Un’operazione coordinata tra forze dell’ordine italiane ha portato all’arresto di 11 persone coinvolte in un’indagine sulla frode fiscale e sul riciclaggio con legami diretti alla camorra e alla mafia. L’inchiesta, condotta dalla procura europea con il supporto di polizia e guardia di finanza, rappresenta un nuovo capitolo nella lotta contro una rete criminale che si estende su più Paesi.
Dettagli dell’indagine e accuse rivolte agli arrestati
Gli undici soggetti fermati sono indagati per associazione a delinquere transnazionale, con l’obiettivo di mettere in atto operazioni illecite riguardanti la cosiddetta “frode carosello” sull’Iva intracomunitaria. Le accuse comprendono anche reimpiego dei proventi illeciti, riciclaggio e autoriciclaggio. La gravità dei reati è aggravata dal fatto che gli indagati avrebbero favorito attivamente le organizzazioni mafiose camorra e mafia.
L’inchiesta nasce come prosecuzione delle attività investigative iniziate lo scorso novembre quando furono arrestate 47 persone appartenenti allo stesso gruppo criminale che agiva non solo in Italia ma anche all’estero: Spagna, Svizzera, Singapore ed Emirati Arabi Uniti. In quell’occasione vennero sequestrati beni mobili ed immobili per oltre 650 milioni di euro.
Cattura del vertice belga dopo mesi da latitante
Tra i protagonisti della vicenda c’è stato un cittadino belga ritenuto capo dell’organizzazione criminale. Dopo sei mesi da latitanza è stato arrestato lo scorso maggio all’aeroporto di Milano Malpensa al suo ritorno dall’Albania. Questo arresto ha confermato la tenacia degli investigatori nel seguire piste internazionali fino alla cattura degli elementi chiave della rete.
La presenza nel gruppo di individui provenienti da diversi Paesi sottolinea la natura internazionale del sistema fraudolento messo in piedi per sottrarre ingenti somme allo Stato attraverso meccanismi complessi legati all’Iva intracomunitaria.
Proseguimento delle indagini svela collegamenti con clan camorristici
Le attività investigative non si sono limitate agli arresti iniziali ma hanno continuato ad approfondire i rapporti tra gli indagati e note organizzazioni mafiose campane come i clan Nuvoletta di Marano Napoli e Di Lauro attivi a Scampia. L’esame dettagliato dei documenti sequestrati insieme alle dichiarazioni raccolte durante le indagini ha permesso agli investigatori di delineare ulteriormente la struttura criminale.
Nove delle persone arrestate sono state trovate nelle province napoletane ma anche ad Ascoli Piceno e Roma; due invece risultano localizzate negli Emirati Arabi Uniti dove pende nei loro confronti un mandato d’arresto europeo emesso dalle autorità giudiziarie italiane.
Misure cautelari ed operazioni nelle province coinvolte
Al momento sono ancora in corso numerose perquisizioni nelle aree interessate dall’inchiesta: Napoli, Ascoli Piceno e Roma restano sotto stretta osservazione degli agenti impegnati a raccogliere ulteriori prove sui contatti internazionali del gruppo criminoso. Il lavoro coordinato tra polizia giudiziaria italiana, guardia di finanza ed Europol testimonia l’impegno nella lotta contro frodi fiscali complesse collegate al crimine organizzato tradizionale.
Il valore economico stimato dai sequestri supera centinaia milioni rendendo evidente l’entità della truffa ai danni dello Stato italiano tramite sistemi sofisticatissimi che sfruttavano canali comunitari ed extra comunitari per nascondere capitali illegali sotto molteplici forme patrimoniali mobiliari o immobiliari distribuiti su vari territori europei ed extra europeI .