Arriva al termine l’ultima fase eruttiva del cratere di sud-est dell’Etna monitorata dall’Ingv

L’attività vulcanica dell’Etna ha registrato una pausa dopo l’ultima eruzione al cratere di sud-est, con monitoraggio sismico e aggiornamenti sul traffico aereo per garantire la sicurezza.
L’attività eruttiva al cratere di sud-est dell’Etna si è conclusa, con emissione di colate laviche e cenere. Il monitoraggio sismico e vulcanologico evidenzia una diminuzione del tremore e un rischio aereo ridotto, garantendo la sicurezza nell’area, compreso l’aeroporto di Catania. - Unita.tv

L’attività vulcanica dell’Etna ha registrato una pausa significativa dopo la conclusione dell’ultima eruzione al cratere di sud-est. Le osservazioni raccolte dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia , Osservatorio etneo di Catania, tracciano un quadro dettagliato degli eventi avvenuti in questi giorni, compresi i movimenti della colata lavica e il rilievo sismico. Risultati importanti per comprendere l’evoluzione della situazione sul vulcano attivo più alto d’Europa.

L’ultima fase eruttiva al cratere di sud-est: emissione di colate laviche e cenere

Nella notte scorsa si è conclusa l’attività eruttiva al cratere di sud-est dell’Etna, che aveva preso avvio pochi giorni prima. Durante questa fase, sono state emesse due colate di lava distinte: quella principale si è estesa verso sud-est, dividendosi in due o tre rami, mentre un secondo flusso più ridotto si è diretto verso sud. Questi movimenti hanno trasformato il paesaggio circostante con la nuova formazione di lingue di lava incandescenti.

Nel pomeriggio del 5 maggio, nella fase più intensa dell’eruzione, è stato segnalato un fenomeno di ricaduta di cenere nell’area di Fiumefreddo di Sicilia. La presenza della cenere ha influenzato la qualità dell’aria e potrebbe aver avuto ripercussioni sulle attività all’aperto e le coltivazioni locali. Fortunatamente, la portata della caduta è rimasta contenuta e non ha causato disagi importanti.

Gli esperti dell’Ingv hanno monitorato costantemente questa attività, registrando dettagli fondamentali per capire l’andamento del vulcano. La natura delle colate e la direzione dei flussi lavici forniscono informazioni utili per la sicurezza della popolazione e per il lavoro degli enti di protezione civile.

Variazioni sismiche rilevate durante l’attività vulcanica e posizione del tremore

Il monitoraggio sismico dell’area durante l’attività eruttiva ha permesso di osservare in tempo reale la dinamica sotto la superficie del vulcano. In particolare, l’ampiezza media del tremore vulcanico ha raggiunto il suo massimo valore intorno alle ore 16 del 5 maggio, segnalando un’intensa attività magmatica. Da quel momento, il tremore ha cominciato a diminuire progressivamente, stabilizzandosi su valori medi o bassi nelle ore successive.

Il centroide delle sorgenti del tremore è stato localizzato nell’area del cratere di nord-est a circa 2.000 metri sopra il livello del mare. Questa posizione indica che il magma e i gas in movimento si trovano più in alto rispetto al sito dell’eruzione, suggerendo una complessità del sistema vulcanico che coinvolge più crateri.

La dinamica del tremore è importante perché riflette i cambiamenti in profondità, associati alla pressione e al passaggio dei fluidi magmatici. L’analisi continua permette di prevedere eventuali nuove fasi di attività, contribuendo a mantenere alto il grado di allerta.

Il bollettino per il traffico aereo e l’impatto sull’aeroporto di catania

A seguito dell’attività eruttiva, l’Ingv ha diramato un Volcano observatory notice for aviation , che indica lo stato di rischio per il traffico aereo nelle vicinanze del vulcano. Il bollettino è passato da codice arancione a giallo dopo la cessazione delle emissioni più intense, segnalando un rischio diminuito ma ancora presente.

Questo aggiornamento è stato fondamentale per garantire la sicurezza dei voli in entrata e uscita dall’aeroporto internazionale Vincenzo Bellini di Catania. Non si sono registrate interruzioni o rallentamenti dell’attività aeroportuale legati all’eruzione, un dato positivo considerata la vicinanza dell’aeroporto rispetto all’Etna.

Il monitoraggio costante e la comunicazione tempestiva da parte dell’Ingv permettono alle autorità aeroportuali di valutare la situazione in tempo reale e adottare le misure necessarie per evitare situazioni pericolose. Non a caso, il coordinamento fra geologi, protezione civile e gestione aeroportuale è considerato un elemento cruciale in questa zona ad alto rischio vulcanico.

Questi sviluppi confermano un’attenta gestione dell’attività eruttiva e l’importanza del monitoraggio continuo per la sicurezza pubblica e dei trasporti nell’area etnea.