Antonello venditti si prepara al debutto del suo nuovo tour “Notte prima degli esami 40th anniversary 2025 edition” e parla del mondo della musica attuale, dei giovani talenti e del rapporto con chi lo prende come punto di riferimento. In questo periodo particolare, a ridosso della maturità, l’artista offre uno sguardo sui cambiamenti nel panorama musicale italiano e sulle difficoltà dei giovani cantautori che si affacciano oggi al palcoscenico.
Il contesto del tour e il simbolismo della data scelta
La prima data del tour si svolge alle Terme di Caracalla, a Roma, proprio alla vigilia degli esami di maturità 2025. Venditti sottolinea l’importanza simbolica di questo momento: mentre lui festeggia sul palco, gli studenti sono ancora presi dall’ansia del loro appuntamento con gli esami, un rito che si rinnova da sempre e che la sua canzone “Notte prima degli esami” ha raccontato in modo indelebile. Questo brano, nato quasi per caso come subito dopo il singolo “Ci vorrebbe un amico”, si è trasformato in un classico che si mantiene attuale di anno in anno, accompagnando i giovani nel passaggio verso l’età adulta.
Uno spettacolo intenso e rinnovato
L’artista racconta di non avere ancora deciso con precisione la durata del concerto. Vuole mettere in scena uno spettacolo intenso ma meno lungo rispetto al passato, quando raccontava in modo più dettagliato la storia dietro le canzoni. Ora il pubblico conosce bene quei racconti, perciò l’evento prende una dimensione diversa, più essenziale ma ugualmente denso. Per venditti, si tratta di uno degli spettacoli più completi della sua carriera, una celebrazione che recupera e rinnova un pezzo di memoria collettiva legata alla crescita, alla scuola, e alla speranza.
La musica oggi tra talent show e fragilità dei giovani artisti
venditti si sofferma a raccontare come è cambiata la scena musicale italiana dagli anni in cui ha iniziato lui. Per la sua generazione, quella dei cantautori degli anni Settanta e Ottanta, esisteva un senso di squadra, connesso a una condivisione vera degli obiettivi: “tutti per uno, uno per tutti”, dice senza nascondere la nostalgia di quegli anni. Non c’erano competizioni distruttive o invidie, ma una solidarietà forte nel tentativo di cambiare la musica popolare italiana.
Talent show e carriera fragile
Nel presente il panorama è cambiato molto, soprattutto per via dei talent show. Ogni anno nasce un nuovo “talent” e insieme sparisce un artista precedente, come se i nuovi arrivati sostituissero i vecchi in modo rapido e poco organico. Venditti evidenzia la fragilità dei giovani artisti oggi, spiegando che spesso non hanno alle spalle esperienza, cultura e una preparazione solida che permetta loro di crescere nel tempo. La fama si genera immediatamente spesso grazie a eventi mediali e social, ma questo non garantisce una carriera durevole.
Per esempio, cita artisti come Sangiovanni e Mango, che nascono in un mondo veloce e “frullatore”, dove il sold out è dato per scontato fin dall’inizio, ma non è una conquista vera, una vittoria da festeggiare. Al contrario, quello dovrebbe rimanere un traguardo raro e significativo. In questa riflessione emerge il disagio verso una dinamica che produce molto rumore, ma poco spazio per la definizione di un percorso solido e duraturo per i giovani.
L’impegno civile e la proposta di legge per la musica in costituzione
venditti torna a parlare anche delle battaglie portate avanti fuori dal palco. Ricorda in particolare la proposta di legge che ha presentato per inserire la musica nella Costituzione italiana. Questo passo, a suo avviso, rappresenterebbe un riconoscimento fondamentale per il valore culturale e sociale della musica. Anche se non è stata ancora approvata, considera questo impegno una parte importante del suo contributo al mondo musicale.
L’artista scherza dicendo che spera di essere ricordato soprattutto per questo “piccolo mattoncino” una volta che non ci sarà più, ma la serietà del messaggio traspare chiara. L’obiettivo è difendere la musica come bene comune e rilanciare la sua importanza al di là del semplice intrattenimento commerciale. In un periodo di rapidi cambiamenti, il senso di appartenenza e la tutela di questa forma d’arte sembrano indispensabili per evitare che la musica perda il suo ruolo di strumento di cultura e identità.
Venditti, interprete e osservatore
Venditti appare quindi non solo come interprete di un successo storico, ma anche come osservatore attento della scena attuale, capace di individuare problemi e limiti del sistema senza perdere mai il legame con la tradizione che ha aiutato a costruire.