Due uomini, rispettivamente di 35 e 30 anni, originari della Campania, sono stati fermati in flagranza dai carabinieri a genzano di lucania, in provincia di potenza. L’accusa riguarda una tentata truffa aggravata ai danni di una vedova pensionata ultranovantenne. I due sono stati anche denunciati per resistenza a pubblico ufficiale durante l’intervento.
Il meccanismo della truffa telefonica e la visita dell’impostore
Il raggiro ha avuto inizio con una telefonata fatta da uno dei due malviventi che si è spacciato per un maresciallo dei carabinieri. Durante la conversazione ha riferito alla vittima che le figlie erano coinvolte in guai giudiziari e chiedeva soldi per evitare conseguenze penali. La donna è stata quindi raggiunta da un complice che si è presentato come carabiniere direttamente presso la sua abitazione.
L’uomo ha cercato con insistenza di farsi consegnare il denaro richiesto ma l’anziana non si è lasciata ingannare. Con lucidità ha capito che si trattava di un tentativo di truffa ed è riuscita ad allontanare il falso agente urlando forte, mettendo così in fuga l’intruso prima che potesse portare via i soldi.
Intervento tempestivo dei carabinieri e arresto sulla sp 6
Dopo aver ricevuto la chiamata dalla figlia della vittima, i carabinieri hanno subito avviato le ricerche dei sospetti nel territorio circostante genzano di lucania. I due uomini sono stati individuati su un’auto mentre cercavano probabilmente di allontanarsi rapidamente dal luogo del reato.
Ne è nato un inseguimento lungo la strada provinciale 6 , dove infine i militari li hanno bloccati e arrestati. Durante l’arresto uno dei due avrebbe opposto resistenza agli agenti ma senza riuscire a evitare il fermo.
Provvedimenti giudiziari dopo il fermo nel carcere del capoluogo lucano
Dopo essere stati portati nella caserma locale per gli accertamenti necessari, i due sono comparsi davanti al gip del tribunale di potenza. Il giudice ha convalidato immediatamente il fermo disponendo poi la custodia cautelare nel carcere cittadino come misura cautelativa più idonea vista la gravità delle accuse contestate.
Le indagini proseguono ora per verificare eventuali collegamenti con altri episodi simili nella zona o altrove nella regione basilicata o campania dove risiedono gli indagati originariamente.
Questo caso evidenzia ancora una volta come le persone anziane siano spesso bersaglio preferito degli autori delle cosiddette “truffe agli anziani” tramite falsi ufficiali o altre strategie analoghe molto diffuse negli ultimi anni sul territorio nazionale italiano.
