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Arrestato in grecia l’uomo con tre carte usate per spese in ristoranti, indagato per omicidio di una bimba a roma

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Un uomo è stato fermato in Grecia in relazione alla morte di una bambina di sei mesi trovata senza vita a Villa Pamphili, Roma. L’uomo aveva con sé tre carte di pagamento, usate anche in ristoranti, e avrebbe ottenuto da genitori denaro consistente, intorno ai 5-6 mila euro, per sostenersi. La vicenda si arricchisce di dettagli relativi al suo passato e ai suoi spostamenti che potrebbero chiarire la sua posizione nei fatti.

Tre carte di pagamento e i movimenti sospetti prima del fermo

Francis Kaufmann, questo il nome vero del fermato, aveva in possesso tre carte di credito o debito. Queste sono state utilizzate per acquisti soprattutto alimentari e pasti in locali pubblici, tra cui ristoranti. La scoperta è importante per comprendere le sue abitudini e tracciare i suoi passi in Italia poco prima dell’evento tragico. I soldi con cui effettuava le spese, circa 5-6 mila euro, sarebbero arrivati da una fonte familiare diretta, presumibilmente dai suoi genitori.

Il denaro costituiva per lui una risorsa per coprire spese quotidiane. Indagini su questi movimenti finanziari potrebbero mettere in luce eventuali complicità o altre persone coinvolte nella sua permanenza nel nostro paese. Le autorità stanno vagliando le transazioni sulle carte per ricostruire con precisione il periodo in cui Francis Kaufmann era presente a Roma.

Un passato internazionale e identità multiple

L’uomo accusato per la tragedia ha avuto un percorso molto movimentato. Francis Kaufmann ha vissuto in diverse nazioni, tra cui Russia, Nuova Zelanda e Islanda. Si è stabilito poi a Malta, dove ha adottato il nome di Rexal Ford, sotto cui ha finto di essere un regista e produttore cinematografico. A Malta ha fondato una società chiamata Tintagel Films, che serviva a dare un’apparenza di legittimità alla sua presenza.

Durante questo periodo ha frequentato una donna di lingua russa, Stella, con cui ha avuto una figlia chiamata Andromeda, almeno secondo quanto da lui dichiarato. Il nucleo familiare ha lasciato Malta e si è spostato in Italia via mare, imbarcandosi su un catamarano affittato con la donna e la bambina. Questo viaggio conduce alla loro permanenza nel nostro territorio, che si collega direttamente all’indagine per la morte della piccola.

Alias in italia e indagini sui contatti e ospitalità

In Italia l’uomo avrebbe utilizzato un altro nome, Matteo Capozzi, oltre agli altri già noti. Gli inquirenti stanno lavorando su tre schede telefoniche trovate in suo possesso, una addirittura acquistata alla stazione Termini di Roma. L’analisi delle chiamate e dei messaggi potrebbe rivelare con chi è entrato in contatto e quale supporto abbia ricevuto, in particolare nelle settimane precedenti alla morte della bambina.

Le autorità cercano di capire dove abbia alloggiato e su quali reti sociali o personali abbia fatto affidamento. Questo aspetto è fondamentale per delineare la sua rete di relazioni in Italia e per accertare eventuali responsabilità o coinvolgimenti di altre persone. Il lavoro investigativo prosegue con la raccolta di testimonianze e dati digitali.

Il caso resta aperto e in continua evoluzione, mentre l’attenzione della magistratura si concentra su tutte le piste per fare piena luce sulla tragica morte a Villa Pamphili.

Written by
Andrea Ricci

Andrea Ricci non cerca l’ultima notizia: cerca il senso. Blogger e osservatore instancabile, attraversa cronaca, politica, spettacolo, attualità, cultura e salute con uno stile essenziale, quasi ruvido. I suoi testi non addolciscono la realtà, la mettono a fuoco. Scrive per chi vuole capire senza filtri, per chi preferisce le domande alle risposte facili.

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