Appello della procura di venezia sul caso turetta per il riconoscimento di crudeltà e stalking
La procura di Venezia presenta appello per riconoscere le aggravanti di crudeltà e stalking nel caso di Filippo Turetta, condannato all’ergastolo per l’omicidio della ex fidanzata Giulia Cecchettin.

Il caso Turetta, condannato all'ergastolo per l'omicidio della ex fidanzata Cecchettin, è al centro di un appello della procura di Venezia che chiede il riconoscimento delle aggravanti di crudeltà e stalking escluse in primo grado, riaccendendo il dibattito sulla giustizia e la tutela delle vittime di violenza di genere. - Unita.tv
Il caso di Filippo Turetta, condannato all’ergastolo per l’omicidio della sua ex fidanzata Giulia Cecchettin l’11 novembre 2023, torna al centro delle cronache giudiziarie italiane. La procura di Venezia ha presentato un appello per ottenere il riconoscimento di due aggravanti escluse in primo grado: la crudeltà e lo stalking. Questo passaggio riguarda il processo in corso e riaccende il dibattito sulle dinamiche del delitto e sulla valutazione della pena.
I fatti alla base del caso turetta e la sentenza di primo grado
Il delitto è avvenuto a Venezia nel novembre 2023. Giulia Cecchettin aveva subito nei mesi precedenti una serie di comportamenti persecutori da parte di Filippo Turetta. Questi episodi di stalking hanno configurato un quadro di tensione e minaccia che non è cessato neanche dopo la fine della loro relazione. Il giorno dell’omicidio testimonia una violenza estrema, che ha segnato la vita della vittima e coinvolto profondamente la comunità locale.
La corte di assise di Venezia ha emesso la sentenza di primo grado il 3 dicembre 2024 condannando Turetta all’ergastolo. Tuttavia il giudice ha deciso di escludere le aggravanti di crudeltà e stalking. Questo ha creato un malcontento tra i familiari di Giulia e tra la procura stessa, poiché il comportamento dell’imputato mostrava evidenti segnali di ossessività e crudeltà che secondo loro avrebbero dovuto pesare nella valutazione finale.
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L’appello della procura e la richiesta di aggravanti
Il 21 maggio 2025 la procura di Venezia ha depositato appello contro la sentenza di primo grado. Il pubblico ministero Andrea Petroni punta a far riconoscere le aggravanti di crudeltà e stalking alla corte d’appello. Queste aggravanti sono decisive per calibrare meglio la pena e per mettere in luce la gravità della condotta messa in atto da Turetta.
La richiesta arriva a pochi giorni dalla scadenza per la presentazione delle impugnazioni, prevista per il 27 maggio 2025. L’appello segue la pressione esercitata dagli avvocati della famiglia Cecchettin, molto critici nei confronti dell’esclusione di questi elementi chiave. Il ricorso intende dunque rivedere aspetti cruciali del giudizio per una sentenza che rifletta accuratamente la pericolosità e la crudeltà del delitto.
Le aggravanti di crudeltà e stalking nel contesto giudiziario
La crudeltà, come aggravante, evidenzia un’aggressività particolare nel gesto criminale, che supera la semplice violenza per assumere contorni di brutalità volontaria. Lo stalking invece indica un comportamento continuato di persecuzione che ha influito pesantemente sulla vita di Giulia Cecchettin prima dell’omicidio.
Questi due elementi rappresentano aspetti essenziali del caso. La procura sostiene che ignorarli ha portato a una valutazione incompleta del reato e a una pena che non tiene conto della vera natura delle azioni di Turetta. L’inserimento delle aggravanti potrebbe anche condizionare la percezione legale della pericolosità sociale del condannato.
Le reazioni dal mondo civile e la posizione della difesa
Il caso Turetta ha scatenato un dibattito tra associazioni contro la violenza di genere e opinione pubblica. Molti ritengono che riconoscere crudeltà e stalking aiuti a tutelare meglio le vittime, soprattutto in reati che coinvolgono dinamiche di violenza domestica. Queste realtà hanno fatto sentire la loro voce per spingere affinché la giustizia rifletta la realtà dei soprusi subiti da Giulia.
Dall’altra parte l’avvocato Giovanni Caruso, difensore di Turetta, prepara il ricorso per ribaltare aspetti della sentenza. La strategia potrebbe mettere in discussione la correttezza della valutazione delle prove o anche la congruità della pena inflitta. La disputa giudiziaria proseguirà nelle prossime settimane in attesa della sentenza di secondo grado.
Il peso giuridico e sociale del processo turetta
Giuridicamente, la vicenda incide sulle modalità con cui i tribunali riconoscono le aggravanti in casi di omicidio legati a violenza di genere e stalking. La corte d’appello deciderà se confermare o modificare la prima sentenza, orientando così la prassi per casi simili.
Sul piano sociale, il caso rimette in evidenza la necessità di affrontare concretamente il fenomeno dello stalking e della violenza domestica, temi ancora di difficile gestione. Organizzazioni e comunità reagiscono chiedendo risposte più rigorose e protezioni adeguate per le vittime. Il caso tiene alta l’attenzione pubblica su come la giustizia risponda a crimini di questa natura.
La svolta che l’appello potrebbe imprimere influenzerà tanto la memoria di Giulia Cecchettin quanto le misure future adottate per contrastare episodi analoghi in Italia. Le decisioni della corte d’appello di Venezia saranno seguite con attenzione da osservatori e cittadini preoccupati per la prevenzione della violenza.