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Assessori alla sicurezza dei capoluoghi lombardi presentano cinque proposte operative per potenziare la polizia locale

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Un incontro a Mantova ha riunito gli assessori alla Sicurezza di Bergamo, Brescia, Cremona e Mantova per discutere una piattaforma comune dedicata al rafforzamento della Polizia Locale nei principali centri urbani lombardi. Le proposte puntano a riformare norme, strumenti e risorse per affrontare le crescenti sfide della sicurezza urbana.

Il ruolo crescente della polizia locale nei capoluoghi lombardi

Le Polizie Locali delle città capoluogo in Lombardia si trovano oggi ad affrontare compiti sempre più complessi legati alla sicurezza urbana, al contrasto del degrado e al controllo del territorio. Questi corpi hanno assunto responsabilità maggiori rispetto al passato ma operano ancora con un quadro normativo che non riflette pienamente le nuove esigenze operative. Gli assessori coinvolti sottolineano come sia urgente adeguare regolamenti e dotazioni per consentire agli agenti di lavorare in modo efficace e sicuro.

La richiesta principale rivolta a Regione Lombardia è quella di assumere un ruolo attivo nel coordinamento delle politiche di sicurezza locale. In questo senso la regione dovrebbe guidare un processo condiviso tra i Comuni capoluogo finalizzato a riforme strutturali che migliorino l’organizzazione delle Polizie Locali. La collaborazione tra enti locali mira anche a uniformare procedure e standard operativi, creando così una rete più solida ed efficiente nella gestione della sicurezza pubblica.

L’incontro ha visto la partecipazione degli assessori Giacomo Angeloni , Valter Muchetti , Santo Canale – anche vice presidente Anci Lombardia Dipartimento Sicurezza – e Iacopo Rebecchi . Presenti inoltre i comandanti o loro delegati dei rispettivi corpi di Polizia Locale.

Aggiornamento del regolamento regionale sugli strumenti di autotutela

Il primo punto chiave riguarda il Regolamento regionale n. 5/2019 relativo agli strumenti in dotazione alle Polizie Locali per l’autotutela personale durante il servizio sul territorio urbano. Attualmente quel testo non rispecchia più gli equipaggiamenti effettivamente utilizzati dagli agenti come spray al peperoncino, bastoni estensibili, giubbotti protettivi o bodycam.

Gli assessori chiedono quindi che Regione Lombardia richieda un parere ufficiale al Ministero dell’Interno sull’impiego corretto degli strumenti principali destinati all’autodifesa da parte degli operatori locali. Inoltre si propone l’integrazione del regolamento con un elenco aggiornato delle dotazioni autorizzate insieme alle modalità obbligatorie di formazione specifica sull’uso sicuro ed efficace degli stessi dispositivi.

Un altro aspetto importante è l’allineamento normativo con quanto previsto dal quadro nazionale sulla materia: “solo così sarà possibile garantire uniformità nelle procedure d’intervento su tutto il territorio regionale evitando discrepanze o vuoti legislativi che potrebbero compromettere sia la tutela degli agenti sia quella dei cittadini.”

Accesso diretto ai sistemi informativi interforze per le polizie locali

Tra le difficoltà segnalate dalle amministrazioni comunali c’è anche la mancanza dell’accesso diretto da parte delle Polizie Locali alla banca dati SDI . Questo sistema raccoglie informazioni fondamentali su persone controllate, veicoli sospetti o documentazione verificabile durante i servizi sul campo.

Al momento tale accesso è precluso ai corpi locali impedendo così controlli rapidi ed efficaci senza dover passare attraverso altri canali istituzionali meno immediati. La proposta presentata prevede quindi che Regione Lombardia avvii interlocuzioni formali presso il Governo centrale – in particolare col Ministero dell’Interno – affinché venga sperimentato nei Comuni capoluogo uno schema operativo che consenta agli operatori formati e accreditati l’utilizzo diretto dello SDI in modo tracciato e gratuito.

Questa misura dovrebbe velocizzare indagini preliminari sul territorio urbano riducendo tempi morti nell’acquisizione dati utilissimi ad attività preventive o investigative svolte dalla polizia municipale stessa.

