Il settore tessile italiano mostra segnali contrastanti nei primi tre mesi del 2025, dopo un 2024 segnato da risultati negativi su più fronti. La produzione e le esportazioni evidenziano variazioni diverse a seconda delle categorie di tessuti, mentre il salone Milano Unica conferma una partecipazione in crescita e offre uno spaccato sulle dinamiche commerciali internazionali. I dati raccolti dall’Ufficio Studi Economici e Statistici di Confindustria Moda tracciano un quadro complesso ma con qualche elemento positivo.
Il bilancio negativo del 2024 pesa sul settore della tessitura italiana
Nel corso del 2024, l’industria della tessitura in Italia ha registrato una contrazione significativa. Il fatturato complessivo si è attestato intorno ai sette miliardi di euro, con un calo dell’8,8% rispetto all’anno precedente. Le esportazioni hanno subito una flessione ancora più marcata: meno 10,7%, per un valore totale pari a circa 3,8 miliardi di euro. Questi dati riflettono difficoltà sia sul mercato interno che su quello internazionale.
La riduzione delle vendite all’estero ha colpito soprattutto alcuni segmenti specifici dei prodotti tessili italiani. L’incertezza economica globale insieme alle tensioni commerciali hanno pesato sulle commesse estere e sulla capacità produttiva delle aziende italiane nel comparto della moda e degli accessori d’alta gamma.
I primi tre mesi del 2025: segnali misti nella produzione dei diversi tipi di tessuto
Tra gennaio e marzo del nuovo anno la situazione non appare omogenea: mentre la produzione dei tessuti ortogonali cala ancora , quella dei tessuti a maglia cresce invece dell’11%. Questa differenza indica che alcune aree della filiera riescono a reagire meglio alla crisi rispetto ad altre.
Le esportazioni nel primo trimestre rimangono negative ma mostrano variazioni importanti se analizzate per categoria merceologica. I tessuti di lana diminuiscono le spedizioni all’estero , così come quelli a maglia . Al contrario crescono lievemente le esportazioni di cotone , lino e seta . Questi numeri indicano che alcuni materiali continuano ad avere domanda stabile o in leggera crescita fuori dai confini nazionali.
Il quadro generale suggerisce quindi una fase transitoria dove il settore non è ancora uscito dalla crisi ma trova piccoli spazi positivi da cui ripartire.
Milano unica conferma la sua rilevanza con adesioni in aumento
La quarantesima prima edizione del salone Milano Unica si svolge fino al 10 luglio presso Fiera Milano Rho ed è considerata uno degli appuntamenti chiave per l’intero comparto italiano dei tessuti pregiati destinati alla moda autunno/inverno 26/27.
Simone Canclini, presidente dell’evento, ha sottolineato come gli espositori siano aumentati raggiungendo quota settecëntotrantacinque partecipanti totali . Nei padiglioni dedicati sono presenti cinquecentoottantaquattro espositori con un incremento europeo netto dell’8.7%. L’Italia mantiene una forte presenza con quattrocentocinquantanove aziende espositrici confermate mentre cresce anche lo spazio espositivo disponibile .
Questa edizione include inoltre centotrentaquattro realtà nelle aree specialistiche dedicate ai mercati asiatici Korea Japan oltre alle diciassette case editrici coinvolte nella manifestazione culturale parallela al business fieristico.
Dinamiche export tra europa stati uniti cina ed extra ue
Le vendite verso l’Unione Europea rappresentano quasi metà delle esportazioni totali italiane nel comparto ma subiscono una contrazione significativa pari al –5%. Dall’altro lato i mercati extra UE coprono il restante volume mostrando però solo una leggera crescita dello +0.1%.
Un dato negativo emerge dalla Cina dove le importazioni italiane scendono notevolmente . Nonostante ciò gli Stati Uniti restano strategici: qui si registra infatti un aumento importante nelle vendite verso quel mercato pari al +18.4% malgrado le tensioni commerciali dovute alle politiche tariffarie annunciate dall’amministrazione Trump negli ultimi anni.
L’import nazionale si muove anch’esso su numerose direttrici, specie nei primi tre mesi del ’25 quando gli arrivi dall’estero superano i livelli precedenti. Oltre il sessantotto percento degli acquisti arriva da paesi extra UE, guidati dalla Cina che segna addirittura +40% nell’importazione di materie prime o semilavorate destinate alla filiera italiana.
Questo mix fatto da mercati fortemente diversificati pone sfide complesse agli operatori italiani chiamati a gestire rapporti commerciali spesso instabili ma anche opportunità concrete derivanti dalle richieste emergenti.