Un gesto semplice, ma carico di significato, ha preso forma in via della Conciliazione, a pochi passi da piazza San Pietro. Una giovane artista ucraina, con un cartello scritto a mano con il rossetto, dichiara il suo desiderio di pace attraverso parole che toccano chiunque passi accanto: “Hope for peace”. Questo messaggio si lega alla figura di papa francesco, simbolo di speranza e pacificazione per lei. Ogni giorno, silenziosa, resta lì in attesa di un segnale, un cambiamento. Il suo gesto silenzioso si carica di un’energia che vuole raggiungere ben oltre quel luogo.
Una protesta silenziosa davanti a piazza san pietro
Yona Tukuser, 39 anni, ha scelto di portare il suo messaggio proprio davanti al cuore del cattolicesimo, in via della Conciliazione, per chiedere l’appoggio alla causa della pace. La sua presenza quotidiana, immobile ma decisa, ha un solo scopo: ricordare a chiunque passi quanto sia urgente e necessario volere la pace. Sulla carta paglia, con un rossetto di un rosso acceso, ha scritto quelle parole, che non passano inosservate. Non si tratta di una protesta rumorosa o urlata ma di una testimonianza visiva che si trasforma in preghiera collettiva ogni volta che qualcuno legge e ripete il suo messaggio.
Il legame con i passanti
Il sorriso che mostra ogni volta che qualcuno si ferma e legge è la conferma della comunione che si crea tra lei e i passanti. Yona sostiene con convinzione che se si ripete con insistenza la richiesta di pace, alla fine quella richiesta può concretizzarsi. Il cartello diventa così un modo per fare appello non solo agli occhi, ma anche al cuore di chi ascolta, trasformando un gesto personale in un segno condiviso.
Leggi anche:
L’arte come voce per le sofferenze della guerra
La storia personale di Yona si intreccia con il tema della guerra e delle sue conseguenze. Nata in un villaggio bulgaro vicino a Odessa, ha dedicato la sua arte a raccontare storie di dolore, in particolare la fame che segue i conflitti armati. Nei suoi dipinti ad olio emerge la sofferenza delle persone dilaniate dalla guerra, un dolore che, secondo lei, non finisce con le armi ma continua attraverso la mancanza di cibo e sostegno.
Carestie e conflitti nella sua arte
Yona ha approfondito la storia delle carestie nel ventesimo secolo nella vecchia Unione Sovietica, scoprendo come quegli eventi abbiano causato una fame tre volte più grave rispetto a quella attuale. Nei suoi quadri rivive anche la tragicità della guerra in corso in Ucraina, portando sulla tela una realtà spesso invisibile e dimenticata. Questo spinge a riflettere sul fatto che le violenze belliche generano ferite che si allungano nel tempo, colpendo chi sopravvive.
Un trittico lungo otto metri per raccontare storie di resilienza
Tra le opere più significative di Yona si distingue un grande trittico che arriva a otto metri di lunghezza. Quest’opera racconta la vicenda di Pietro, un uomo anziano del dopoguerra, che si mise a lavorare con impegno per distribuire il grano alle famiglie rimaste senza cibo. La dimensione e il racconto dell’opera non solo raccontano la tragedia della fame ma anche l’impegno e la speranza di chi ha cercato di risollevarsi da condizioni estreme.
Il trittico diventa un documento visivo, storico, che mostra come le sofferenze legate alla guerra siano il preludio a molte battaglie successive, come quella per la sopravvivenza e la dignità attraverso il cibo. Questa opera si lega idealmente al messaggio in via della Conciliazione, entrambi segni di una volontà di non dimenticare le vittime e di cercare una strada verso la pace.
L’attesa in italia per un papa che porti la pace
Yona è in Italia dal settembre scorso e ha espresso l’intenzione di far conoscere la sua arte anche nel paese ospitante. La sua fede cristiana ortodossa la guida nella convinzione che solo chi ha vissuto direttamente la guerra possa poi comprendere davvero il significato della pace. Nel suo pensiero il ruolo di papa francesco diventa fondamentale: solo chi ha sperimentato la guerra può essere un modello credibile nella lotta per la pace.
La sua presenza a piazza San Pietro è accompagnata da questa speranza e attesa. Resterà lì, silenziosa ma determinata, fino a quando non sarà stato eletto un papa che, come francesco, possa portare avanti un messaggio di riconciliazione e cessate il fuoco a livello globale. La sua azione è un monito concreto, semplice ma forte, rivolto a chi governa la coscienza del mondo.