Formazione continua obbligatoria per gli operatori della polizia locale

Uno dei punti critici emersi riguarda la formazione professionale irregolare ed insufficiente rivolta agli agenti impiegati nelle varie funzioni legate alla sicurezza cittadina. Oggi manca infatti una programmazione stabile dedicata all’aggiornamento costante delle competenze tecniche, procedurali ma anche gestionali.

Le proposte puntano ad introdurre corsi semestrali rivolti agli agenti neoassunti, garantendone la certificazione entro sei mesi dall’ingresso nel corpo. Per gli ufficiali invece si ipotizzano corsi annuali per consolidare il bagaglio tecnico mentre per i comandanti sono previsti percorsi biennali volti soprattutto allo sviluppo delle capacità strategiche e manageriali indispensabili nella direzione complessiva dell’organico.

Questo piano formativo mira a creare standard omogenei nelle conoscenze richieste ai diversi livelli gerarchici favorendo interventi più precisi, mirati e il controllo efficace sulle dinamiche complesse presenti nelle aree urbane.

Incremento stabile delle risorse regionali destinate alla sicurezza urbana

Attualmente gran parte dei costi della Polizia locale ricade direttamente sui bilanci comunali: mezzi operativi, dotazioni tecnologiche, sistemi di videosorveglianza rappresentano costi significativi in molti territori. Questa situazione limita spesso la natura ed entità degli interventi a causa di mancanza di fondi certi e continuativi.

Per questo motivo i vari assessori alla sicurezza delle città lombarde chiedono un incremento strutturale del finanziamento regionale destinato a sostenere specificamente iniziative indirizzate alla potenziazione delle polizie locali sul territorio urbano.

La proposta prevede la creazione di cofinanziamenti permanenti finalizzati all’acquisto di preziosi mezzi operativi e al miglioramento della infrastruttura tecnologica necessaria per monitoraggio e prevenzione. “Senza queste garanzie l’attività quotidiana rischia spesso di doversi confrontare con limitazioni pratiche e organizzative difficilmente superabili.”

Introduzione dello street tutor come figura innovativa nella prevenzione urbana

Ultima proposta riguarda la creazione della figura dello Street Tutor già oggetto d’una proposta legge depositata a Consiglio regionale. Ispirato ad un modello emiliano-romagnolo questa figura avrebbe compiti specifici di prevenzione e mediazione negli spazi urbani particolarmente sensibili.

Lo Street Tutor affiancherebbe la polizia locale soprattutto nei contesti dove i conflitti sociali sono più frequenti offrendo una presenza visibile capace di ridurre tensioni e supportare il lavoro degli agenti in maniera puntuale.

Si chiede dunque di accelerare sull’iter legislativo e linee finanziamenti per la costruzione dei percorsi formativi dedicati alla formazione qualificata di questi nuovi operatori. L’obiettivo è ampliare le risorse umane dedicate alla gestione dinamica delle problematiche sociali esplicitamente collegate alla sicurezza cittadina.


L’incontro tenutosi stamattina a Mantova ha messo insieme esperienze e espressioni diverse del contesto lombardo evidenziando le sfide concrete cui vanno incontro gli organi di Polizia Locale nei capoluoghi con concreta attenzione al controllo del territorio. “Senza aggiornamenti concreti, supporti informatici migliori e riforme economiche rimane complicatissimo mantenere un livello di protezione adeguato ai bisogni dei comuni e cittadini.” La regione ora deve muoversi sulla spinta decisa data dalle richieste territoriali per dare risposta concreta al ruolo cruciale assegnato agli operatori locali in campo sicurezza urbana.

Written by
Serena Fontana

Serena Fontana è una blogger e redattrice digitale specializzata in cronaca, attualità, spettacolo, politica, cultura e salute. Con uno sguardo attento e una scrittura diretta, racconta ogni giorno ciò che accade in Italia e nel mondo, offrendo contenuti informativi pensati per chi vuole capire davvero ciò che succede.

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