre a chi le lavorasse davvero, per creare posti di lavoro nel settore agricolo, sostituendo così interessi speculativi con attività produttive concrete.
Il processo e la posizione della procura: richiesta di sanzione economica
Di fronte al tribunale di Sassari, assistiti dall’avvocata Giulia Lai, i due indipendentisti rischiavano una pena detentiva fino a un anno per il reato di imbrattamento. La procura, presente all’udienza, ha invece chiesto una condanna lieve: una sanzione pecuniaria di 200 euro. Questa richiesta, seppure minore rispetto alla pena massima prevista, testimoniava comunque la volontà di procedere contro l’atto di vandalismo, pur riconoscendo la portata limitata del fatto. La richiesta ha poi lasciato spazio al pronunciamento del giudice, che ha scelto di chiudere il caso con l’assoluzione, motivata dal “particolare rilievo ridotto” dell’imbrattamento e dal contesto che lo aveva generato.
La tenuta di surigheddu: patrimonio pubblico e simbolo di dibattito territoriale
La tenuta di Surigheddu si estende per circa 1.200 ettari nelle campagne di Alghero. È appartenente alla Regione Sardegna e da moltissimi anni non è stata oggetto di alcuna attività agricola o di gestione pratica. Il terreno è finito al centro di discussioni riguardo il destino delle proprietà pubbliche in Sardegna, specialmente in relazione a come evitarne la speculazione e come valorizzarle. Per il gruppo indipendentista al quale appartenevano Bellomonte e Sanna, quella terra deve essere assegnata agli agricoltori locali, per permettere la ripresa di attività che possano dare lavoro e valorizzare il territorio, anziché essere venduta o affittata a interessi esterni. Questa vicenda dimostra come anche piccoli gesti rimangano collegati a grandi questioni di proprietà, territorio e identità regionale.
Riflessioni sul confine tra protesta politica e legge
La sentenza del tribunale di Sassari solleva quindi questioni sul confine tra atti di protesta politica e il rispetto della legge. Il caso prova che il sistema giudiziario può riconoscere i limiti di determinati fatti e valutare il contesto che li determina, soprattutto quando si tratta di temi legati al territorio, al lavoro e all’identità. Segnala inoltre come il dibattito sull’uso del patrimonio pubblico continui a essere centrale per molte comunità della Sardegna.