Un’indagine condotta dalla polizia di stato ha portato all’arresto di un uomo in provincia di roma e alla denuncia di altre nove persone vicine a lui in ciociaria, coinvolte in una truffa ai danni di una concessionaria di automobili nel veneziano. La frode complessiva supera i 300mila euro e si basa sull’uso di documenti falsi e società fittizie per mascherare il traffico di denaro. Il coordinamento tra più forze di polizia, in italia e a san marino, ha permesso di smantellare il sistema e recuperare parte dei fondi.
La dinamica della truffa e i falsi ordini di acquisto
Il meccanismo utilizzato dai truffatori consisteva nella creazione di falsi indirizzi email intestati a quella che sembrava essere una grande rete di distribuzione auto a livello nazionale. Attraverso questi contatti fittizi, il gruppo criminale ha ordinato alla concessionaria di venezia diversi veicoli multimarca, convincendola della validità della transazione. La società veneziana, pagando un anticipo consistente per gli acquisti, ha accettato di procedere senza sospetti iniziali.
La concessionaria si è insospettita solo quando ha notato dettagli anomali durante i rapporti commerciali. A quel punto si è rivolta al centro operativo per la sicurezza cibernetica di venezia, che ha avviato verifiche approfondite. È così emerso che dietro alle email apparentemente legittime si nascondevano identità false. Questo ha innescato l’intervento della polizia postale e dei magistrati di roma, responsabili per l’inchiesta.
Le società fittizie e i flussi di denaro tra roma, frusinate e san marino
L’indagine ha smascherato una rete di società create ad hoc dai truffatori, che servivano a far girare e nascondere i soldi raccolti dalla truffa. Queste entità legali di comodo funzionavano da scatole cinesi, coprendo l’origine e la destinazione finale del denaro. Il flusso economico veniva spostato tra conti bancari intestati a imprese fittizie, con sportelli in provincia di roma, frusinate e uno istituto a san marino.
A san marino si sono concentrati controlli specifici grazie alla collaborazione fra la gendarmeria locale e la polizia italiana. Questo ha permesso di tracciare il percorso del denaro e ottenere informazioni chiave per l’esito dell’operazione. In italia, la squadra mobile di frusinate ha partecipato alle perquisizioni su più indirizzi per confiscare telefoni cellulari, computer e documentazione fondamentale per ricostruire le attività illecite.
Sequestri e arresti: il ruolo della polizia postale e le misure cautelari
Nel corso delle perquisizioni sono stati trovati diversi smartphone e pc utilizzati per gestire la truffa, insieme a documenti contabili e bancari delle società fittizie. L’uomo arrestato in provincia di roma aveva con sé documenti di identità falsi, impiegati per completare le operazioni fraudolente. Gli agenti della polizia postale hanno agito rapidamente, recuperando un’importante parte dei 300mila euro versati come anticipo.
Il lavoro coordinato delle forze dell’ordine e la tempestività nell’intervento hanno impedito ulteriori danni alla concessionaria. La polizia di stato ha ricordato che è necessario mantenere alta l’attenzione nei pagamenti online e invitato tutte le aziende a segnalare subito anomalie o sospetti agli uffici preposti alla sicurezza informatica. Questo caso evidenzia la complessità delle truffe digitali e la necessità di collaborare per contrastarle.