Il dibattito sul ruolo della politica nella gestione del lavoro e delle sfide sociali in Sicilia si è acceso durante un incontro a Palermo, sulla nave Amerigo Vespucci. Antonino Raspanti, presidente della Conferenza episcopale siciliana, ha espresso una posizione netta su come dovrebbe cambiare il rapporto tra politica, lavoro e comunità . Nel centenario della nascita del giudice Rocco Chinnici, Raspanti ha riflettuto anche sulla responsabilità dei corpi sociali e della religione nella crescita culturale dei giovani e nella lotta al disagio.
Il lavoro non deve essere creato dalla politica ma dai corpi intermedi della societÃ
In Sicilia spesso si pensa che spetti alle istituzioni politiche risolvere tutti i problemi legati al lavoro, ma secondo Raspanti questa convinzione è errata e controproducente. La politica, infatti, non sempre possiede gli strumenti o la competenza per gestire direttamente la creazione di posti di lavoro. Il compito spetta ad altri soggetti: corpi intermedi come associazioni di imprese, artigianato e altre categorie produttive. Questi attori sono quelli in grado di muovere l’economia reale.
Raspanti sottolinea che la politica deve svolgere un ruolo di guida e indirizzo più che di intervento diretto. Senza questa regia, si corre il rischio che il lavoro venga segnalato come occasione per lo sfruttamento, o che si creino squilibri come quelli fiscali o nella sanità . Il presidente della conferenza episcopale invita quindi a considerare un modello in cui questi corpi sociali e produttivi possano esprimersi e agire in autonomia, ma sempre sotto una regia politica attenta e misurata.
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Un’analisi critica sulla politica e il lavoro
In Sicilia spesso la politica viene vista come l’unica risorsa per risolvere il problema del lavoro, ma questa prospettiva limita la crescita delle vere potenzialità economiche.
La mentalità in sicilia verso la politica come unica soluzione ai problemi sociali
Un punto chiave dell’intervento di Raspanti riguarda l’abitudine diffusa in Sicilia di rivolgersi sempre alla politica per risolvere ogni tipo di difficoltà . Secondo lui, questo atteggiamento alimenta meccanismi sbagliati e una relazione di dipendenza che indebolisce la società civile. I cittadini, continua Raspanti, finiscono per “creare baroni” tra i politici, cioè per rendere forti persone spesso incapaci di gestire il potere in maniera corretta, e poi si lamentano di loro.
Questa dipendenza eccessiva dalla politica limita lo sviluppo di altri corpi sociali che potrebbero aiutare a rispondere ai problemi in modo più concreto e diretto. È importante promuovere un modello di cittadinanza attiva dove le varie componenti sociali, dall’associazionismo alle categorie produttive, abbiano un ruolo centrale. Così la società diventa meno fragile e meno soggetta a fenomeni clientelari o di sfruttamento.
Cittadinanza attiva come risposta al declino sociale
Il rafforzamento della società civile rappresenta la chiave per un futuro più stabile e meno dipendente dalla politica.
La religione come strumento di educazione ai valori contro il disagio giovanile
Il ruolo della religione, per Raspanti, non si limita alla dimensione spirituale, ma deve estendersi a un’azione educativa più forte e concreta. In un momento in cui i valori tradizionali come disciplina, etica e virtù sembrano affievolirsi nei discorsi pubblici, la Chiesa ha la responsabilità di proporre un linguaggio chiaro e senza ambiguità .
L’intervento è arrivato in occasione del centenario della nascita di Rocco Chinnici, simbolo della lotta alla mafia e alla cultura dell’illegalità in Sicilia. Raspanti ha evidenziato che per contrastare il disagio giovanile serve anche una cultura della legalità che passa attraverso i valori proposti dalla religione. I preti e i vescovi dovrebbero ritrovare il coraggio di parlare in modo diretto, senza slogans, puntando sui principi che aiutano a costruire responsabilità e senso civico.
La responsabilità educativa della chiesa
Raspanti sostiene che la chiesa deve tornare a essere punto di riferimento etico per i giovani, offrendo modelli chiari e solidi.
Un messaggio chiaro e diretto nel segno della cultura della legalitÃ
L’incontro tenutosi sulla nave Amerigo Vespucci, a Palermo, ha visto riflessioni importanti sulla necessità di un cambiamento culturale e sociale profondo in Sicilia. L’appello di Raspanti a ridurre il peso della politica nella gestione del lavoro e a rafforzare i corpi intermedi rappresenta un invito a pensare a lungo termine, valorizzando le competenze reali e la responsabilità collettiva.
Scegliere di affidare a persone e gruppi radicati nel tessuto civile il compito di costruire il lavoro significa anche limitare la corruzione e lo sfruttamento. La dimensione religiosa, nella proposta di Raspanti, diventa un punto di riferimento etico con un ruolo essenziale nello sviluppo della società , soprattutto per i giovani. L’evento ha rilanciato il messaggio che solo con chiarezza e senza mezzi termini si può uscire da dinamiche di dipendenza e ristagno.