Home Arresti in Spagna e Italia: sgominato il gruppo di narcotrafficanti Ravezzani e alleati dopo “operazione Mc Drive”

Arresti in Spagna e Italia: sgominato il gruppo di narcotrafficanti Ravezzani e alleati dopo “operazione Mc Drive”

Un’inchiesta antidroga ha portato all’arresto di 24 persone in Italia e Spagna, smantellando tre gruppi criminali legati al traffico di cocaina e hashish, tra cui l’organizzazione Ravezzani.

Arresti_in_Spagna_e_Italia%3A_sg

Un'indagine antidroga ha portato all'arresto di 24 persone tra Italia e Spagna, smantellando tre gruppi criminali coinvolti nel traffico di cocaina, hashish e armi, con al centro l'organizzazione Ravezzani attiva tra Lombardia e Costa del Sol. - Unita.tv

Una vasta inchiesta antidroga ha portato all’arresto di 24 persone tra Italia e Spagna, smantellando tre gruppi criminali impegnati nel traffico di cocaina e hashish. Le forze dell’ordine hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare che ha colpito principalmente l’organizzazione Ravezzani, attiva tra Lombardia e Costa del Sol, ma anche altri sodalizi collegati alla movimentazione di sostanze stupefacenti e armi. La rete investigativa, partita da un’indagine che già nel 2018 aveva portato a sequestri importanti, ora ha riportato alla luce nuove alleanze e metodi di gestione del mercato della droga.

La regola “non si sniffa, si vende”: l’insegnamento dei veterani del narcotraffico

Tra le frasi ribadite nelle conversazioni intercettate c’è un principio chiaro e severo: la cocaina non si consuma tra chi la gestisce, ma si vende per fare soldi. Giacomo Cristello, pregiudicato crotonese di 62 anni, ha spiegato così questo codice al giovane Emanuele Ravezzani, erede di un impero criminale legato al coordinamento di “cavallini” e clienti a Turbigo, in provincia di Milano. Cristello ha sottolineato il valore del supporto tra i membri del gruppo, quasi una famiglia, pronta a difendersi con ogni mezzo: “se c’è qualche problema, lo sistemiamo noi, spariamo se serve per un amico o un fratello”.

Struttura organizzata dei ravezzani

Questo approccio ha consolidato la struttura organizzata dei Ravezzani, dove il controllo si mantiene anche a distanza. Demis Ravezzani, padre di Emanuele, ha gestito l’attività dal suo nuovo domicilio a Malaga, in Spagna, dove conduceva l’attività criminale pur essendo impegnato in una panetteria della storica città andalusa. Nonostante la distanza, coordinava le operazioni di spaccio, con la cocaina distribuita nei pressi del McDonald’s di Magenta, punto strategico per le consegne e l’incontro con i clienti.

Il blitz in spagna e italia: 24 arresti tra carcere e domiciliari

L’arresto di Demis e Emanuele Ravezzani è avvenuto in Costa del Sol, a seguito di un’ordinanza firmata dal giudice per le indagini preliminari Tiziana Landoni, su richiesta della procura distrettuale antimafia e antiterrorismo di Milano, guidata dall’aggiunto Bruna Albertini e dal pm Simona Ferraiuolo. L’operazione ha coinvolto una serie di forze specializzate italiane come la Squadra Mobile, Dcsa, Sco e Scip. Il blitz ha consentito di bloccare 24 indagati con misure cautelari di vario tipo, in carcere o ai domiciliari, smantellando tre gruppi distinti.

Oltre al gruppo dei Ravezzani, sono stati decapitati sodalizi guidati da figure legate al traffico di hashish importato da Spagna e Portogallo. Tra questi spiccano i nomi di Vincenzo Mori, Salvatore Bellante e Michelangelo Di Fazio, siciliani con un ruolo centrale nell’importazione e distribuzione di stupefacenti. Un’altra cellula, capeggiata da Mario Gallo, trentaquattrenne palermitano, sfruttava un deposito in un box di Limbiate per gestire la droga proveniente dai Ravezzani.

I precedenti dell’operazione “miracolo” e i numeri del sequestro

L’indagine “Mc Drive” rappresenta la terza fase di un lungo lavoro investigativo che continua dall’operazione “Miracolo” del 2018. Quest’ultima aveva già portato al sequestro di 215 chili di cocaina a Livorno e riacceso i riflettori su un omicidio avvenuto in Costa Rica. L’imprenditore Salvatore Ponzo era stato ucciso da un gruppo centramericano che lo riteneva colpevole della perdita di un carico di droga.

La nuova tranche di verifiche dell’Antimafia ha permesso di bloccare 26 persone in flagranza e di confiscare grandi quantità di droga: 15,5 chili di cocaina, 457 chili di hashish, 90 chili di marijuana e 150 piante di cannabis. Sequestrati anche circa 100 mila euro, tra guadagni illeciti e risorse da reinvestire nelle attività criminali. Le forze dell’ordine hanno individuato un vasto giro che si fonda sulla vendita e sulla logistica della droga, ma anche sull’arrivo di armi pesanti.

Il filone armi e i legami con i balcanici

La rete criminale non si limitava al traffico di stupefacenti, ma comprendeva anche un commercio di armi da guerra. Nel novembre 2021 un carico molto ingente è stato intercettato a Saronno, con l’arresto di Orazio Nasca. L’uomo, già condannato per un episodio legato a una rapina finita con la morte di un carabiniere nel 1998, era stato trovato con cinque fucili kalashnikov Ak-47, una pistola P9 Makarov, munizioni e sei granate a spoletta.

Le indagini più recenti hanno poi rivelato contatti diretti tra Nasca e i narcos catanesi Bellante e Di Fazio. Gli scambi tra questi uomini facevano parte di una rete internazionale che teneva insieme spaccio, armi e violenze. Dopo la cattura di Nasca, si è notata una forte agitazione nell’ambiente, segno che gli arresti mettono in crisi equilibri solidi e decidevano gli assetti dei clan criminali coinvolti. I movimenti sono stati registrati nel dettaglio dagli investigatori, che con pazienza hanno monitorato tutte le fasi del traffico e della difesa del gruppo.

Le autorità restano attente sulle prossime mosse dell’organizzazione, sapendo che anche un solo colpo come questo può far vacillare le filiere di spaccio e i legami costruiti in anni tra Italia e Spagna.